ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09324

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 512 del 20/05/2021
Firmatari
Primo firmatario: BATTELLI SERGIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 20/05/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 20/05/2021
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 20/05/2021
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 26/05/2021
Stato iter:
21/07/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 21/07/2021
DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 21/07/2021

CONCLUSO IL 21/07/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09324
presentato da
BATTELLI Sergio
testo di
Giovedì 20 maggio 2021, seduta n. 512

   BATTELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 31 gennaio 2020 il Regno Unito ha lasciato l'Unione europea;

   a partire dal 1° gennaio 2021, il Regno Unito non fa più parte dell'Unione doganale dell'Unione europea e del mercato unico, cessando pertanto la libera circolazione di persone, merci, servizi e capitali tra il Regno Unito e l'Unione europea;

   l'accordo sugli scambi e la cooperazione tra l'Unione europea e il Regno Unito, entrato in vigore in via provvisoria dal 1° gennaio 2021, riconosce «l'importanza del coordinamento dei diritti di sicurezza sociale di cui godono le persone che si spostano tra le parti per lavorare, soggiornare o risiedere, come dei diritti di cui godono i loro familiari e superstiti» e sancisce, all'articolo VSTV.1, comma 1, che «entrambe le parti prevedono l'esenzione dal visto per soggiorni di breve durata nei confronti dei propri cittadini, a norma dalle rispettive legislazioni nazionali»; all'articolo 1 dell'allegato servin-5 si specifica che «le parti si adoperano per garantire che il trattamento delle domande di ingresso e soggiorno temporaneo a nomina dei rispettivi impegni di cui all'accordo sia conforme alle buone prassi amministrative»;

   sul sito ufficiale del Governo britannico www.gov.uk si legge che, con il nuovo sistema di immigrazione, i cittadini dell'Unione europea possono continuare a visitare il Regno Unito senza richiedere un visto per soggiorni inferiori a 6 mesi e per partecipare a una vasta gamma di attività, tra cui turismo, visite a familiari e amici, studio a breve termine e attività commerciali, come eventi, conferenze e colloqui;

   il 12 maggio 2021, otto europarlamentari hanno sottoscritto ed inviato una lettera alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, esprimendo la propria preoccupazione per i numerosi casi di detenzione, anche per più di sette giorni, di cittadini europei, spesso giovani e «low risk» in cerca di lavoro stagionale estivo, presso i centri di immigrazione britannici e denunciando come l'accaduto leda le relazioni tra Regno Unito ed Unione europea in quanto fortemente sproporzionato e contrario allo spirito di leale collaborazione che invece ci si aspettava;

   il 13 maggio 2021, il quotidiano britannico «The Guardian» ha pubblicato una inchiesta che denuncia alcune presunte irregolarità nell'ambito della gestione dei flussi migratori provenienti dall'Unione europea e diretti nel Regno Unito, in particolare evidenziando come diverse decine di cittadini europei, tra cui anche cittadini italiani, sarebbero stati detenuti, anche per diversi giorni, all'interno dei centri di immigrazione del Regno Unito e poi espulsi nonostante le finalità dei loro spostamenti fossero permesse dalle regole pubblicate on line sul sito ufficiale del Governo britannico;

   nell'articolo sopracitato si denunciano, inoltre, una eccessiva aggressività da parte delle forze di polizia di frontiera, poca chiarezza delle regole e l'uso ingiustificato di trattamenti traumatici ed umilianti tipici della cosiddetta «politica dell'ambiente ostile» già in uso in passato per i migranti non appartenenti all'Unione europea –:

   se il Governo sia a conoscenza della questione e quali iniziative ritenga, eventualmente, opportuno porre in essere per salvaguardare i diritti dei cittadini italiani che si recano nel Regno Unito.
(4-09324)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 21 luglio 2021
nell'allegato B della seduta n. 544
4-09324
presentata da
BATTELLI Sergio

  Risposta. — Come è noto, dal 31 gennaio 2020 il Regno Unito ha cessato di far parte dell'Unione europea. Dal 1° gennaio 2021, terminato il periodo di transizione, non si applicano più nel Paese le norme europee sulla libera circolazione delle persone. I cittadini dell'Unione devono pertanto ottenere il visto, prima di fare ingresso nel Regno Unito, per motivi di studio e lavoro e per soggiorni superiori a 180 giorni.
  Recentemente si sono verificati circa 30 casi di cittadini europei, non solo italiani, cui le autorità di frontiera britanniche hanno negato l'ingresso per mancanza del visto. Gli interessati sono stati trattenuti in appositi centri in attesa del rimpatrio, che in alcuni casi è avvenuto dopo alcuni giorni a causa della scarsità di voli, con conseguente preoccupazione dei familiari verso cui va tutta la mia comprensione. Tra questi casi, 12 hanno riguardato nostri connazionali. Tutti sono stati prontamente assistiti dal consolato generale d'Italia a Londra, che ha interloquito con gli interessati, le loro famiglie e con le autorità di frontiera britanniche per accertare, caso per caso, la corretta valutazione della situazione.
  Anche nel caso di Marta, citata dall'interrogante, il consolato generale si è subito attivato, su segnalazione sabato 17 aprile dello zio, che l'aveva invitata nel Paese con una sua lettera. La sede ha mantenuto un costante contatto con la famiglia fino al momento del rimpatrio, avvenuto nel pomeriggio di domenica 18 aprile.
  La nostra ambasciata a Londra è intervenuta formalmente, con nota verbale e con contatti diretti con il Ministero dell'interno britannico, per chiedere chiarimenti ed esprimere preoccupazione per il trattamento sproporzionato riservato ai nostri connazionali. Abbiamo anche rappresentato alle autorità britanniche l'opportunità di rafforzare le campagne informative sulla normativa migratoria in vigore dal 1° gennaio 2021.
  Ho sollevato la questione nel corso di un incontro alla Farnesina con l'ambasciatrice del Regno Unito. Mi sono poi recato a Londra per parlare con il Ministro dell'immigrazione Foster, al quale ho fatto presente come le modalità di esecuzione di tali – pur legittime – procedure di espulsione o respingimento alla frontiera siano state sproporzionate e, come tali, per noi inaccettabili. Le condizioni di irregolarità in cui si sono trovati coinvolti alcuni nostri connazionali, ho precisato, sono anche il risultato delle difficoltà che i cittadini tuttora hanno nel comprendere la portata delle conseguenze della Brexit e delle nuove complesse normative che ne discendono. È quindi interesse dello stesso Regno Unito procedere ad una migliore codificazione delle condizioni di ingresso senza visto, tenendo conto anche del prevedibile incremento degli arrivi nel Paese con il progressivo alleggerimento delle restrizioni.
  Foster ha tenuto a sottolineare come i problemi riscontrati sin qui dai nostri connazionali e da altri cittadini europei si siano prodotti, oltre che per inconsapevolezza delle nuove regole, anche per l'incrocio dei controlli Brexit con quelli dettati dall'emergenza sanitaria che hanno reso più lenti e complessi i transiti.
  Nel precisare di essere prontamente intervenuto introducendo misure di flessibilità nel trattamento dei cittadini europei fermati alla frontiera del Regno Unito non in possesso di regolare visto, Foster ha dato rassicurazioni del fatto che, nelle sue parole, «i cittadini italiani saranno sempre benvenuti». Ha quindi aggiunto che i cittadini italiani potranno recarsi in futuro nel Regno Unito anche per preliminari contatti di lavoro, fermo restando che dovrà esser comprovabile, oltre la disponibilità di idonei mezzi di sussistenza per il soggiorno, la loro permanenza temporanea (ad esempio mostrando un biglietto di rientro). Ogni eventuale offerta di lavoro dovrà essere comunque da loro ricevuta in Italia e dar luogo a richiesta di visto di ingresso britannico attraverso i canali previsti.
  La delegazione dell'Unione europea a Londra, anche su nostro impulso, è intervenuta presso le autorità britanniche per richiedere un più stretto raccordo fra i cittadini europei interessati e i rispettivi uffici consolari, limitare i tempi di trattenimento e garantire un trattamento adeguato ai fermati. Le autorità britanniche si sono impegnate a facilitare l'esercizio dell'assistenza consolare a favore dei cittadini europei fermati alla frontiera senza visto, e a considerare la possibilità che, in futuri casi analoghi, possano entrare su cauzione in territorio britannico fino all'orario del volo di rimpatrio.
  Il 20 maggio, l'ambasciatrice del Regno Unito in Italia, Jill Morris, nel corso della sua audizione presso la Commissione esteri della Camera dei deputati sulle priorità della presidenza italiana del G20, ha annunciato che non si verificheranno più casi del genere. Le autorità britanniche hanno comunicato alle rappresentanze di Paesi dell'Unione europea che i cittadini europei che dovessero incorrere in provvedimenti di respingimento in frontiera a causa del mancato possesso dei requisiti per l'ingresso sul territorio britannico potrebbero comunque essere autorizzati, su cauzione («
bail»), all'ingresso nel Paese fino al momento del rimpatrio.
  La decisione di accordare l'ingresso su cauzione può essere assunta caso per caso dagli ufficiali di frontiera, che, mantenendo limitazioni alla libertà di residenza o lavoro, possono decidere se imporre condizioni finanziarie per autorizzare temporaneamente l'ingresso dei cittadini oggetto di provvedimento di respingimento e l'ammontare delle stesse.
  La rete diplomatico-consolare italiana nel Regno Unito è impegnata da tempo in una capillare campagna di informazione sulla nuova normativa per l'ingresso nel Paese dopo la Brexit, anche attraverso il sito
www.viaggiaresicuri.it. La campagna è stata recentemente intensificata e rilanciata sui social media, in vista della possibile ripresa dei viaggi internazionali a seguito dell'alleggerimento delle restrizioni agli spostamenti.
  Sia la Farnesina che gli uffici diplomatico-consolari nel Regno Unito manterranno alta l'attenzione nei mesi a venire, nel rispetto degli impegni assunti di una gestione più equilibrata di casi siffatti.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale: Benedetto Della Vedova.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

libera circolazione delle merci

libera circolazione delle persone

diritto di soggiorno