ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09551

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 525 del 16/06/2021
Firmatari
Primo firmatario: SCHULLIAN MANFRED
Gruppo: MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE
Data firma: 15/06/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 15/06/2021
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09551
presentato da
SCHULLIAN Manfred
testo di
Mercoledì 16 giugno 2021, seduta n. 525

   SCHULLIAN. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   a seguito del drammatico episodio del decesso nell'ospedale di Genova di una ragazza diciottenne dopo la somministrazione della dose vaccinale di AstraZeneca, le autorità sanitarie hanno assunto la determinazione di non proseguire con la procedura vaccinale col medesimo prodotto nei confronti della popolazione di età inferiore ai 60 anni;

   una parte della popolazione cui è stata somministrata la prima dose di AstraZeneca, pertanto, stimata in un numero non inferiore ai 900.000 italiani, sarebbe così costretta a subire l'inoculazione di un richiamo con vaccino diverso, compiendo così un percorso vaccinale residuale in chiave emergenziale, che, peraltro, non vede la convergenza di opinioni nel mondo scientifico;

   come si evince dal verbale della riunione del Comitato scientifico dell'11 giugno 2021, non vi sarebbero evidenze scientifiche accertate sul pericolo di danno con la somministrazione seconda dose di AstraZeneca, perché «i fenomeni tromboembolici sono meno frequentemente osservati dopo somministrazione della seconda dose (secondo stime provenienti dal Regno Unito sono meno di 1/10 dei già rari fenomeni osservati dopo la prima dose). Secondo quanto riferito dal Direttore generale di AIFA, ad oggi, in Italia, non sono stati registrati casi di VITT dopo la seconda somministrazione di Vaxzevira. Queste evidenze suggeriscono come il tasso d'incidenza riportato dopo la seconda dose sia inferiore a quello osservato dopo la prima dose»;

   va considerato che si verrebbe a configurare per i già vaccinati con la prima dose di AstraZeneca non ultra sessantenni, una situazione paradossale, per cui l'accesso alla dose di richiamo comporterebbe un rischio di trombosi «straordinariamente raro», mentre i rischi di una combinazione tra AstraZeneca ed una seconda dose vaccinale appaiono ignoti, in considerazione di statistiche non consolidate, configurando, comunque, per il cittadino un quadro che somiglia ad un trattamento sanitario obbligatorio;

   va considerato, infine, che ai cittadini sotto i 60 anni che hanno già ricevuto la somministrazione della prima dose di AstraZeneca è stato chiesto di sottoscrivere una liberatoria in cui si chiedeva di accettare il rischio di effetti indesiderati di tipo trombosico che avrebbero potuto manifestarsi con una numerosità altissima, considerata la somministrazione di massa, pari ad 1 su 10.000 –:

   se non ritenga necessario consentire il completamento del ciclo di somministrazione di AstraZeneca almeno ai soli cittadini che già abbiano fatto la prima dose e che ne facciano richiesta, dopo aver assunto per iscritto i rischi derivanti da un vaccino che in Italia ha subìto considerazioni altalenanti dalle autorità sanitarie.
(4-09551)