ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08879

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 484 del 12/04/2021
Firmatari
Primo firmatario: TRIPODI ELISA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 29/03/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO PER LE PARI OPPORTUNITA' E LA FAMIGLIA
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER LE PARI OPPORTUNITA' E LA FAMIGLIA delegato in data 29/03/2021
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08879
presentato da
TRIPODI Elisa
testo di
Lunedì 12 aprile 2021, seduta n. 484

   ELISA TRIPODI. — Al Ministro per le pari opportunità e la famiglia, al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la violenza contro le donne è un fenomeno ampio e diffuso, segnato da una vera e propria strage con ben oltre 1.600 uccisioni di donne registrate nel corso del decennio 2008-2018;

   l'emergenza epidemiologica da COVID-19 e le misure di contenimento adottate hanno avuto delle innegabili ripercussioni anche sul piano della violenza di genere, soprattutto in ambito domestico;

   i dati elaborati dal Servizio analisi criminale del Ministero dell'interno nel periodo che comprende il lockdown, rivelano un aumento della percentuale di omicidi commessi in ambito familiare che sale dal 45 per cento del 2019 al 58 per cento nel 2020, ma soprattutto aumentano complessivamente le vittime di sesso femminile che passano da 36 a 40, con un aumento percentuale dal 57 per cento al 75 per cento delle vittime totali;

   non vi è dubbio che, in questa legislatura, il Parlamento ha posto particolare attenzione alla tematica della violenza sulle donne adottando diverse misure per contrastare tale fenomeno attraverso il perseguimento di tre obiettivi, quali la prevenzione dei reati, la punizione dei colpevoli e la protezione delle vittime;

   in quest'ambito si pone, in particolare, l'approvazione della legge n. 69 del 19 luglio 2019 (il cosiddetto codice rosso) volta a rafforzare la tutela processuale delle vittime dei reati violenti, con particolare riferimento ai reati di violenza sessuale e domestica;

   è stata, inoltre, istituita al Senato la Commissione d'inchiesta monocamerale sul femminicidio nonché su ogni forma di violenza di genere che si prefigge importanti compiti da svolgere, tra i quali quello di monitorare la concreta attuazione della Convenzione di Istanbul, nonché svolgere indagini sulle reali dimensioni, condizioni e cause del femminicidio;

   purtuttavia, i recenti e continui episodi di violenza sulle donne, dimostrano che tale fenomeno rimane una drammatica realtà ed impongono una riflessione sugli ulteriori interventi da adottare diretti alla concretizzazione degli obiettivi di prevenzione e di protezione delle vittime oltre che di promozione della cultura non discriminatoria;

   in particolare, si fa riferimento ad un grave episodio di violenza balzato alle cronache soprattutto per un video mandato in onda dalla trasmissione «Chi l'ha visto» il giorno 10 marzo 2021; trattasi di un video realizzato grazie alle telecamere che la donna aveva installato all'esterno dell'abitazione della madre presso la quale si era rifugiata con i suoi figli al fine di porre fine ai continui maltrattamenti fisici e psicologici che subiva da oltre 20 anni; le telecamere riprendono un uomo in preda ad una furia incontenibile che tenta più volte di scalare le pareti esterne dell'abitazione della sua ex moglie al fine di compiere l'ennesima violenza nei confronti della stessa, cercando di arrampicarsi su per un tubo, finché, a causa della pioggia, scivola giù piombando nel cortile; a quel punto, all'uomo non resta che darsi per vinto e dopo aver imprecato con rabbia, come ultimo gesto rompe la telecamera e va via prima dell'arrivo degli agenti di polizia chiamati dalla donna e da sua madre che assistono terrorizzate e impaurite alla scena;

   la stessa donna, una quarantenne della provincia di Napoli, intervistata ha dichiarato: «Siamo state fortunate perché pioveva sennò non sarebbe scivolato e sarebbe arrivato alla finestra. Siamo vive per miracolo. Mi vuole morta e quando uscirà dal carcere verrà a cercarmi»; ed ancora continua affermando: «L'ho conosciuto che avevo 15 anni e ho sopportato di tutto per 25 anni in un crescendo di violenze. Mettevo le mani sulla testa per parare i pugni e aspettavo che finisse, ma prima o poi mi avrebbe dato il pugno mortale»;

   alla luce di tale grave fatto di cronaca che, purtroppo, rappresenta solo l'ultimo episodio di violenza nei confronti delle donne, si ritiene necessario intervenire attraverso l'adozione di misure più restrittive nei confronti degli autori di reati di violenza soprattutto nella fase successiva alla denuncia, al fine di tutelare in maniera concreta e reale le donne che hanno il coraggio di ribellarsi e di denunciare –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della vicenda sopra descritta;

   se e quali ulteriori iniziative intendano adottare, per quanto di competenza, anche sul piano normativo, al fine di prevenire e contrastare il fenomeno della violenza fisica e psicologica sulle donne, in particolare modo nella fase immediatamente successiva alla denuncia, in modo da rendere concreta ed effettiva la protezione delle vittime di violenza che non devono sentirsi abbandonate dopo aver compiuto un atto doveroso ma coraggioso di denuncia e di ribellione al proprio aguzzino.
(4-08879)