ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09543

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 525 del 16/06/2021
Firmatari
Primo firmatario: FRATOIANNI NICOLA
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 16/06/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 16/06/2021
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09543
presentato da
FRATOIANNI Nicola
testo di
Mercoledì 16 giugno 2021, seduta n. 525

   FRATOIANNI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   le crisi industriali del settore siderurgico che l'intero territorio di Piombino sta attraversando, rischiano di trasformarsi in un drammatico problema sociale;

   a parere dell'interrogante occorre invertire un processo che rischia di incancrenirsi gravando sulle spalle di famiglie e lavoratori e aprire una «vertenza Piombino» che tenga insieme tutte le emergenze in corso, una vertenza unica per costruire, con la partecipazione di tutta la comunità, un piano di rinascita del territorio che, anche attraverso l'utilizzo di adeguate risorse dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) possa elaborare progetti credibili di rilancio delle attività economiche e industriali;

   il Consiglio di fabbrica con le Rsu Jsw, Piombino Logistics e Gsi, alla presenza delle segreterie Fim, Fiom e Uilm, si è riunito recentemente per affrontare le numerose questioni legate al futuro delle acciaierie e ancora senza risposta, prima su tutte la convocazione da parte del Governo per dare una risposta concreta alla vertenza Jsw che, come evidenziano i sindacati, sembra essere nuovamente dimenticata;

   un comparto manifatturiero siderurgico di tale importanza, come quello di Piombino, non può essere lasciato in mano alle sole multinazionali e occorre accelerare i tempi verso una possibile risoluzione positiva delle vertenze del polo industriale piombinese, Jsw e Liberty Magona, stabilimenti storici che sono stati la risorsa economica principale di un intero territorio;

   a parere dell'interrogante senza un urgente intervento del Governo, dopo dodici anni di iniziative e manifestazioni da parte dei lavoratori e delle lavoratrici, il timore è quello di vedere svanire anche tutti gli impegni e le promesse che negli anni sono state avanzate nei loro confronti; mentre tutta Italia si sta preparando alla ripresa delle attività economiche e produttive, il rischio sempre più concreto è che il tessuto produttivo di Piombino rimanga ancora una volta bloccato nell'incertezza più cupa, a partire dal destino delle ex acciaierie Lucchini, poi Severstal poi Cevital ed ora Jsw, sul quale il Governo dovrà assumersi l'impegno di esigere dalla proprietà risposte chiare sul futuro. A questa si aggiunge la crisi dello stabilimento Liberty Magona che rischia, anch'esso, lo «stop» produttivo e la cassa integrazione per i dipendenti;

   da troppi anni si susseguono improvvisati imprenditori intenzionati a rilevare le acciaierie, futuristici e mai realizzati progetti di rilancio, mentre poco o nulla accade di concreto e, nel frattempo, sale la preoccupazione anche per la scadenza, da settembre, degli ammortizzatori sociali;

   i ritardi accumulati dal gruppo Jindal South West Steel nel rispetto degli impegni sottoscritti al momento dell'acquisizione dell'ex acciaierie Lucchini non sono più giustificabili né tollerabili. Il primo piano industriale presentato dalla Jsw nel mese di gennaio non chiarisce quale sia l'impegno finanziario assunto dalla proprietà in riferimento ai costi per la progettazione e realizzazione degli impianti produttivi ed è quindi insufficiente;

   se la proprietà non presenterà a breve un nuovo piano industriale, a parere dell'interrogante il Governo avrà l'obbligo di individuare un'alternativa a difesa dei livelli occupazionali diretti e dell'indotto, già duramente colpiti dalla crisi e da una vertenza decennale;

   appare paradossale all'interrogante che, mentre in tutto il mondo il mercato dell'acciaio vede una forte ripresa, nel 2020 l'Italia ha importato circa 4 milioni di tonnellate di acciaio dall'estero, nel nostro Paese si debbano affrontare crisi industriali di questa portata ed è anche per questo che, a parere dell'interrogante, la vertenza occupazionale ed industriale di Piombino dovrebbe essere assunta direttamente dalla Presidenza del Consiglio –:

   se il Governo non intenda convocare urgentemente un tavolo per la crisi del settore siderurgico piombinese e, contemporaneamente, predisporre con altrettanta urgenza un piano per il rilancio del settore siderurgico che, coinvolgendo le parti sociali e le istituzioni interessate, stabilisca strategie e interventi da adottare.
(4-09543)