ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09619

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 529 del 23/06/2021
Firmatari
Primo firmatario: FERRO WANDA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 23/06/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 23/06/2021
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09619
presentato da
FERRO Wanda
testo di
Mercoledì 23 giugno 2021, seduta n. 529

   FERRO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della transizione ecologica, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   con atti di sindacato ispettivo n. 4-01046 del 2018, n. 4-07436 del 2020 e n. 4-08577 del 2021, tutti ad oggi ancora senza riscontro, l'interrogante denunciava la preoccupante situazione di degrado e illegalità in cui versa da tempo il campo rom della città di Lamezia Terme (Catanzaro), in località «Scordovillo», tra i più grandi del Meridione;

   è di questi giorni la notizia dell'operazione «Quarta chiave», condotta dalla procura distrettuale di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri, che ha consentito di interrompere un traffico illecito di rifiuti e il pericoloso smaltimento attraverso i roghi tossici che periodicamente soffocavano la città;

   come spiegato da Gratteri «Abbiamo toccato un'organizzazione dedita a smaltire rifiuti in modo illegale da decenni. Molti degli odierni indagati hanno l'aggravante della reiterazione. Per loro è normale delinquere e inquinare ettari ed ettari di terreno. Per loro è normale incendiare rifiuti tossici, come accaduto nel 2019. [...] Abbiamo assistito a fenomeni di continuo inquinamento. C'era un fortino in mano a gruppi di persone – che non voglio criminalizzare in modo generico – dedite ai reati di inquinamento ambientale. Alcune porzioni di territorio sono contaminate anche da metalli pesanti in modo irreversibile»;

   secondo i dettagli svelati dal procuratore aggiunto vicario Capomolla: «Sono state emesse 29 misure cautelari. Siamo di fronte a reati che generano molto allarme sul piano ambientale e igienico e sanitario. L'attività di smaltimento di rifiuti pericolosi e non viene organizzata vicino all'ospedale grazie all'aiuto di ditte compiacenti che si prestano ad attività illegali nel conferimento, trasporto e deposito di rifiuti, utilizzando documenti contraffatti sulla tracciabilità. [...] Il trattamento dei rifiuti avveniva attraverso uno spregiudicato ricorso alla combustione nonostante l'area sia molto vicina all'ospedale. Il campo è totalmente sotto il controllo della comunità insediata ed è molto difficile effettuare controlli ed attività di indagine all'interno»;

   come accertato dagli inquirenti, il campo rom di Scordovillo è «un crocevia di criminalità», da tempo considerata una bomba ad orologeria pronta ad esplodere, ma nonostante negli anni si siano susseguite promesse, arresti e denunce, le istituzioni non hanno mai adottato gli opportuni provvedimenti;

   il primo sequestro preventivo risalirebbe, infatti, al 21 novembre 2006; un altro nel 2011, con il differimento dello sgombero di circa 30 giorni per permettere agli interessati di «arginare l'emergenza abitativa», ma, a distanza di pochi mesi, i primi rilievi effettuati dai Carabinieri del Noe di Catanzaro hanno tracciato i primi profili legati agli illeciti ambientali: «(...) rappresenta oramai un'autentica emergenza umanitaria ed ambientale al contempo da affrontare unicamente con lo sgombero immediato e la bonifica dell'area interessata dal campo rom, non essendo ipotizzabili strumenti alternativi (...). La scuola, che potrebbe rappresentare la via maestra per l'integrazione non fa il suo ingresso nel mondo rom e il campo, di converso, diventa ancor di più palestra per l'addestramento al crimine delle nuove generazioni», come scriveva nel 2011 il Pubblico ministero esaminati i campionamenti eseguiti dall'Arpacal che avevano evidenziato «un'elevata contaminazione di idrocarburi, piombo, cadmio e rame, con valori ben al di sopra della norma»;

   lo scenario emerso anche da quest'ultima operazione certifica che non sono più differibili lo sgombero del campo rom, che insiste su un'area di circa due ettari proprio a ridosso del presidio ospedaliero lametino «Giovanni Paolo II», e la bonifica della enorme discarica abusiva realizzata nell'accampamento –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali urgenti iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere per risolvere l'annosa vicenda del campo rom della città di Lamezia Terme (Catanzaro), in località «Scordovillo», disponendo il progressivo sgombero del sito e facendo fronte al danno ambientale nell'area di cui in premessa.
(4-09619)