ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09369

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 515 del 25/05/2021
Firmatari
Primo firmatario: PALAZZOTTO ERASMO
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 25/05/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 25/05/2021
Stato iter:
21/12/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 21/12/2021
SCALFAROTTO IVAN SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 21/12/2021

CONCLUSO IL 21/12/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09369
presentato da
PALAZZOTTO Erasmo
testo di
Martedì 25 maggio 2021, seduta n. 515

   PALAZZOTTO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   sabato 22 maggio 2021, Musa Balde, un giovane di 23 anni proveniente dalla Guinea si è suicidato con un lenzuolo nel Centro di permanenza per il rimpatrio di Torino, dove da giorni era rinchiuso in isolamento sanitario;

   il giovane qualche settimana era stato vittima di un violento pestaggio, testimoniato anche da un video, da parte di 3 italiani armati di spranghe e bastoni per le vie di Ventimiglia, per un presunto tentativo di furto di un cellulare;

   dopo l'aggressione il ragazzo era stato trasportato in ospedale e poi, appurato che era sprovvisto della documentazione necessaria a giustificare la sua presenza sul territorio italiano, era stato trasferito presso il Cpr di Torino;

   il Garante per le persone private della libertà Mauro Palma, così come riporta il sito online Redattore sociale, ha ribadito anche in questa circostanza l'inadeguatezza dei Cpr e, in particolare, della struttura di Torino ad accogliere persone fragili e vittime di violenza;

   il suicidio di Musa Balde pone diversi interrogativi anzitutto rispetto all'idoneità del centro ad accogliere un ragazzo che si stava riprendendo da un'aggressione; inoltre ci si chiede se lo stesso sia stato preso in carico come persona fragile e quindi quale tipo di assistenza abbia realmente ricevuto;

   da quanto riportato da Redattore sociale per i casi di «isolamento sanitario» nel Cpr di Torino viene utilizzato il cosiddetto «Ospedaletto», costituito da un unico corpo di fabbrica suddiviso in 12 locali di pernottamento con una capienza pari a 24 posti;

   la prefettura competente avrebbe assicurato che questi ambienti vengono riservati esclusivamente alle persone trattenute che presentano particolari esigenze, che la collocazione avviene sotto continua sorveglianza medica e che gli unici casi di persone trattenute collocate in tali ambienti per ragioni «non sanitarie» sono ascrivibili a soggetti che ne fanno espressa richiesta e comunque sempre per motivi legati alla tutela della loro incolumità fisica;

   il Garante per le persone private della libertà ha sollevato molteplici criticità sulla struttura chiamata «Ospedaletto» e ha mosso diversi rilievi, dai quali emergono le numerose difficoltà a garantire un'effettiva sorveglianza sanitaria da parte del personale preposto e una condizione detentiva considerata «inaccettabile» che si sviluppa in un contesto «disumanizzante», dove l'accesso ai diritti di cui le persone trattenute sono titolari passa attraverso la demarcazione fisica della relazione di potere tra il personale e lo straniero ristretto che versa in una situazione di inferiorità;

   a questo si aggiunge la prassi di utilizzare gli ambienti dell'isolamento sanitario anche per altri scopi riconducibili a ragioni di sicurezza e mantenimento dell'ordine, per cui il ricorso all'isolamento per ragioni sostanzialmente disciplinari senza una specifica disciplina giuridica che definisca la procedura con le dovute garanzie di contraddittorio, i tempi di durata della misura e la possibilità di ricorso è molto critica e presenta profili di inaccettabilità;

   a parere dell'interrogante, Musa Balde, da vittima, nonché testimone di violenza subita e potenziale richiedente asilo, tenuto anche conto del Paese di provenienza, è stato trattato come straniero da espellere senza nemmeno considerare i rischi ai quali veniva esposto con il rimpatrio in Guinea ed è stato trattenuto in un Cpr inadatto a prendere in carico situazioni del genere –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere affinché si faccia chiarezza su quanto di gravissimo è accaduto presso il Cpr di Torino e in relazione al trasferimento di Musa Balde presso quel Cpr nelle delicate ore successive alle sue dimissioni dall'ospedale e se risulti al Ministro interrogato che lo stesso giovane abbia ricevuto adeguata assistenza dal punto di vista medico-psicologico e legale attraverso chiare informazioni sull'esercizio dei propri diritti in materia di protezione internazionale, anche in quanto vittima di violenza.
(4-09369)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 21 dicembre 2021
nell'allegato B della seduta n. 619
4-09369
presentata da
PALAZZOTTO Erasmo

  Risposta. — Con riferimento a quanto evidenziato con l'atto di sindacato in esame, si rappresenta quanto segue.
  Come riportato nell'interrogazione, il suicidio del giovane Moussa Balde è avvenuto nella notte tra il 23 e il 24 maggio 2021 nel CPR di Torino.
  Qualche giorno prima, il predetto era stato vittima di un'aggressione a Ventimiglia ed era stato condotto all'ospedale di Bordighera per le cure del caso. Dagli accertamenti effettuati emergeva che il medesimo aveva diversi precedenti penali, anche per lesioni personali e detenzione abusiva di armi, e che nei suoi confronti era già stato emesso un provvedimento di espulsione da parte del prefetto di Imperia. In ragione di tali precedenti, il giovane veniva trasferito dall'ospedale al CPR di Torino, munito di un certificato di idoneità alla vita in comunità ristretta, rilasciato dall'ASL di Imperia e, appena giunto nel centro, confermato del direttore sanitario della struttura, che sottoponeva immediatamente alla visita di primo ingresso il cittadino straniero ivi giunto. Successivamente, il 12 maggio, il giudice di pace di Torino convalidava il trattenimento, con provvedimento con il quale si rilevava in particolare che «non sono emersi elementi tali da far ritenere illegittimo il decreto di espulsione, né sono state rilevate circostanze di cui all'articolo 19 T.U.I.».
  Non consta che, in data successiva all'udienza, i legali del signor Balde abbiano fatto pervenire segnalazioni utili a far ritenere che lo stesso si trovasse in una situazione di fragilità psicologica o che fosse stato vittima di atti di aggressione precedentemente al suo trasferimento presso il C.P.R. di Torino né risultano richieste di rimpatrio assistito nel Paese di origine.
  A seguire, il signor Balde veniva sottoposto a colloquio conoscitivo dalla psicologa in servizio presso il centro, anche alla presenza del responsabile del supporto legale. In tale circostanza non emergevano vulnerabilità, anzi il cittadino straniero si mostrava collaborativo e non evidenziava segnali di fragilità o intenti autolesionistici e dichiarava di essersi procurato con una caduta accidentale le ferite riscontrate durante la visita.
  Va anche precisato che, al suo arrivo, il Balde era stato collocato come unico occupante in uno specifico reparto del centro, per una precauzione di carattere medico, in considerazione di una sua possibile patologia dermatologica contagiosa, esclusa poi dal successivo accertamento clinico.
  Il successivo 19 maggio, al cittadino straniero venivano rimossi i punti di sutura alle due ferite al capo e il 21 maggio lo stesso era nuovamente convocato presso l'ambulatorio medico per la verifica delle sue condizioni di salute.
  In tale occasione, gli veniva prospettata l'opportunità di una sistemazione nell'area comune della struttura, cosiddetta «Area verde», ipotesi tuttavia respinta dall'interessato.
  Si segnala che la direzione dell'ente gestore, al fine di acquisire una valutazione ancora più accurata dello stato psichico del Balde, aveva deciso di fissare per il 24 e il 25 maggio successivi un appuntamento con lo psichiatra per un colloquio con l'ospite e un nuovo colloquio con la psicologa, che però purtroppo non hanno potuto essere svolti per il gesto estremo del migrante guineano, verificatosi, come detto, il 23 maggio.
  Alla luce degli elementi appena rassegnati, la semplice successione dei fatti induce a escludere che nel caso in questione vi siano state negligenze degli operatori che abbiano potuto concorrere a determinare il doloroso evento.
  Riguardo, infine, al miglioramento delle condizioni di vita all'interno dei CPR, sono stati disposti ingenti interventi presso i CPR di Bari, Milano, Roma e anche della stessa Torino, allo scopo di migliorarne l'efficienza, la capacità e la qualità ricettiva, gravemente compromessa da atti di vandalismo posti in essere dagli stessi ospiti, tenendo anche conto delle esigenze di distanziamento connesse alla pandemia.

Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Ivan Scalfarotto.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

asilo politico

controllo sanitario

vittima