ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10479

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 578 del 20/10/2021
Firmatari
Primo firmatario: PALAZZOTTO ERASMO
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 20/10/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELL'INTERNO 20/10/2021
MINISTERO DELL'INTERNO 20/10/2021
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 26/10/2021
Stato iter:
25/01/2022
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 25/01/2022
SERENI MARINA VICE MINISTRO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 25/01/2022

CONCLUSO IL 25/01/2022

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10479
presentato da
PALAZZOTTO Erasmo
testo di
Mercoledì 20 ottobre 2021, seduta n. 578

   PALAZZOTTO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   il rapporto, pubblicato ad ottobre 2021, della Missione indipendente d'inchiesta in Libia, istituita nel 2020 dal Consiglio Onu per i diritti umani con il mandato di verificare il rispetto dei diritti umani nel Paese evidenzia che i crimini di guerra e contro l'umanità sono stati commessi da tutte le parti coinvolte nel conflitto, iniziato nel 2016, contro le popolazioni più vulnerabili presenti sul territorio libico;

   fra queste, il rapporto si concentra esplicitamente su migranti, rifugiati e richiedenti asilo. La loro condizione ha visto un significativo deterioramento a partire dal 2016: «dal momento in cui migranti entrano in Libia diretti in Europa, questi sono sistematicamente sottoposti a una sequela di abusi»;

   nel quadro delle violazioni dei diritti dei migranti, viene delineato il ruolo di primo piano della Guardia costiera libica, che anima un vero e proprio ciclo di violenze e sfruttamento. I migranti solitamente pagano una somma di denaro per salpare dalle coste libiche per poi essere intercettati e catturati – in modo sconsiderato e talvolta fatale – dalla Guardia costiera che li riporta in Libia, dove sono detenuti in centri di prigionia gestiti dal Dipartimento per la lotta all'immigrazione clandestina, in condizioni di terrificanti violazioni dei loro diritti fondamentali;

   il report dettaglia testimonianze di torture e violenze anche di tipo sessuale subite dai migranti detenuti. Soltanto il pagamento di ingenti somme di denaro, lo svolgimento di lavori forzati, l'elargizione di favori sessuali possono fornire vie di fuga. Alcuni testimoni riportano di aver subito l'intero ciclo di violenze per dieci volte;

   se questo è il destino cui vanno incontro migliaia di persone, di moltissimi altri non si ha notizia: secondo il rapporto solo il 30 per cento dei migranti intercettati dalla guardia costiera libica nei primi otto mesi del 2021 figura come prigionieri nei campi di detenzione. Gli altri vengono con tutta probabilità venduti a trafficanti e gruppi armati che li sottopongono a ulteriori abusi quotidiani;

   il rapporto insiste con particolare enfasi sul fatto che si tratta di operazioni sistematiche e diffuse che non hanno mai visto alcun tipo di indagine da parte delle autorità libiche né tantomeno un tentativo di riforma. Al contrario, il mancato accertamento delle responsabilità per gli abusi sui migranti evidenzia una politica di Stato che incoraggia l'estorsione a danni dei migranti detenuti, nonché l'uso di violenze e discriminazioni anche come strumento di deterrenza delle traversate in mare. Tale politica viene messa in atto anche grazie a milizie (alcune delle quali gestiscono i centri di detenzione), reti criminali e trafficanti di esseri umani;

   il coinvolgimento diretto delle autorità governative negli abusi ai danni dei migranti viene testimoniato anche dalla nota informativa sulla Libia della portavoce della Commissaria Onu per i diritti umani, pubblicata il 12 ottobre 2021. Questa si riferisce in particolare alla serie di incidenti verificatisi a inizio ottobre a partire dal raid ordinato dal Ministero dell'interno libico a Gargaresh contro un insediamento informale abitato da centinaia di migranti e richiedenti asilo;

   questi due documenti fanno eco a numerose dichiarazioni istituzionali, diversi report di Ong e giornalistici che da anni denunciano le condizioni disumane dei migranti in Libia e, al contempo, la condotta criminale della Guardia costiera libica;

   con la proroga della missione bilaterale di assistenza alle istituzioni libiche preposte al controllo dei confini marittimi, l'Italia ha rinnovato il proprio supporto alla Guardia costiera libica, incrementandone il finanziamento di circa mezzo milione di euro –:

   quali iniziative intendano assumere, alla luce dei rapporti delle Nazioni Unite richiamati in premessa, affinché venga rivista, in modo sostanziale, la collaborazione dell'Italia con le autorità libiche che si sono macchiate di gravi violazioni dei diritti umani tali da essere considerate un crimine contro l'umanità.
(4-10479)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 25 gennaio 2022
nell'allegato B della seduta n. 632
4-10479
presentata da
PALAZZOTTO Erasmo

  Risposta. — L'Italia è costantemente impegnata sul piano bilaterale e multilaterale nel sostegno ad una effettiva transizione istituzionale in Libia. Lo dimostrano le numerose missioni effettuate, da ultimo quella del Ministro Di Maio il 21 ottobre 2021. Vogliamo accompagnare il Paese verso la sua definitiva stabilizzazione sotto il profilo politico-istituzionale e della sicurezza. Questo resta un obiettivo prioritario per la Farnesina, nella consapevolezza che il suo raggiungimento favorirà una maggiore garanzia del rispetto del diritto umanitario e dei diritti umani da parte delle autorità libiche, a beneficio dei libici e dei migranti presenti nel Paese. L'Italia sostiene da sempre un approccio onnicomprensivo al fenomeno migratorio, volto a favorire una gestione più efficace e pienamente rispettosa degli standard internazionali.
  Abbiamo sostenuto con convinzione l'istituzione della missione di accertamento dei fatti sulla Libia da parte del Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite, il cui mandato è stato rinnovato recentemente per ulteriori nove mesi. La Missione potrà accertare fatti e circostanze relativi a violazioni e abusi dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario in Libia dal 2016.
  La tutela delle condizioni di migranti e rifugiati è centrale anche nell'ambito della cooperazione bilaterale tra Italia e Libia. Il Governo sostiene il rafforzamento delle capacità delle autorità libiche in attività di ricerca e salvataggio all'interno della propria area di responsabilità e contro il traffico di esseri umani, nel pieno rispetto delle normative internazionali. Questa è, d'altra parte, solo una delle linee d'azione.
  L'Italia resta infatti l'unico Paese europeo ad effettuare evacuazioni dirette dalla Libia. Siamo inoltre tra i principali sostenitori dei rimpatri volontari assistiti, per i quali ci siamo spesi in maniera incessante con le controparti libiche. Negli stessi contatti abbiamo sempre sottolineato – da ultimo il 21 ottobre 2021 durante l'incontro del Ministro Di Maio con il Primo Ministro Dabaiba, a margine della Conferenza sulla stabilizzazione della Libia – la necessità di tutelare migranti e rifugiati.
  Con il Fondo migrazioni, dal 2017 la Farnesina ha investito oltre 84 milioni di euro per migliorare le condizioni di vita di migranti e rifugiati in Libia, valorizzando l'azione congiunta da parte dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni e Alto commissariato Onu per i rifugiati. Le iniziative finanziate con il Fondo comprendono attività di formazione in materia di diritti dei migranti a beneficio delle autorità libiche e il sostegno al meccanismo sul transito di emergenza istituito dall'Alto commissariato delle Nazioni Unite. Quest'ultimo strumento assiste i rifugiati particolarmente vulnerabili, tra cui quelli reclusi nei centri di detenzione, consentendo loro un'uscita sicura dalla Libia verso una sistemazione regolare in Niger e in Ruanda in attesa del reinsediamento in Paesi occidentali, tra cui l'Italia.
  L'organizzazione dei voli umanitari dalla Libia è recentemente ripresa, pur in presenza di numerose difficoltà. Infatti, anche grazie anche al sostegno della Farnesina e dell'Ambasciata d'Italia a Tripoli, l'Organizzazione internazionale per le migrazioni ha ripreso i voli il 21 ottobre 2021, mentre l'Alto commissariato Onu per i rifugiati è riuscito a far decollare un primo volo umanitario verso Niamey il 5 novembre 2021. Il prossimo volo umanitario verrà effettuato il 21 novembre 2021, se saranno garantite le condizioni di sicurezza necessarie per la sua realizzazione.
  Ci siamo spesi molto affinché la chiusura dei centri fosse espressamente inclusa tra gli impegni per le autorità libiche nelle Conclusioni della seconda Conferenza di Berlino sulla Libia del 23 giugno 2021.
  Sui diritti dell'individuo, in particolare di quelli più fragili, l'Italia non è disponibile a compromessi. Né in Libia, né altrove.

La Viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale: Marina Sereni.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti umani

asilo politico

migrante