ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09004

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 490 del 20/04/2021
Firmatari
Primo firmatario: CORDA EMANUELA
Gruppo: MISTO-L'ALTERNATIVA C'È
Data firma: 20/04/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 20/04/2021
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 20/04/2021
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 29/04/2021
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09004
presentato da
CORDA Emanuela
testo di
Martedì 20 aprile 2021, seduta n. 490

   CORDA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il Consiglio superiore della magistratura, con circolare del 24 luglio 2007, cui fa seguito la delibera del 2 dicembre 2015, ha introdotto il rigoroso divieto per i magistrati ordinari di gestire e di insegnare, anche a titolo gratuito, nelle scuole private per la preparazione ai concorsi pubblici per l'accesso alla magistratura, giustificando tale decisione con esigenze di moralizzazione e con la necessità di non distogliere i magistrati ordinari dal lavoro giudiziario;

   tale divieto non vale per i giudici amministrativi. Infatti, se, dal 2018, sull'onda dello scandalo del «caso Bellomo», è stato introdotto il divieto per essi di svolgere lezioni di preparazione in scuole private per i concorsi di referendario Tar e di Consigliere di Stato ed è stata vietata l'assunzione di ruoli di coordinamento o di direzione scientifica dei corsi, ad oggi, seppur con l'introduzione di alcune regole più stringenti, l'organo di autogoverno della giustizia amministrativa ha nuovamente abolito il divieto, per i magistrati amministrativi, di incarichi di insegnamento nei corsi di preparazione ai concorsi pubblici per l'accesso alla magistratura amministrativa;

   vi è innanzitutto una questione di trasparenza legata alle scuole e agli incarichi di insegnamento presso di esse, in quanto, pur vigendo per i magistrati il divieto di rivestire la qualifica di imprenditore, di gestire e di essere proprietari di tale scuole, di essere congiunti o parenti fino al sesto grado di soggetti privati titolari delle società che organizzano i corsi o le gestiscono, nella maggior parte dei casi, in un vorticoso intreccio di società ai limiti delle regole, esse fanno capo ai parenti più prossimi dei magistrati stessi;

   inoltre, lo svolgimento di tali attività in forme imprenditoriali potrebbe compromettere il prestigio, l'indipendenza e la trasparenza del singolo magistrato e dell'intera giustizia amministrativa; difatti, anche la Corte costituzionale ha affermato che per i magistrati, l'assunzione di compiti e lo svolgimento di attività estranee a quelle proprie dell'ufficio ad essi affidato sono fattori suscettibili, in astratto, di incidere sulla loro indipendenza ed imparzialità;

   a queste docenze sono connessi guadagni ingenti che in qualche caso sono addirittura superiori allo stipendio percepito per l'attività istituzionale. Nel 2020 sono 170 gli incarichi esterni autorizzati per consiglieri di Stato e giudici del tar, di questi 87 per docenze in scuole e università private, che hanno fruttato compensi per più di 500.000 euro. Le stesse società che organizzano e gestiscono i corsi hanno talvolta bilanci da milioni di euro;

   assumendo carattere prevalente rispetto all'attività istituzionale, tali attività extragiudiziarie comportano a parere dell'interrogante inevitabili ritardi dei processi. Nel 2020 erano 22.600 i procedimenti pendenti al Consiglio di Stato, e 135.400 al Tar;

   infine, i suddetti corsi generano una inaccettabile discriminazione, in quanto, da un lato, nei candidati si è ingenerata la convinzione che ha più chance di passare il concorso chi paga un corso privato tenuto da un magistrato, che costa in media 2.500 euro, rispetto a chi non può permetterselo; dall'altro, è alto il rischio di selezionare coloro che si sono allenati, sulle tracce d'esame, agli orientamenti dei magistrati che dovranno giudicarle e non necessariamente i migliori, con ricadute su tutto il sistema giudiziario –:

   se non si ritenga opportuno adottare un'iniziativa normativa che prefiguri una più rigorosa disciplina delle attività formative private finalizzate all'accesso alla magistratura e che assicuri trasparenza, funzionalità degli uffici e salvaguardia del prestigio della magistratura.
(4-09004)