ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08572

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 468 del 12/03/2021
Firmatari
Primo firmatario: LICATINI CATERINA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 12/03/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 12/03/2021
BARBUTO ELISABETTA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 12/03/2021
AIELLO DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 12/03/2021
PENNA LEONARDO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 15/03/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 12/03/2021
Stato iter:
06/09/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 06/09/2021
MOLTENI NICOLA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 16/03/2021

RISPOSTA PUBBLICATA IL 06/09/2021

CONCLUSO IL 06/09/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08572
presentato da
LICATINI Caterina
testo presentato
Venerdì 12 marzo 2021
modificato
Martedì 16 marzo 2021, seduta n. 469

   LICATINI, D'UVA, BARBUTO, DAVIDE AIELLO, PENNA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   Mukhtar Ablyazov nel 2013 è stato descritto mediaticamente come dissidente kazako e rifugiato politico in fuga da un regime dittatoriale;

   il 27 maggio 2013, tre giorni prima dell'espulsione della moglie dall'Italia, era pervenuta a tutte le sezioni Interpol del mondo una nota, che segnalava una red notice a suo carico (persona da ricercare perché colpita da provvedimenti giudiziari emessi da un Paese membro dell'organismo internazionale Interpol) per truffe, reati fiscali e altri delitti della stessa natura;

   Ablyazov era dunque considerato dall'Interpol un latitante, accusato di bancarotta fraudolenta e di appropriazione indebita per circa 6 miliardi di dollari, come risulta dall'inchiesta de l'Espresso del 3 marzo 2021 («Perseguitato politico? No, ladro di miliardi. Le sentenze inglesi che riscrivono la storia del sequestro Shalabayeva»), condannato a 22 mesi di carcere anche in Gran Bretagna, condanna elusa con una fuga, la seconda dopo quella dal Kazakhstan di alcuni anni prima;

   nel luglio 2013, Mukhtar Ablyazov è stato arrestato in Francia e, a dimostrazione di come la sua situazione personale oscilli pericolosamente tra l'essere un soggetto accusato (e condannato) per gravi reati finanziari in differenti Stati esteri e il voler apparire come un presunto rifugiato politico in modo da ottenere una sorta di immunità perenne, ne fu accolta la richiesta di estradizione in Russia e Ucraina per ben due volte e, solo alla fine di un lungo e tortuoso percorso giudiziario, lungo ben 7 anni, la Francia ne avrebbe disposto la protezione internazionale (nel settembre 2020), salvo poi arrestarlo nuovamente alcuni giorni dopo;

   la sentenza n. 1594/2020 del tribunale di Perugia ha definito l'espulsione di Alma Shalabayeva una extraordinary rendition, ma una tale odiosa pratica certamente non prevede un'udienza di convalida dinanzi al giudice di pace ai fini dell'espulsione, né la richiesta di nulla osta alla procura della Repubblica competente, come è avvenuto nel caso di specie;

   con tale sentenza, il tribunale ha condannato un giudice di pace e sei poliziotti, tra cui uomini al servizio dello Stato da una vita: Maurizio Improta, ex dirigente dell'ufficio immigrazione, e Renato Cortese, ex capo della squadra mobile di Roma, nonché ex questore di Palermo, passato alla storia della lotta antimafia per la cattura, dopo una latitanza durata decenni, del boss mafioso Provenzano e di altri pericolosi latitanti 'ndranghetisti;

   il Kazakhstan è uno Stato membro dell'Onu e dell'Unesco dal 1992, con il quale l'Italia ha sottoscritto numerosi trattati di collaborazione tra cui anche un Accordo di cooperazione nel contrasto alla criminalità organizzata ratificato con la legge n. 216 del 2015;

   vi sarebbero state, negli ultimi 15 anni, solo nove richieste di asilo politico di cittadini kazaki, di cui nessuna accolta;

   mentre i poliziotti italiani condannati sono obbligati a risarcire i danni morali anche al milionario Ablyazov, risulterebbe da fonti giornalistiche che vi sia un ordine di confisca dei beni a livello mondiale emesso nei suoi confronti dalla Gran Bretagna –:

   se, quando Mukhtar Ablyazov ha soggiornato sul territorio italiano nel 2013, avesse titolo per farlo;

   se il Governo disponga di elementi, per quanto di competenza, circa la dinamica che gli ha consentito di eludere l'arresto da parte delle autorità italiane;

   se risultino al Governo richieste di congelamento o confisca, sul territorio italiano, di beni a lui riconducibili anche tramite intestazioni fittizie, nonché quante condanne risultino attualmente a suo carico.
(4-08572)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 6 settembre 2021
nell'allegato B della seduta n. 558
4-08572
presentata da
LICATINI Caterina

  Risposta. — Con riferimento a quanto formulato nell'atto di sindacato ispettivo in esame, si rappresenta quanto segue:

   Mukhtar Ablyazov, nato il 16 maggio 1963 in Kazakistan, non era titolare di alcun permesso che gli consentisse di soggiornare in Italia, nel periodo del 2013 in cui fu segnalata la sua presenza nello Stato.
   Peraltro, l'Ablyazov non risulta aver mai formalizzato, nel medesimo periodo, una richiesta alle Autorità italiane di riconoscimento della protezione internazionale.

  In effetti, la presenza dell'Ablyazov sul territorio nazionale, nel corso del 2013, risulta da una nota pervenuta il 28 maggio 2013 dall'ufficio Interpol di Astana (Kazakistan) al Servizio cooperazione internazionale di polizia della direzione centrale della polizia criminale del Dipartimento di pubblica sicurezza.
  La nota comunicava le ricerche in atto in campo internazionale nei confronti di Ablyazov e segnalava la possibilità che lo stesso si trovasse a Roma insieme ad altri cittadini stranieri ricercati per i reati di truffa e associazione per delinquere.
  In particolare, Ablyazov era ricercato per reati commessi in Kazakistan, Russia e Ucraina, consistenti nell'appropriazione indebita di ingenti quantità di denaro e nella truffa.
  Nel predetto messaggio dell'Interpol, Ablyazov veniva, altresì, segnalato quale «individuo sospettato di essere pericoloso» e veniva indicato che, a suo carico, nella banca dati della stessa Interpol, risultavano i seguenti provvedimenti:

   del Kazakistan, sulla base della diffusione «Red Notice» nr. A352/3-2009 del 9 marzo 2009, per appropriazione indebita per avere fraudolentemente ottenuto crediti di circa 52 milioni di valuta kazaka;

   della Russia, per frode su larga scala, abuso di fiducia, riciclaggio e falsità documentale, dapprima sulla base di una segnalazione diffusa direttamente da Mosca il 4 ottobre 2001, sostituita da una «Red Notice» emessa nel febbraio 2013 (A-1270/2 - 2013), in relazione all'illegale acquisizione di crediti della BTA Bank, successivamente trasferiti in Paesi «off-shore», per un ammontare di 3,2 miliardi di dollari US, 4 miliardi di rubli russi e 64 milioni di euro;

   dell'Ucraina, sulla base della segnalazione internazionale nr. 2012/228456-1 del 4 gennaio 2011, per associazione a delinquere finalizzata al falso, in quanto poneva in essere attività illegali in qualità di membro del consiglio di amministrazione della «SC BTA Bank».

  Inoltre, nella citata comunicazione, oltre ad essere indicati i nominativi di alcuni soggetti che avrebbero potuto accompagnare il cittadino kazako (anch'essi inseriti in banca dati SDI, poiché destinatari del medesimo provvedimento di cattura emesso a carico dell'Ablyazov da parte del Kazakistan) e le autovetture in uso allo stesso, veniva altresì rappresentata la possibilità che si trovasse a Roma, precisamente all'interno di una villa, sita in via Casal Palocco nr. 3. Pertanto, nello stesso giorno di ricezione della suindicata nota, il citato servizio per la cooperazione internazionale di polizia avvisava, con una nota «classificata» «urgentissimo», la squadra Mobile della questura di Roma, per l'attività di verifica delle informazioni pervenute, la localizzazione e la conseguente cattura, tra gli altri, del signor Ablyazov.
  Alla luce di ciò, il 29 maggio 2013, personale della squadra mobile e della (Digos della questura di Roma, accedeva all'interno della villa, al fine di effettuare una perquisizione e rintracciare il ricercato.
  Nell'occasione, il signor Ablyazov non veniva individuato, ma venivano acquisiti elementi investigativi circa la presumibile presenza del predetto sul territorio nazionale almeno fino al 25 maggio 2013.
  All'atto della perquisizione, il personale operante constatava la presenza di una coppia di domestici e di una donna in possesso di un passaporto diplomatico della Repubblica Centrafricana, rilasciato in data 1o aprile 2010 e intestato ad Alma Ayan, con evidenti segni di contraffazione.
  Al riguardo, immediati accertamenti specialistici, effettuati dall'ufficio polizia di frontiera aerea di Fiumicino sul documento diplomatico, ne confermavano la contraffazione. Più nel dettaglio, alcune pagine del documento – contenenti, tra l'altro, lo stemma della Repubblica Centrafricana, l'indicazione del numero, lo
status di diplomatico e la carica del titolare, la data di rilascio, il timbro delle autorità emittenti – risultavano riportate con tecnica imitativa di quella in uso per analoghi documenti originali e stampate su pagine prelevate dallo stesso passaporto, opportunamente riconfigurate mediante abrasione e successiva riscrittura. Inoltre, nelle diciture prestampate presenti nelle pagine contraffatte, la relativa risoluzione risultava non perfettamente definita nei contorni e nei colori. In tutte le pagine contraffatte era, poi, possibile rilevare diversi errori grammaticali della lingua inglese («adress» anziché «address» ed «heigt» in luogo del corretto «height»), palesemente incompatibili con lo standard di produzione dei documenti autentici.
  La signora Ayan, quindi, veniva deferita all'autorità giudiziaria per i reati commessi mediante l'esibizione del falso documento diplomatico.
  Considerato che la donna non risultava in possesso di un permesso di soggiorno né di altro documento che le consentisse di soggiornare sul territorio nazionale, la stessa veniva accompagnata all'ufficio immigrazione della questura di Roma per i dovuti controlli amministrativi.
  Nella stessa giornata del 29 maggio il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale comunicava che Alma Ayan non beneficiava di alcuno
status diplomatico-consolare nel nostro Paese.
  Pertanto si procedeva a notificare alla signora Ayan il decreto di espulsione, cui seguiva il decreto di trattenimento presso il Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Ponte Galeria, adottato dal questore di Roma. Il trattenimento veniva convalidato dall'autorità giudiziaria.
  Si soggiunge che, nel corso della perquisizione del medesimo 29 maggio, venivano rinvenuti anche una
memory card, contenente alcune fotografie della citata Alma Ayan in compagnia dell'Ablyazov, nonché una foto scattata all'interno della stessa abitazione di via Casal Palocco, datata 23 maggio 2013, che ritraeva il ricercato con in braccio una bambina; il materiale veniva sottoposto a sequestro.
  Il successivo 31 maggio, veniva effettuata una nuova perquisizione all'interno della predetta villa, con l'ausilio di apparecchiature specifiche (
geo radar) fornite dal servizio di polizia scientifica del Dipartimento di pubblica sicurezza, che consentiva di individuare un rilevatore di telefoni cellulari (Gsm) e microspie, una microspia di fabbricazione israeliana, la somma di 50.000 euro in contanti e numerose carte di credito.
  Il danaro sequestrato era suddiviso in mazzette «fascettate» – recanti la data del 14 marzo 2013 – con impressa la sigla «
Geld Service Austria» che, come comunicato dall'Austria mediante i canali della cooperazione internazionale di polizia, è una società che si occupa di logistica, di gestione di valori e di coordinamento dei trasporti nel settore bancario, servizi di erogazione contanti per le zone bancarie EU, trasporto contanti, valuta, oro, monete, servizi per contanti e smistamento ed è affiliata alla banca nazionale austriaca per trasporto valori.
  Agli atti della questura di Roma non risultano elementi informativi sulle modalità con le quali il latitante sia fuggito dall'Italia ed arrivato in Francia, ove, in località
Mouans Sartoux, il successivo 31 luglio 2013, veniva tratto in arresto per fini estradizionali, da personale della Brigade de Recherche et d'Intervention.
  Con riferimento al presunto
status di rifugiato politico che sarebbe stato concesso dalla Gran Bretagna ad Ablyazov appare indicativa la lettera, in data 22 luglio 2013, del Segretario generale Interpol di Lione pro tempore, indirizzata al capo della polizia pro tempore.
  In essa il rappresentante di vertice dell'organizzazione internazionale, in relazione alle vicende relative al signor Ablyazov, affermava che:

   storicamente il Regno Unito non ha mai comunicato a quel Segretariato generale informazioni in merito alla concessione ad un soggetto dello status di rifugiato o richiedente asilo, in quanto ritenuta una questione riservata;

   la consultazione da parte dell'Italia delle banche dati del Segretariato generale non avrebbe mai rivelato che al signor Ablyazov era stato concesso lo status di richiedente asilo/rifugiato da parte del Regno Unito;

   per qualsiasi Paese membro che si fosse trovato a consultare le banche dati del Segretariato generale, il signor Ablyazov era un soggetto ricercato ai fini di arresto da tre Paesi membri dell'Interpol, per gravi reati;

   nessun Paese membro dell'Interpol sarebbe stato in grado di sapere, attraverso il Segretariato generale, che al signor Ablyazov era stato concesso dal Regno Unito lo status di richiedente asilo o di rifugiato.

  Per quanto riguarda i beni riconducibili al signor Ablyazov, non risultano richieste di congelamento o confisca sul territorio italiano.
  Infine, si rappresenta che, dagli accertamenti effettuati presso la banca dati del casellario giudiziale a carico di Mukhtar Ablyazov, non risulta alcuna condanna.
  Per quanto riguarda le condanne a suo carico, da fonti aperte risultano a Londra le seguenti sentenze:

   prima sentenza del giudice Teare a carico di Mukhtar Ablyazov per la questione Bta Bank, datata 16 febbraio 2012, che riassume la vicenda giudiziaria alla base della condanna penale per oltraggio alla corte;

   seconda sentenza dello stesso giudice Teare, datata 20 febbraio 2012, che quantifica in 22 mesi la pena a carico di Ablyazov per oltraggio alla corte.
Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Nicola Molteni.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

espulsione

confisca di beni

dittatura