ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10646

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 591 del 09/11/2021
Firmatari
Primo firmatario: FORNARO FEDERICO
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 09/11/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CONTE FEDERICO LIBERI E UGUALI 09/11/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 09/11/2021
Stato iter:
23/06/2022
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/06/2022
CARTABIA MARTA MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 23/06/2022

CONCLUSO IL 23/06/2022

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10646
presentato da
FORNARO Federico
testo di
Martedì 9 novembre 2021, seduta n. 591

   FORNARO e CONTE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il 20 luglio 2021, a Voghera (Pavia), l'assessore comunale alla sicurezza, Massimo Adriatici, della Lega, spara a Youns El Boussettaoui, 39 anni, di origini marocchine, uccidendolo;

   Adriatici, ex funzionario di polizia, avvocato, riferisce di aver sparato mentre cadeva dopo aver ricevuto una spinta dalla vittima, a seguito di un alterco;

   l'assessore leghista viene arrestato e collocato ai domiciliari; la procura smentisce l'ipotesi di procedimento per omicidio volontario e iscrive Adriatici per eccesso colposo in legittima difesa;

   secondo quanto riportato dal quotidiano la Repubblica, «il pm Roberto Valli già la mattina dopo la morte, prima dell'autopsia, aveva qualificato i fatti come eccesso di legittima difesa, per poi correggere a penna il verbale di conferimento di incarico, indicando l'articolo 575 dell'omicidio volontario; l'imputazione però scomparirà nella richiesta di misura cautelare»;

   la scelta di procedere per eccesso di legittima difesa comporta la decorrenza dei termini di custodia cautelare dopo tre mesi e la scarcerazione di Adriatici avvenuta il 20 ottobre 2021;

   per come si evidenzia fin da subito, la vicenda appare gravata da molte ombre che non sembrano aver ricevuto la dovuta attenzione dagli inquirenti; secondo le ricostruzioni effettuate anche grazie a riprese video dei sistemi di sorveglianza – e pubblicate da alcuni organi di stampa –, l'assessore leghista non avrebbe incontrato la vittima in modo fortuito, poco prima della colluttazione, ma l'avrebbe pedinata per più di dieci minuti con Adriatici che mostrerebbe la pistola sul palmo della mano ben prima dello sparo;

   altri dubbi si sono via via addensati sulle modalità operative dell'investigazione; l'autopsia è eseguita alle 10.30 della mattina dopo; i legali che già seguivano Youns El Boussettaoui per i suoi problemi di droga, non vengono informati, nonostante la vittima fosse domiciliata presso il loro studio legale per diversi procedimenti; non vengono avvisati neppure i suoi familiari, tutti cittadini italiani e con residenza a Vercelli;

   secondo quanto riportato dal quotidiano la Repubblica e dall'agenzia Lapresse, mentre il corpo di El Boussettaoui è ancora sul marciapiede di piazza Meardi, un video mostra i carabinieri che svolgono i rilievi nell'area recintata e tra loro c'è anche Adriatici, che parla con altri testimoni. Per i legali della famiglia, Adriatici «manipola la scena del crimine istruendo i testimoni alla presenza dei carabinieri»;

   le successive indagini evidenziano che la Beretta di Adriatici, con il colpo in canna, era caricata con proiettili espansivi Winchester calibro 22 Long Rifle, chiamati «dum dum» perché un foro sulla punta dell'ogiva ne aumenta l'apertura provocando maggiori ferite; la procura non ha inteso contestare alcuna accusa sull'uso dei proiettili espansivi, dal 2008 equiparate dalla Cassazione a munizioni di guerra;

   il quotidiano La Repubblica ha documentato, con un video, che a un incontro elettorale della Lega a Legnano (convegno del 1° ottobre 2020, tre giorni prima del ballottaggio delle Comunali) ha partecipato anche il procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, reggente della procura fino all'arrivo del nuovo capo, coordinatore delle indagini sulla morte di Youns; nel video, seduta alla sinistra del procuratore, c'è la candidata sindaco della Lega, poi sconfitta; all'incontro intervengono poi altri due leghisti: l'assessore regionale Claudia Terzi e l'eurodeputato Angelo Ciocca;

   molti dubbi sono stati sollevati sulla gestione dell'indagine da parte della procura di Pavia, con quello che appare quanto meno come un approccio minimalista ai fatti;

   occorre fare chiarezza sulle troppe zone d'ombra emerse nell'inchiesta relativa all'omicidio di Youns El Boussettaoui –:

   se il Ministro interrogato non ritenga, per quanto di competenza, alla luce di quanto riportato in premessa, di adottare iniziative ispettive presso gli uffici giudiziari di Pavia.
(4-10646)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 23 giugno 2022
nell'allegato B della seduta n. 713
4-10646
presentata da
FORNARO Federico

  Risposta. — Con l'atto di sindacato ispettivo in esame, gli interroganti – dopo avere premesso che la vicenda dell'omicidio dell'El Boussettaoui Youns ad opera dell'Adriatici Massimo, consumato in Voghera in data 20 luglio 2021, «...appare gravata da molte ombre che non sembrano avere ricevuto la dovuta attenzione dagli inquirenti...» – domandano alla Ministra della giustizia «se... non ritenga... di adottare iniziative ispettive presso gli Uffici Giudiziari di Pavia...»
  Al riguardo occorre immediatamente mettere in risalto che il procedimento penale avviato nei confronti dell'Adriatici Massimo in relazione all'episodio sopra tratteggiato pende nella fase delle indagini preliminari, caratterizzata dallo svolgimento di plurimi accertamenti istruttori, alcuni dei quali ancora in corso e coperti dal segreto investigativo.
  Venendo ai punti specificamente affrontati nell'atto di sindacato ispettivo, bisogna rilevare, con riferimento all'esame autoptico e in particolare all'omesso avviso del compimento dello stesso alle persone offese, che nell'immediatezza dei fatti i Carabinieri di Voghera dapprima comunicavano al pubblico ministero procedente l'assenza di familiari della vittima in Italia, salvo rettificare siffatta circostanza in seguito alla presentazione spontanea di questi ultimi in caserma. Appreso ciò, la parte pubblica invitava senza ritardo le persone offese a partecipare con tecnici di loro fiducia alla redazione della consulenza autoptica.
  In relazione alla raccolta di informazioni testimoniali da persone con le quali l'Adriatici Massimo si era trattenuto sul luogo e nell'immediatezza dei fatti, si è provveduto, al fine di permettere una valutazione completa dell'attendibilità delle suddette persone, ad estrapolare da un video alcune frasi proferite in quel contesto; tali persone risultano poi essere state escusse più volte, anche in sede di incidente probatorio innanzi al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Pavia.
  Quanto alla conversazione tra l'Adriatici Massimo e alcuni funzionari di polizia giudiziaria chiamati ad effettuare i rilievi, essa ha avuto luogo subito dopo il fatto, ossia alle ore 23 circa del 20 luglio 2021, come da videoripresa acquisita, mentre il pubblico ministero di turno è stato avvisato dell'occorso alle ore 0,44 del 21 luglio 2021. Va in proposito chiarito che alle ore 23,11 del 20 luglio 2021 l'Adriatici Massimo, non ancora tratto in arresto, è stato condotto in caserma a bordo dell'autovettura dei Carabinieri; il decesso dell'El Boussettaoui Youns è avvenuto alle successive ore 23,40 del 20 luglio 2021. Solo in seguito, come si è innanzi posto in evidenza, è stato avvisato il pubblico ministero di turno, il quale ha richiesto che i Carabinieri di Pavia prestassero ausilio ai Carabinieri di Voghera.
  Per quanto concerne il munizionamento utilizzato dall'Adriatici Massimo, deve essere ricordato che all'indagato è stato contestato il reato previsto e punito dall'articolo 4 della legge n. 895 del 1967 – porto di munizionamento da guerra –, anche se i primi accertamenti tecnici eseguiti sembrerebbero escludere la natura di munizioni da guerra dei proiettili in questione; sono comunque in corso ulteriori approfondimenti tecnici e istruttori.
  Infine, quanto alla circostanza del pedinamento dell'El Boussettaoui Youns ad opera dell'Adriatici Massimo, va segnalata che la stessa è stata riferita dall'indagato al pubblico ministero, e segnatamente al procuratore capo facente funzione, nell'interrogatorio del 21 luglio 2021. Il medesimo procuratore capo facente funzione non coassegnatario del procedimento penale avviato nei confronti dell'Adriatici Massimo, ha precisato di avere partecipato in data 1o ottobre 2020 a un incontro (organizzato senza riferimenti ad alcun partito politico) sui temi della legalità, dell'antimafia e della trasparenza organizzato in Legnano nella Villa Sant'Uberto cui prendeva parte, tra gli altri, il candidato sindaco della lista civica «Toia Sindaco». In questa evenienza il procuratore capo facente funzione veniva invitato a riferire in merito alla sua pregressa esperienza di Sostituto procuratore della Procura della Repubblica presso il tribunale di Milano – Direzione distrettuale antimafia – durante la quale aveva svolto importanti indagini di criminalità organizzata in quel territorio (con peculiare riferimento alle infiltrazioni ivi della ‘ndrangheta e in particolare della 'ndrina Farao Marincola di Cirò) ottenendo significativi risultati anche dal punto di vista dell'aggressione ai patrimoni di illecita provenienza.
  Ad ulteriore dimostrazione dell'impegno e dello scrupolo con i quali sono state condotte le indagini in relazione all'omicidio dell'El Boussettaoui Youns ad opera dell'Adriatici Massimo va ricordato che nel corso delle stesse: sono stati redatti 32 verbali di sommarie informazioni rese da 25 persone diverse; sono state estese dai Carabinieri di Voghera 72 annotazioni di polizia giudiziaria; sono stati acquisiti i filmati di 13 diversi sistemi di videosorveglianza; sono state eseguite 6 consulenze tecniche, di cui 2 a norma dell'articolo 360 del codice di procedura penale inerenti accertamenti tecnici irripetibili rispettivamente di natura medico legale e tossicologica (consulenza collegiale) e balistica, e 4 ai sensi dell'articolo 359 del codice di procedura penale, di natura psichiatrica, neurologica, informatica e sulle dinamiche psicologiche dello sparo; è stato interrogato 2 volte l'indagato; sono stati escussi 2 testimoni in sede di incidente probatorio innanzi al Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Pavia (in attesa di escutere un terzo testimone, rientrato nel frattempo nel Paese di origine).
  All'esito di questa complessa e articolata attività investigativa il pubblico ministero decideva di elevare contestazione nei confronti dell'Adriatici Massimo in relazione al reato di eccesso colposo in legittima difesa (articoli 52, 55 e 589 cp), imputazione pienamente condivisa anche dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pavia.
  Ne discende, alla luce di tutti gli elementi sinora passati analiticamente in rassegna, che al momento non sembra possibile individuare spazi per l'avvio da parte di questo Dicastero di «...
iniziative ispettive...» a carico dell'autorità giudiziaria di Pavia, in assenza di riscontrate anomalie nell'operato della stessa con riferimento alla vicenda indicata nell'atto di sindacato ispettivo.
La Ministra della giustizia: Marta Cartabia.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

inchiesta giudiziaria

procedura penale

omicidio