ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10649

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 591 del 09/11/2021
Firmatari
Primo firmatario: FRATOIANNI NICOLA
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 09/11/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 09/11/2021
Stato iter:
30/03/2022
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 30/03/2022
TODDE ALESSANDRA VICE MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 30/03/2022

CONCLUSO IL 30/03/2022

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10649
presentato da
FRATOIANNI Nicola
testo di
Martedì 9 novembre 2021, seduta n. 591

   FRATOIANNI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   i circa 580 lavoratori e lavoratrici della Flex di Trieste (tra i quali sono presenti in organico diversi lavoratori interinali, spesso con anzianità superiore ai 10 anni) da mesi sono impegnati in una vertenza per impedire alla proprietà di procedere con la delocalizzazione della produzione verso gli stabilimenti presenti in Romania decisa, a detta dell'azienda, a causa dell'improvvisa emergenza sanitaria mondiale e della susseguente crisi di approvvigionamento di materiali di alta tecnologia nonché per la pressione del pressoché unico cliente Nokia per un abbassamento dei costi;

   il fatturato dello stabilimento infatti deriva per l'85 per cento da Nokia e il restante da lavorazioni di altri clienti e tale sbilanciamento espone il fianco a tutti i rischi connessi da una gestione dei flussi così dipendente da Nokia. Il restante 15 per cento del fatturato è dato da altri cliente minori;

   alla Flex di Trieste si prospetta una drastica riduzione di personale che investirà il secondo stabilimento industriale per numero di addetti della città di Trieste;

   già a maggio del 2021 l'interrogante aveva presentato l'interrogazione a risposta scritta n. 4-09381 con la quale si sottolineava la necessità che la proprietà Flex interrompesse il processo di delocalizzazione in atto verso la Romania e tornasse a investire in un piano di rilancio per lo stabilimento di Trieste, anche sulla base delle prospettive legate agli investimenti previsti dal Piano nazionale ripresa e resilienza (Pnrr) nel settore delle telecomunicazioni e della digitalizzazione;

   in questi mesi si sono aggiunti alcuni elementi che hanno aumentato la preoccupazione dei lavoratori e delle lavoratrici, a partire dagli esuberi del 25 per cento del personale (150 persone circa) già dichiarati in sede aziendale e che non sembrano lasciare spazi a positive prospettive;

   la prossima scadenza degli ammortizzatori sociali, utilizzati dall'azienda in larga misura, potrebbe infine far precipitare la situazione dal momento che l'utilizzo della cassa integrazione ha permesso la «tenuta» dell'azienda;

   vi è da sottolineare che a tale situazione di incertezza e precarietà per i lavoratori e le lavoratrici Flex fa da contraltare la dichiarazione dell'azienda di un bilancio in attivo e migliore rispetto agli ultimi 3 anni e del pagamento di un premio di risultato e di una serie di premi «ad personam» distribuiti a una parte del personale dipendente, nonostante il confronto sindacale per il contratto integrativo di 2° livello risulti bloccato, perché, a detta aziendale, non ci sono le condizioni economiche per discutere;

   a parere dell'interrogante sarebbe incomprensibile e ingiustificabile subire una perdita occupazionale in un settore così strettamente legato ai programmi del Governo per lo sviluppo del nostro Paese e in un momento in cui ingenti risorse dovrebbero essere indirizzate proprio nella digitalizzazione –:

   quali iniziative urgenti di competenza intendano assumere i Ministri interrogati affinché, attraverso un monitoraggio costante della vertenza in sede di tavolo di confronto ministeriale, possano essere concretamente sostenute le prospettive industriali del sito, così da garantire gli attuali livelli occupazionali.
(4-10649)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 30 marzo 2022
nell'allegato B della seduta n. 668
4-10649
presentata da
FRATOIANNI Nicola

  Risposta. — A riguardo, sentita la Direzione generale competente del Ministero dello sviluppo economico, si rappresenta quanto segue.
  Con l'atto in esame l'interrogante chiedeva l'apertura di un «tavolo di confronto» per lo stabilimento della Flextronics di Trieste di proprietà della multinazionale statunitense delle telecomunicazioni Flex Ltd, specializzata in materiali elettronici. A preoccupare l'interrogante era, infatti, il rischio di esuberi che sembra essere determinato dal minor carico di lavoro e dalla delocalizzazione della produzione a Timisoara in Romania.
  Ebbene, il Ministero dello sviluppo economico, in data 22 giugno 2021, su richiesta delle organizzazioni sindacali ha provveduto ad aprire un tavolo di confronto dedicato convocando un incontro.
  In tale occasione, l'Azienda ha evidenziato la situazione di grande incertezza del mercato caratterizzata soprattutto dalla difficoltà di reperimento delle materie prime provenienti dall'Asia.
  Ha altresì reso noto che stava lavorando alla ricerca di nuovi clienti, oltre alla fidelizzazione dello storico cliente Nokia, ciò aveva portato all'acquisizione di quattro nuovi clienti ed a intensificare la presenza aziendale in altri settori industriali come, la robotica e la componentistica.
  Ha, infine, precisato che il sito di Trieste rappresenta la base produttiva di tutte le tecnologie per favorire l'ottimizzazione di tutti i processi produttivi.
  Successivamente, in data 25 novembre 2021, il rappresentante della società ha ribadito il perdurare della situazione di grande incertezza del mercato caratterizzata soprattutto dalla difficoltà di approvvigionamento di materie prime che si sta registrando anche su scala mondiale.
  Tale situazione ha determinato dei ritardi nella consegna della merce, in particolar modo, dei dispositivi semiconduttori e dei circuiti integrati che vengono usati, in misura massiva, su tutte le lavorazioni realizzate a Trieste. Di conseguenza, i nuovi progetti, compreso lo sviluppo della nuova famiglia di prodotto cosiddetta «quinta generazione», hanno registrato dei ritardi che hanno reso necessario il ricorso alla cassa integrazione, almeno fino al primo semestre 2022.
  L'azienda ha reso noto che vi è una serie di contatti in corso, due dei quali sono in fase finale di formalizzazione di accordi che prevederebbero l'ingresso di nuove commesse con un orizzonte produttivo a medio termine.
  La società, ha affermato che, nonostante sia avvantaggiata dall'appartenenza ad un grande gruppo solido, allo stato attuale, data la situazione di incertezza del mercato, non riesce ad avere visibilità sull'approvvigionamento delle materie prime. Tuttavia persiste la volontà dell'azienda, anche grazie a possibili strumenti istituzionali, di riprendere l'attività a pieno regime al più presto possibile.
  Per quanto di competenza, è stato comunicato che il tavolo sarà riconvocato per aggiornamenti ed è stato richiesto ai rappresentanti della società di coinvolgere il gruppo di appartenenza per poter illustrare le strategie industriali future, evidenziando la piena disponibilità a fornire il proprio supporto al piano industriale dell'azienda e mettendo a disposizione tutti gli strumenti disponibili.
  Circa le politiche di delocalizzazione citate dall'interrogante, il Governo in considerazione della necessità di prevedere misure di natura incentivante volte a impegnare imprese, parti sociali e istituzioni nella ricerca di soluzioni efficaci per la valorizzazione e la tutela del tessuto occupazionale e produttivo del territorio interessato, ha previsto nella legge di bilancio per il 2022 (legge 30 dicembre 2021, n. 234), ai commi 224-236, un'apposita procedura per le imprese che intendano chiudere l'attività.
  In particolare, al fine di garantire la salvaguardia del tessuto occupazionale e produttivo, il datore di lavoro che intenda procedere alla chiusura di una sede, di uno stabilimento, di una filiale, o di un ufficio o reparto autonomo situato nel territorio nazionale, con cessazione definitiva della relativa attività e con licenziamento di un numero di lavoratori non inferiore a 50, è tenuto a dare comunicazione per iscritto dell'intenzione di procedere alla chiusura alle rappresentanze sindacali aziendali o alla rappresentanza sindacale unitaria nonché alle sedi territoriali delle associazioni sindacali di categoria comparativamente più rappresentative sul piano nazionale e, contestualmente, alle regioni interessate, al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, al Ministero dello sviluppo economico e all'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal), almeno novanta giorni prima dell'avvio della procedura, indicando altresì le ragioni economiche, finanziarie, tecniche o organizzative della chiusura, il numero e i profili professionali del personale occupato e il termine entro cui quest'ultima è prevista.
  Entro sessanta giorni dalla comunicazione di cui al citato comma 224, il datore di lavoro deve elaborare un piano per limitare le ricadute occupazionali ed economiche derivanti dalla chiusura e presentarlo alle rappresentanze sindacali e contestualmente alle regioni interessate, al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, al Ministero dello sviluppo economico e all'Anpal.
  Prima della conclusione dell'esame del piano e della sua eventuale sottoscrizione il datore di lavoro non può avviare la procedura di licenziamento collettivo di cui alla legge 23 luglio 1991, n. 223, né intimare licenziamenti per giustificato motivo oggettivo.
  In mancanza di presentazione del piano, della sua mancata sottoscrizione ovvero dell'inadempimento degli impegni assunti, il datore di lavoro è tenuto a pagare una serie di sanzioni (comma 235).
  In conclusione, si assicura il massimo impegno del Ministero dello sviluppo economico, in sinergia con le altre amministrazioni direttamente coinvolte, ad evitare fenomeni di delocalizzazione e a continuare a seguire costantemente l'evoluzione della situazione concernente la Flex di Trieste, al fine di garantire la continuità della produzione e la tenuta dei livelli occupazionali.

La Viceministra dello sviluppo economico: Alessandra Todde.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

soppressione di posti di lavoro

politica dell'impresa

conservazione del posto di lavoro