Legislatura: 18Seduta di annuncio: 602 del 24/11/2021
Primo firmatario: FRATOIANNI NICOLA
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 24/11/2021
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 24/11/2021
FRATOIANNI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
sul proprio blog su ilfattoquotidiano.it, Susanna Marietti, Coordinatrice dell'associazione Antigone, ha raccontato ciò che ha visto durante una sua visita presso il carcere per adulti di Torino;
in particolare la coordinatrice di Antigone si sofferma sulla sezione chiamata Sestante che funge da articolazione psichiatrica dell'istituto;
al Sestante si trovano circa venti celle, dieci su ogni lato del corridoio e in ciascuna è reclusa una singola persona detenuta;
la cella appare subito piccola, sporca, quasi completamente vuota, con al centro un letto in metallo scrostato e inchiodato al pavimento. Sopra, i materassi sono fetidi, non sempre vi sono coperte e in qualche letto, non in tutti, è presente un piccolo cuscino di gommapiuma;
le suddette celle sono sprovviste di sedie e tavolini ed è presente soltanto un piccolo cilindro, probabilmente di pietra, dove ci si può sedere in posizione scomodissima;
unico altro arredo presente in cella è un orrendo bagno alla turca posizionato vicino alle sbarre, di fronte agli occhi di chiunque passi per il corridoio;
è rinchiusi in questi luoghi che i detenuti trascorrono l'intera giornata, senza nulla da fare e nessuno con cui parlare;
Antigone, da anni, anche attraverso i suoi Rapporti annuali, denuncia tali condizioni di vita interne, ma nulla è evidentemente cambiato;
le condizioni detentive in quella sezione sono immediatamente apparse ai rappresentanti di Antigone contrarie a quel senso di umanità che la nostra Costituzione chiede alle pene legittime;
dalle testimonianze dirette raccolte è emerso che in una cella la turca non scaricava le feci da quattro giorni perché guasta e nessuno l'aveva ancora aggiustata mentre un'altra cella era al buio perché mancava la lampadina. In un'altra cella ancora un giovane uomo che si trovava a Torino per un periodo di 30 giorni di osservazione psichiatrica, mandato lì da un altro istituto, era evidentemente imbottito di farmaci fino al punto da non riuscire a parlare e a reggersi in piedi;
Susanna Marietti racconta poi che nell'ultima cella prima dell'uscita c'era un ragazzo di circa 25 anni che piangendo ha riferito di non comprendere perché si trovasse in quella struttura e successivamente gli operatori hanno spiegato che il detenuto era in attesa che si liberasse un posto in una Rems, le residenze a vocazione sanitaria per l'esecuzione delle misure di sicurezza psichiatriche;
secondo la coordinatrice di Antigone quel ragazzo non avrebbe dovuto trovarsi lì, non c'era titolo per la sua detenzione e successivamente ha potuto verificare che nessuno aveva avvertito la madre su dove si trovasse il figlio;
a parere dell'interrogante non si possono abbandonare delle persone nelle condizioni denunciate da Antigone, in luoghi indecenti dove gli esseri umani sono privati di ogni dignità e per tutto quanto testimoniato dalla coordinatrice di Antigone, quel reparto andrebbe chiuso immediatamente –:
se il Ministro interrogato non intenda promuovere iniziative ispettive presso la sezione Sestante del carcere per adulti di Torino al fine di appurare la veridicità delle notizie emerse a seguito della recente visita di rappresentanti dell'associazione Antigone presso la struttura che, se confermate, dovrebbero determinare, a parere dell'interrogante, la chiusura definitiva della suddetta sezione.
(4-10798)
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):psichiatria
detenuto
prodotto farmaceutico