ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09572

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 526 del 18/06/2021
Firmatari
Primo firmatario: ASCARI STEFANIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 15/06/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
NAPPI SILVANA MOVIMENTO 5 STELLE 14/06/2021
MARTINCIGLIO VITA MOVIMENTO 5 STELLE 14/06/2021
GRIPPA CARMELA MOVIMENTO 5 STELLE 14/06/2021
SCANU LUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 14/06/2021
SARLI DORIANA MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 22/06/2021


Elenco dei co-firmatari che hanno ritirato la firma
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma Data ritiro firma
CANCELLERI AZZURRA PIA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 21/06/2021 22/06/2021
PEZZOPANE STEFANIA PARTITO DEMOCRATICO 21/06/2021 22/06/2021
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 15/06/2021
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 21/06/2021

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 22/06/2021

SOLLECITO IL 03/08/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09572
presentato da
ASCARI Stefania
testo presentato
Venerdì 18 giugno 2021
modificato
Martedì 22 giugno 2021, seduta n. 528

   ASCARI, NAPPI, MARTINCIGLIO, GRIPPA, SCANU, SARLI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   dalla lettura di alcuni articoli di giornale l'interrogante ha appreso che, come stabilito dalla Convenzione di Istanbul, il trattato internazionale contro la violenza sulle donne (ratificato dall'Italia nel 2013), a partire dall'anno 2017, il Ministero della giustizia avrebbe dovuto fornire dei dati puntuali sulle vittime di violenza domestica e sui femminicidi alle istituzioni europee competenti, ma di queste informazioni non vi sarebbe alcuna traccia;

   in particolare, si legge che entro il 31 marzo 2021, il Ministero della giustizia avrebbe dovuto fornire al Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa dati su come l'Italia sta cercando di colmare le gravi lacune riscontrate riguardo alle misure adottate per prevenire, gestire e punire la violenza domestica e i femminicidi: ma ciò non sarebbe stato ancora fatto;

   è dal 2017 che il Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa chiede, in particolare, dati su «i criteri utilizzati dalle autorità competenti per rispondere alle richieste di misure preventive e protettive, il tempo medio di risposta e di attuazione di tali misure e il numero di misure adottate; la durata media delle indagini e dei procedimenti penali in relazione a episodi di violenza domestica e molestie; il numero di tali casi interrotto e il numero di condanne e assoluzione in relazione ai reclami presentati»;

   sono informazioni fondamentali attraverso le quali si potrebbero sapere: il numero delle vittime di femminicidio che avevano denunciato ripetutamente il loro assassino e non sono state adeguatamente protette; informazioni su quante volte parenti e amici di queste donne raccontano che, al momento della denuncia, i fatti da loro raccontati erano stati derubricati a «conflitti famigliari» o che era stato consigliato di far pace col marito; il numero delle donne che non denunciano per paura di ritorsioni o di non riuscire a provvedere a se stesse e ai loro figli; il numero delle donne che si rivolgono ai servizi sanitari e sociali in seguito a episodi di violenza (i dati esistono solo per alcune regioni e spesso senza considerare il sesso e la relazione tra autore e vittima); il numero e la tipologia delle vittime coinvolte nelle violenze (figli della vittima o altri familiari); il tipo di violenza esercitata (economica, psicologica);

   quello che mancherebbe è soprattutto un sistema di raccolta di dati disaggregati e coordinati e che siano, quindi, statisticamente rilevanti, oltre a delle pubblicazioni periodiche relative a tali dati;

   sono dati che, non solo, obbliga a raccogliere la Convenzione di Istanbul e che più recentemente sono stati richiesti dal Gruppo di esperte sulla violenza contro le donne (Grevio), organismo indipendente del Consiglio d'Europa, ma che sono soprattutto indispensabili per predisporre misure veramente efficaci nel contrasto alla violenza nei confronti delle donne. Non si avrebbe alcun dato sul processo civile, ad esempio non si riesce a sapere sul numero totale di separazioni e divorzi, quanti siano dovuti a violenza domestica;

   il sistema informatico con cui i tribunali raccolgono i dati dovrebbe essere organizzato in maniera tale da essere accessibile a tutti e trasparente;

   si tratta di un Paese in cui viene uccisa una donna ogni tre giorni (dati Eures, 2020) e una cultura patriarcale ancora troppo spesso fa il processo alla vittima, che non le crede fino a prova contraria, che attua, insomma, quella che si chiama «vittimizzazione secondaria» e in cui solo una donna su dieci denuncia: numeri minimi rispetto all'entità del fenomeno, a dimostrazione di come ancora manchi una certa fiducia da parte delle vittime di violenza nel sistema delle istituzioni che dovrebbe fare il meglio per ridurre sempre più il fenomeno della violenza contro le donne –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e quali iniziative di competenza ritenga opportuno adottare affinché il Ministero della giustizia fornisca dei dati aggiornati e puntuali sulle vittime di violenza domestica e sui femminicidi che tengano conto degli effetti dell'applicazione del cosiddetto Codice rosso.
(4-09572)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

donna

violenza domestica

vittima