ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09755

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 536 del 07/07/2021
Firmatari
Primo firmatario: SAPIA FRANCESCO
Gruppo: MISTO-L'ALTERNATIVA C'È
Data firma: 07/07/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 07/07/2021
Stato iter:
01/08/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 01/08/2021
DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 01/08/2021

CONCLUSO IL 01/08/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09755
presentato da
SAPIA Francesco
testo di
Mercoledì 7 luglio 2021, seduta n. 536

   SAPIA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   di recente, giornali e televisioni hanno parlato del caso di Mauro Romano, bambino scomparso il 21 giugno 1977 a Racale (Lecce) e mai più ritrovato;

   in 44 anni tante sono state le piste seguite dagli inquirenti e le indagini aperte a riguardo, ma tutte archiviate;

   in «Storia di una scomparsa» (Fandango), gli autori Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni, per la prima volta, ricostruiscono nel dettaglio tutte le piste seguite dal 1977;

   a far discutere è anche una cosiddetta «pista araba»: la madre di Mauro Romano, Bianca Colaianni, avrebbe riconosciuto nel 1999 suo figlio nel volto di un magnate arabo, Mohammed Al Habtoor;

   Mohammed Al Habtoor ha sempre negato di essere Mauro Romano, ma il suo comportamento ondivago avrebbe dato modo alla famiglia di nutrire sospetti;

   come emerge dal summenzionato libro, della «pista araba» furono informati anche le istituzioni. Il commissario straordinario per le persone scomparse, Gennaro Monaco, si interessò al caso Romano e il 13 marzo 2008 scrisse un fax al console in servizio a Dubai, Roberto Vagni chiedendo di «intercedere presso il signor Khalaf Ahmed Al Habtoor in modo da poter favorire, ove possibile, l'incontro tra le due famiglie»;

   il 28 maggio 2008 l'Agenzia consolare d'Italia a Dubai rispose, come scrivono Piccinni e Gazzanni, «Il repentino riscontro sollevò non poche domande. La più significativa si focalizzava sul tipo di accertamenti svolti e sulle singolari modalità di replica. A destare preoccupazioni furono però e soprattutto le parole del Consolato che in due sintetiche pagine sottolineava l'impossibilità che Mohammed fosse Mauro, non contestava nel merito le dichiarazioni dei Romano, bensì mostrava solo una profonda riverenza verso una famiglia considerata unanimemente molto potente negli Emirati»;

   nel dettaglio, il dottor Vigna specificava come il signor Al Habtoor fosse «cittadino e figlio di Khalaf Ahmed Al Habtoor, uno dei 500 uomini più ricchi al mondo (369esimo nella lista di Forbes 2007)» e proseguiva mettendo in evidenza come «all'interno del mio ruolo di rappresentante in loco dello Stato italiano, riterrei che mettere in dubbio in qualche modo la parola del signor Khalaf Ahmed Al Habtoor e sollecitare prove ulteriori di quanto da lui affermato potrebbe essere accolto come un gesto di estrema indelicatezza e forse anche offensivo»;

   suscita perplessità il fatto che un rappresentante delle istituzioni italiane si sia preoccupato più di essere offensivo nei confronti di un cittadino emiratino che nei confronti di una famiglia italiana che, tra le altre cose, era alla ricerca disperata del figlio;

   la missiva concludeva affermando: «Pregherei codesto commissario – qualora non ritenesse sufficiente la presente lettera per chiudere [...] questa ipotesi di identificazione – a rinnovare a codesto Ministero degli affari esteri e a codesta Ambasciata (che leggono per conoscenza) la richiesta di intervento già qui formulati con i fax in riferimento, affidando ai loro superiori l'opportunità di un approccio della famiglia Al Habtoor»;

   da allora, tuttavia, nessun altro tentativo è stato fatto;

   lungi dal ritenere che Mohammed Al Habtoor sia Mauro Romano, la famiglia italiana ha sempre chiesto anche solo un incontro riservato per chiarire le posizioni in campo e avere un confronto diretto con l'uomo che fino ad oggi si è sempre sottratto alla possibilità di un test del Dna –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti elencati in premessa;

   se non ritenga opportuno acquisire ulteriori elementi circa il lavoro svolto allora dal Consolato italiano a Dubai, in merito agli approfondimenti svolti sul caso Romano;

   se non ritenga opportuno oggi, a distanza di 44 anni dalla scomparsa, adottare iniziative tramite la rete diplomatica al fine di favorire un incontro, lontano dalle telecamere, delle famiglie Romano e Al Habtoor.
(4-09755)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Domenica 1 agosto 2021
nell'allegato B della seduta n. 551
4-09755
presentata da
SAPIA Francesco

  Risposta. — Il connazionale Mauro Romano è scomparso a Racale in provincia di Lecce il 21 giugno 1977, all'età di sei anni e non è stato mai più ritrovato. Nel corso degli anni gli inquirenti hanno seguito diverse piste, tra cui anche quella di un sequestro commissionato che avrebbe portato al trasferimento del minore presso un'altra famiglia.
  L'indagine della procura di Lecce è stata riaperta lo scorso gennaio.
  I genitori, i Signori Bianca Colaianni e Natale Romano, avrebbero individuato nel 1999 delle somiglianze con lo sceicco emiratino Mohammed AI Habtoor. In particolare due segni distintivi, una cicatrice sul sopracciglio sinistro e una bruciatura sulla mano destra. Il signor Al Habtoor ha sempre negato di essere Mauro Romano.
  Nel marzo 2008 il commissario straordinario per le persone scomparse, Gennaro Monaco, ha scritto all'agente consolare a Dubai, chiedendo di facilitare un incontro tra il signor Khalaf Ahmed Al Habtoor e la famiglia del connazionale scomparso. Il tentativo non ha avuto alcun esito.
  Il legale della famiglia Romano, l'avvocato La Scala, avrebbe di recente richiesto alle autorità emiratine la collaborazione ai fini di una comparazione del DNA, che dovrebbe fugare ogni dubbio sull'identità del presunto figlio dei coniugi Romano.
  I familiari mirerebbero in particolare a ottenere che l'esame del DNA venga eseguito tramite l'intercessione delle autorità consolari, in particolare il consolato generale d'Italia a Dubai.
  L'Ambasciata d'Italia ad Abu Dhabi e il consolato generale a Dubai non hanno tuttavia ricevuto per parte loro alcuna richiesta da parte della famiglia Romano o del suo legale. Inoltre, la sfera di competenza della sede rispetto alla vicenda è limitata, in mancanza di un intervento della magistratura. La richiesta di intercessione dell'Ambasciata ai fini dell'esecuzione dell'esame del DNA appare «ultra vires» ed esula dalle sue competenze.
  La Farnesina rimane a disposizione dei familiari per prestare assistenza, tramite l'Ambasciata, nell'ambito delle proprie competenze, oltre a restare a disposizione della magistratura nell'ambito di un'eventuale attività di cooperazione giudiziaria.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale: Benedetto Della Vedova.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

consolato