Legislatura: 18Seduta di annuncio: 527 del 21/06/2021
Primo firmatario: LUCASELLI YLENJA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 18/06/2021
Ministero destinatario:
- PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
- MINISTERO DELL'INTERNO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega Delegato a rispondere Data delega PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 18/06/2021 PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 21/06/2021 Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 25/06/2021
LUCASELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
ha sconvolto tutti la tragica morte della giovane Saman Abbas, probabilmente uccisa dai familiari, perché si era opposta a un matrimonio combinato con un cugino in Pakistan; un femminicidio efferato concepito all'interno del contesto familiare, come risulterebbe dalle prime ricostruzioni degli inquirenti che stanno indagando sul caso, secondo i quali i genitori di Saman, di concerto con lo zio e i cugini, avrebbero ordito l'assassinio della ragazza in quanto lei rifiutava i codici culturali abbracciati dalla famiglia;
il 3 giugno 2021 l'Ucoii, Unione delle comunità islamiche d'Italia, ha emesso una fatwa contro i matrimoni forzati che sarebbero «in pieno contrasto anche con la dottrina islamica»;
si legge nella fatwa: «Nessun tipo di imposizione può essere usata in fatto di matrimonio e i contratti di matrimonio forzati non hanno alcuna validità», precisando, però, che «Ciò non toglie il diritto dei genitori di esprimere pareri e consigli non vincolanti nelle decisioni di matrimonio dei loro figli e figlie, al fine di rendere le relazioni delle famiglie più stabili e durature»;
pur volendone apprezzare la sostanza dei contenuti, certamente condivisibili, la fatwa emessa dall'Ucoii sul caso, a parere dell'interrogante, appare pericolosa e solleva una serie di interrogativi, in merito ai quali sarebbe necessaria una riflessione da parte delle istituzioni italiane;
in particolare, in Italia ci sono delle leggi a tutela dei soggetti minori di età e una specifica normativa in materia di femminicidi (cosiddetto codice rosso) e, pertanto, l'avvertita esigenza di emettere un parere religioso porterebbe a pensare che in Italia esista un mondo parallelo, che non riconosce le leggi nazionali e si sovrappone al diritto positivo;
per esprimere la contrarietà a questo efferato delitto e alla inaccettabile pratica che lo ha alimentato, sarebbe, peraltro, bastato un comunicato stampa o una dichiarazione ufficiale, come ha fatto la Grande moschea di Roma, che ad oggi è l'unica realtà islamica riconosciuta dallo Stato italiano come ente morale;
la fatwa è, infatti, un giudizio religioso, un'indicazione vincolante per quanto riguarda la fede delle persone e nei Paesi musulmani viene emessa solo se richiesto, spesso dai giudici, per aiutarli a prendere una decisione, ma questo accade perché nei Paesi musulmani l'Islam è religione di Stato, mentre l'Italia, Paese laico, non riconosce alcuna religione come religione di Stato –:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, considerata la gravità degli stessi, di quali informazioni disponga, anche in relazione all'attività di monitoraggio dell'Osservatorio sulle politiche religiose;
se non ritenga di adottare linee guida uniformi affinché gli operatori principalmente coinvolti (assistenti sociali, forze dell'ordine, medici, consultori) sappiano come intervenire in casi analoghi a quelli di Saman per intercettare tempestivamente i campanelli di allarme.
(4-09604)