ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09112

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 496 del 28/04/2021
Firmatari
Primo firmatario: BARBUTO ELISABETTA MARIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 22/04/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BRUNO RAFFAELE MOVIMENTO 5 STELLE 21/04/2021
MARTINCIGLIO VITA MOVIMENTO 5 STELLE 21/04/2021
VILLANI VIRGINIA MOVIMENTO 5 STELLE 22/04/2021
GRIPPA CARMELA MOVIMENTO 5 STELLE 22/04/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 22/04/2021
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09112
presentato da
BARBUTO Elisabetta Maria
testo di
Mercoledì 28 aprile 2021, seduta n. 496

   BARBUTO, BRUNO, MARTINCIGLIO, VILLANI e GRIPPA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   in Italia sono presenti 17 Ipm (Istituti penali per minorenni), le cui condizioni variano di regione in regione quanto a sovraffollamento e condizioni igienico strutturali e che, secondo una indagine del Sole 24 ore pubblicata il 18 aprile 2021, ospitavano a febbraio 2021 poco più di 370 ragazzi, a fronte dei circa 13.000 che sono in carico al sistema, numero che si è ulteriormente assottigliato a meno di 300 a causa della pandemia in corso. Di costoro, in base ai dati del rapporto Antigone, il 72 per cento dei minorenni e dei giovani adulti che vi sono entrati, si trovano in custodia cautelare;

   il 10 novembre 2018 è entrato in vigore il decreto legislativo n. 121 del 2018, recante la «Disciplina dell'esecuzione delle pene nei confronti dei condannati minorenni», una norma fondamentale nell'ambito minorile, attesa da 40 anni dagli operatori del settore;

   il decreto legislativa n. 121 del 2018, si basa sul principio di residualità, limitando al massimo la carcerazione e incentivando lo strumento delle misure penali di comunità;

   la pandemia da COVID-19 ha messo ancora più in risalto i rischi che si corrono nel far entrare nel circuito carcerario chi si trova in custodia cautelare e non è stato ancora condannato, compromettendone il percorso educativo e riabilitativo;

   in molti casi, infatti, la debolezza sociale e l'assenza dei legami sul territorio si concretizzano in una mancanza di equità nel trattamento poiché impediscono l'individuazione di percorsi alternativi per i ragazzi. In tal senso depone l'impennata della percentuale di detenuti stranieri che spesso non riescono a beneficiare, se non in misura inferiore, di collocazioni alternative al carcere;

   un altro dato che penalizza e rende difficile il percorso dei giovani detenuti è determinato dal fatto che il collocamento in un Ipm si traduce spesso in un inevitabile allontanamento dal proprio territorio e dal proprio nucleo familiare, con la conseguenza che, spesso, a causa del grave disagio economico in cui si trovano, i parenti non hanno la possibilità di far visita ai giovani detenuti o di accompagnarli lungo il processo rieducativo con la conseguenza che lo stesso diventa estremamente più difficile così come estremamente più difficile si potrebbe rivelare in futuro il reinserimento in società;

   la pandemia ha, altresì, influito negativamente sulla salute dei giovani detenuti in carcere, che hanno dovuto attendere mesi per potersi sottoporre a visita specialistica, come ad esempio da parte di un dermatologo o di un oculista, con effetti ancor più deleteri dal punto di vista psicologico, con l'aumento dei casi di autolesionismo, tentato suicidio e sciopero della fame;

   nelle carceri minorili della Campania si sono registrati una quindicina di casi di tossicodipendenza, che si sono rivelati molto difficili da gestire sotto l'aspetto clinico, mentre a pesare ulteriormente sulla vita dei ragazzi detenuti è stata l'interruzione delle attività didattiche e dei laboratori, a causa dell'emergenza sanitaria, a parte alcune esperienze virtuose come quella presso il carcere di Firenze, ove la formazione non si è mai interrotta proseguendo dapprima con modalità a distanza e, quindi, oggi, in presenza;

   la permanenza in carcere, comunque, alla luce delle criticità elencate può compromettere seriamente l'obiettivo del reinserimento che si conferma sempre più potersi raggiungere, comunque e meglio, all'esterno come sottolinea l'ultimo report del Dipartimento per la giustizia minorile che rileva come più tempestiva è la presa in carico da parte dei servizi sociali, tanto più diminuisce il rischio recidiva, talché appare più che necessaria l'incentivazione di misure alternative alla detenzione –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare per risolvere le criticità anzidette, aggravate dalla pandemia in corso e che potrebbero compromettere il percorso educativo dei minori nel periodo di detenzione, nonché per dare piena attuazione al decreto legislativo n. 121 del 2018, favorendo in maniera più incisiva l'accesso dei minori a misure alternative alla detenzione carceraria.
(4-09112)