ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08590

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 469 del 16/03/2021
Firmatari
Primo firmatario: LUCCHINI ELENA
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 16/03/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BENVENUTO ALESSANDRO MANUEL LEGA - SALVINI PREMIER 16/03/2021
BADOLE MIRCO LEGA - SALVINI PREMIER 16/03/2021
D'ERAMO LUIGI LEGA - SALVINI PREMIER 16/03/2021
PAROLO UGO LEGA - SALVINI PREMIER 16/03/2021
PATASSINI TULLIO LEGA - SALVINI PREMIER 16/03/2021
RAFFAELLI ELENA LEGA - SALVINI PREMIER 16/03/2021
VALBUSA VANIA LEGA - SALVINI PREMIER 16/03/2021
VALLOTTO SERGIO LEGA - SALVINI PREMIER 16/03/2021
GIGLIO VIGNA ALESSANDRO LEGA - SALVINI PREMIER 16/03/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA delegato in data 16/03/2021
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08590
presentato da
LUCCHINI Elena
testo di
Martedì 16 marzo 2021, seduta n. 469

   LUCCHINI, BENVENUTO, BADOLE, D'ERAMO, PAROLO, PATASSINI, RAFFAELLI, VALBUSA, VALLOTTO e GIGLIO VIGNA. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il Sole24ore del 12 marzo 2021 lancia l'allarme dei produttori di materiali plastici, in grave difficoltà per carenza delle forniture e scarsità del mercato dei polimeri, con incrementi anomali dei prezzi;

   dopo 4-5 anni di stabilità, si è verificata una anomala esplosione dei prezzi, dell'ordine del 30-40 per cento annuo per alcuni tipi di polimeri, arrivando al record storico di 1.903 euro/tonnellata nel caso del polietilene a bassa densità (Ldpe), una delle resine più utilizzate soprattutto nel packaging alimentare, rincarato del 10 per cento solo nell'ultima settimana e di oltre il 50 per cento da ottobre 2020;

   tuttavia, il problema più grande e una mancanza di materia prima, in particolare a partire da novembre 2020, anche per chi è disposto a pagare;

   i produttori di polimeri sono pochi e regolano il mercato nel proprio interesse, annullando contratti di acquisto o ritardando consegne e facendo impropriamente ricorso alle cosiddette cause di forza maggiore;

   il mercato è letteralmente impazzito; i media riportano una serie di concause come il rialzo del prezzo del petrolio del 30 per cento all'inizio anno, il gelo di metà febbraio che ha bloccato decine di stabilimenti petrolchimici in Texas, la riduzione estrema delle scorte europee per l'incertezza legata al Covid-19 che ha scoraggiato gli acquisti e incoraggiato l'esportazione, con Cina, Corea del Sud e altri Paesi asiatici che hanno importato enormi quantità di materia prima;

   in seguito alla chiusura dei colossi petrolchimici come Montedison e Sir, l'Italia, persa la produzione di polimeri, ha mantenuto una grande tradizione industriale nella lavorazione delle materie plastiche, essendo tra i Paesi «top» a livello mondiale per qualità, con tante aziende di piccole e medie dimensioni, che hanno investito in tecnologia, macchinari e stampi e, nonostante le rigide normative europee, reggono la concorrenza dei prodotti cinesi e dell'Est Europa;

   nonostante la demonizzazione della plastica negli ultimi anni, è corretto dire che l'inquinamento da plastica è dovuto esclusivamente alla mancata gestione con corretto e generalizzato riciclo dei rifiuti di plastica, trattandosi di materiale che permette il riciclo e riutilizzo continuo; infatti, contrariamente all'Italia, che dal 1° luglio 2021, con la «plastic tax», tasserà il consumo di manufatti di plastica, la decisione 2020/2053 del Consiglio dell'Unione europea tassa, giustamente, i rifiuti di imballaggio di plastica non riciclati, generati in ciascuno Stato membro, sostenendo una strategia di economia circolare, in cui la progettazione e la produzione di prodotti di plastica rispondano pienamente alle esigenze di riutilizzo, riparazione e riciclaggio;

   in Italia, anche per la carenza di impianti e la limitata raccolta differenziata di rifiuti nella maggior parte del nostro territorio, la plastica riciclata, cui fortunatamente si ricorre sempre di più, non è sufficiente a sopperire alla scarsità della materia «vergine»;

   a causa dell'attuale crisi del mercato dei polimeri, circa l'80 per cento delle imprese, anche quelle più strutturate, sono ora costrette a fermare linee di produzione, con gravi rischi di blocco per una serie di catene industriali, come gli imballaggi per il settore alimentare e per quello farmaceutico, compresa la produzione urgente dei milioni di siringhe occorrenti per i vaccini contro il Covid-19, nonché la filiera dell'automotive;

   l'allarme è condiviso anche dalle associazioni europee per il rischio di impatti sull'occupazione, in un settore che in Europa dà lavoro a 1,5 milioni di persone in oltre 53 mila imprese –:

   di quali elementi disponga il Governo circa i motivi dell'anomalo rialzo dei prezzi dei polimeri che mette in crisi le nostre imprese produttrici di materiali plastici, identificando la percentuale di plastica riciclata e raccolta in differenziata utilizzata come materia prima, quali iniziative si intendano adottare nell'immediato e quali siano gli obiettivi del Governo nel medio e lungo termine.
(4-08590)