ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08949

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 488 del 16/04/2021
Firmatari
Primo firmatario: LUPI MAURIZIO
Gruppo: MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-RINASCIMENTO ADC
Data firma: 16/04/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 16/04/2021
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 16/04/2021
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 20/04/2021
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08949
presentato da
LUPI Maurizio
testo di
Venerdì 16 aprile 2021, seduta n. 488

   LUPI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il gruppo Calvi Holding è stato fondato nel 2004, mediante l'apporto di due società preesistenti: entrambe società facenti capo alla famiglia Chini;

   con la costituzione di Calvi Holding, Calfin ha creato il leader mondiale nella fabbricazione di profilati speciali su disegno del cliente in acciai alto legati, superleghe e titanio, per i settori più avanzati dell'industria meccanica mondiale, con un amplissimo portafoglio clienti internazionali;

   Riccardo Chini, titolare di Calfin s.p.a., ha detenuto sin dalla fondazione di Calvi Holding la maggioranza assoluta del capitale. L'esplosione della crisi finanziaria del 2008 ha portato il gruppo ad una situazione di tensione finanziaria per sostenere il processo di ristrutturazione resosi necessario per il crollo di oltre il 50 per cento dei fatturati. Tale processo è stato gestito mediante un accordo con le banche detentrici del debito, sulla base di un piano industriale che avrebbe risanato l'azienda nel 2022;

   dal 2009 il gruppo ha mantenuto un profilo di crescita costante dei volumi e dei margini e ha sempre rispettato i termini e i covenant dell'accordo di rifinanziamento. Infatti, dal 2018 il Gruppo Calvi ha mantenuto un profilo di crescita;

   nel dicembre 2017, le banche hanno conferito nel fondo Idea CCR II (gestito da DeA Capital Alternative Funds) il debito ristrutturato a medio-lungo termine di Calvi Holding;

   DeA Capital, con la prospettiva di mandare in default l'accordo di ristrutturazione «ereditato», ha forzato un ingresso «gratuito» al 26 per cento nel capitale di Calvi Holding, imponendo modifiche statutarie (come il voto triplo), che di fatto le hanno dato il controllo dell'assemblea;

   una volta preso il controllo della gestione, nominando tutti i membri del Consiglio di amministrazione, DeA avrebbe immediatamente avviato un processo di dismissione e di vendita graduale di tutti gli asset del gruppo, al solo fine di realizzare una plusvalenza (stimabile nell'ordine del 100 per cento) sul recupero al nominale del proprio credito, tra l'altro in anticipo di ben 4 anni rispetto alla scadenza prevista dall'ultimo accordo di ristrutturazione, firmato con DeA stessa nel 2019. Tra l'altro, a quanto consta all'interrogante, è stato disdettato il patto parasociale stipulato dopo solo sei mesi dalla sua firma;

   con una sorta di liquidazione progressiva, DeA, ad avviso dell'interrogante, sta semplicemente smantellando per massimizzare il proprio profitto, un gruppo industriale italiano;

   in particolare, DeA sta pilotando la vendita di Calvi s.p.a. e di Siderval s.p.a. ad un gruppo familiare svizzero, quindi extra-comunitario;

   Calfin, primo azionista di Calvi Holding e unico vero socio industriale della stessa, ritiene che quanto operato da DeA attraverso il Consiglio di amministrazione di Calvi Holding rappresenti un grave danno per gli azionisti (salvo DeA, che non ha investito praticamente nulla come socio) in termini di valore prospettico, per l'azienda in termini di continuità e di sviluppo futuro e per il territorio, con la perdita di ricavi fiscali (per l'ipotizzabile trasferimento di margini commerciali in Svizzera), senza contare la perdita di posti di lavoro qualificati a livello di holding;

   in sintesi, per il socio Calfin non si dovrebbe sacrificare la parte industriale di un gruppo italiano che ha generato e integrato tecnologie e know-how unici a livello mondiale, ha sempre garantito l'occupazione e ha sempre prodotto utili, pagando le relative imposte, al solo fine della riduzione anticipata di un debito perfettamente sostenibile, allo scopo di realizzare un'enorme plusvalenza finanziaria –:

   se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza intenda attivare, per salvaguardare il gruppo Calvi Holding ed i livelli occupazionali del suddetto gruppo;

   se non sia necessario adottare iniziative volte a introdurre disposizioni per estendere l'applicazione del golden power anche ad aziende strategiche dal punto di vista nazionale come la Calvi Holding.
(4-08949)