ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10664

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 592 del 10/11/2021
Firmatari
Primo firmatario: FORMENTINI PAOLO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 10/11/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BILLI SIMONE LEGA - SALVINI PREMIER 10/11/2021
CECCHETTI FABRIZIO LEGA - SALVINI PREMIER 10/11/2021
COIN DIMITRI LEGA - SALVINI PREMIER 10/11/2021
COMENCINI VITO LEGA - SALVINI PREMIER 10/11/2021
DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA LUIS ROBERTO LEGA - SALVINI PREMIER 10/11/2021
PICCHI GUGLIELMO LEGA - SALVINI PREMIER 10/11/2021
RIBOLLA ALBERTO LEGA - SALVINI PREMIER 10/11/2021
SNIDER SILVANA LEGA - SALVINI PREMIER 10/11/2021
ZOFFILI EUGENIO LEGA - SALVINI PREMIER 10/11/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 10/11/2021
Stato iter:
23/06/2022
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/06/2022
SERENI MARINA VICE MINISTRO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 23/06/2022

CONCLUSO IL 23/06/2022

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10664
presentato da
FORMENTINI Paolo
testo di
Mercoledì 10 novembre 2021, seduta n. 592

   FORMENTINI, BILLI, CECCHETTI, COIN, COMENCINI, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, PICCHI, RIBOLLA, SNIDER e ZOFFILI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   stando a notizie riprese dalle agenzie di stampa, il 5 novembre 2021 forze militari leali al governo etiope avrebbero compiuto un'incursione in un centro gestito dai Salesiani nella zona di Gottera, pressi di Addis Abeba, arrestando 17 tra sacerdoti, fratelli religiosi e impiegati, tutti presi senza ragione e deportati in un luogo sconosciuto;

   non si tratterebbe neanche di un caso isolato, poiché anche altre residenze religiose sarebbero state prese recentemente di mira;

   in un'altra circostanza, agenti di polizia sono entrati nella cattedrale cristiana ortodossa di Addis Abeba, costringendo sacerdoti e monaci tigrini a interrompere le funzioni religiose, per poi caricarli su furgoncini delle forze di sicurezza e condurli in luoghi non identificati;

   quanto sta accadendo in Etiopia rappresenta una grave sfida all'esercizio della libertà religiosa alla quale è opportuno rispondere con la massima fermezza –:

   di quali informazioni il Governo disponga in merito alla nazionalità dei religiosi tratti in arresto varreste e quali iniziative di competenza intenda assumere per stigmatizzare quanto sta accadendo e affinché le autorità etiopiche adottino una condotta non lesiva dei diritti dei religiosi cristiani.
(4-10664)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 23 giugno 2022
nell'allegato B della seduta n. 713
4-10664
presentata da
FORMENTINI Paolo

  Risposta. — Il 2 novembre 2021 – in una fase di particolare tensione interna e di acuto rischio per la stessa tenuta della Federazione – il Premier etiope Abiy ha deliberato lo stato di emergenza nazionale. Tale decisione ha determinato l'allentamento di numerose garanzie individuali e il drastico aumento delle attività di sorveglianza e controllo sulla popolazione locale e sui residenti stranieri nel Paese, con la conseguente proliferazione di perquisizioni e arresti, specialmente nella capitale.
  Tra i destinatari di simili provvedimenti è rientrato anche il «Centro Don Bosco» di Mekanissa, quartiere periferico di Addis Abeba. La struttura è adibita a centro polifunzionale, ove i padri salesiani forniscono attività educative e di formazione professionale a beneficio di bambini e adulti emarginati. Lo scorso 5 novembre, le locali autorità di polizia hanno posto in stato di fermo alcuni operatori del centro Don Bosco, ivi compresi una trentina di etiopi (principalmente di etnia tigrina), tre sacerdoti stranieri di nazionalità polacca, indiana e uruguayana, e il connazionale Padre Isidoro. I fermati sono stati condotti presso una struttura della Polizia federale per approfondimenti. L'intervento della nostra ambasciata ad Addis Abeba ha permesso il rilascio di Padre Isidoro nel corso della serata stessa, insieme alla liberazione degli altri tre sacerdoti.
  Le misure di arresto hanno coinvolto anche il connazionale Alberto Livoni, rappresentante in Etiopia dell'organizzazione non governativa italiana VIS, tratto in stato di fermo il 6 novembre 2021 dalla polizia federale etiope e successivamente rilasciato il 14 novembre, grazie all'intermediazione della nostra ambasciata ad Addis Abeba. È anche stato fermato Don Cesare Bullo il 13 novembre e poi messo in libertà il giorno stesso, sempre grazie all'intervento della nostra ambasciata. Entrambi hanno fatto rientro in Italia il 15 novembre.
  Sul piano politico, l'Italia ha avviato uno stretto coordinamento con i
partner internazionali, primi fra tutti gli Stati membri dell'Unione europea e gli Stati Uniti, per intensificare le pressioni diplomatiche su tutti gli attori coinvolti nella crisi in Etiopia, al fine di conseguire una soluzione politica della stessa. In quest'ottica, l'Italia sostiene il tentativo di mediazione tra tutte le parti in causa dell'Alto Rappresentante dell'Unione africana per il Corno d'Africa, Obasanjo e del presidente Kenyatta, nonché gli analoghi sforzi della Rappresentante speciale dell'Unione europea per il Corno, Weber, e dell'inviato statunitense, Satterfield. In tale quadro, e in linea con le posizioni dell'Unione europea, perseguiamo convintamente le seguenti priorità nei confronti dell'Etiopia: effettiva e completa cessazione delle ostilità; avvio indifferibile di un processo di dialogo nazionale; incondizionato accesso umanitario a tutte le aree di conflitto; continuazione delle indagini indipendenti sulle gravi violazioni dei diritti umani; ritiro effettivo delle forze eritree dal territorio etiope.
  Abbiamo riaffermato tali aspettative alle autorità etiopi in tutte le frequenti occasioni di interlocuzione politica con Addis Abeba, a partire dalle conversazioni telefoniche tra il Presidente del Consiglio Draghi e il Primo ministro Abiy il 22 dicembre 2021 e tra il Ministro Di Maio e il Vice Primo Ministro e Ministro degli esteri etiope Mekonnen dello scorso 15 novembre. Nel corso dei colloqui è stata ribadita la nostra preoccupazione per la crisi in Etiopia e il forte auspicio per una cessazione delle ostilità, propedeutica all'avvio di un genuino processo di riconciliazione nazionale e agli interventi umanitari, necessari e improcrastinabili.
  Sul piano dei diritti umani, l'Italia ha sostenuto fin dall'inizio la missione d'inchiesta sul Tigray della Commissione africana sui diritti dell'uomo e dei popoli, che opera nel contesto dell'Unione africana, nonché l'indagine congiunta della Commissione etiope per i diritti umani e dell'Alto commissariato ONU per i diritti umani, avviata nel mese di maggio e i cui risultati sono stati resi noti lo scorso 3 novembre. Il rapporto conclusivo riferisce di diffuse e gravissime violazioni dei diritti umani, perpetrate da tutti gli attori in causa. Abbiamo ribadito il nostro appello al pieno rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario anche nel quadro del Consiglio diritti umani (CDU) delle Nazioni Unite.
  Ho avuto personalmente l'occasione di reiterare questi messaggi alle massime autorità etiopi in occasione della mia visita ad Addis Abeba – svoltasi dal 28 febbraio al 2 marzo 2021, dopo la revoca dello stato di emergenza nazionale, avvenuta il 15 febbraio. Posso attestare di aver trovato ascoltatori attenti, pronti a riconoscere gratitudine per il ruolo bilanciato mantenuto dall'Italia nel corso del conflitto, e al contempo consci della necessità di addivenire ad un processo di riconciliazione nazionale, ancorché lo stesso necessiti della previa cessazione definitiva delle ostilità da parte di tutte le entità coinvolte.
  Nel corso della mia permanenza ad Addis Abeba mi sono recata in visita al «Centro Don Bosco» di Mekanissa, dove ho incontrato Padre Isidoro e altri padri e volontari impegnati nel centro. Ciò mi ha dato la conferma dell'eccellenza del lavoro portato avanti dai salesiani, e del rispetto e della gratitudine mostrata nei loro confronti sia dai beneficiari diretti del loro operato, che dalle autorità locali.
  Ritengo opportuno segnalare – in conclusione – alcuni recentissimi, positivi sviluppi. Mi riferisco in particolare all'annuncio da parte del Governo etiope – il 24 marzo 2021 – di una tregua umanitaria immediata finalizzata a facilitare l'accesso umanitario in Tigray, seguita dalla disponibilità dimostrata dal Tigray People's Liberation Front (TPLF) a impegnarsi a sua volta per la cessazione delle ostilità. Ove effettivamente rispettati, si tratta di importanti passi verso la pace e il dialogo in Etiopia – in una situazione comunque ancora fluida e complessa, che rende necessario continuare a dedicare alla situazione nel Paese la massima attenzione.
  

La Viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale: Marina Sereni.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

religione

arresto

ortodossia