Legislatura: 18Seduta di annuncio: 466 del 10/03/2021
Primo firmatario: CIRIELLI EDMONDO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 10/03/2021
Ministero destinatario:
- PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
- MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
- MINISTERO DELLA DIFESA
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega Delegato a rispondere Data delega PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 10/03/2021 PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 10/03/2021 Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 17/03/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione RISPOSTA GOVERNO 02/07/2021 SERENI MARINA VICE MINISTRO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
RISPOSTA PUBBLICATA IL 02/07/2021
CONCLUSO IL 02/07/2021
CIRIELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
la nostra Nazione sta soffrendo la tragica scomparsa dell'ambasciatore italiano Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, assassinati in un vile agguato nel Nord Est del Congo il 22 febbraio 2021;
secondo le prime testimonianze, l'ambasciatore e il militare viaggiavano a bordo di una autovettura della Monusco – missione dell'organizzazione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione del Paese africano – che sarebbe stata assaltata da un gruppo armato con l'intento di sequestrare personale Onu;
il luogo dell'attentato è ricompreso in un'area denominata «Zona delle tre antenne» considerata – a livello internazionale, europeo e dalla Farnesina – ad alto rischio per la sicurezza a causa della presenza di diversi guerriglieri che si contendono il controllo del territorio;
il 10 gennaio 2021, nella stessa zona, sono stati assassinati sei rangers congolesi;
a distanza di una settimana e nonostante un team del nucleo speciale dei Ros sia giunto in Congo per le opportune investigazioni, la ricostruzione della tragedia presenta ancora interrogativi;
testate giornalistiche italiane e internazionali hanno riportato diverse dichiarazioni in cui si assiste, tristemente, a «rimbalzi» di responsabilità tra chi avrebbe dovuto garantire la sicurezza dell'ambasciatore;
si sta profilando una ricerca spasmodica di un responsabile, tra le Nazioni Unite, titolare della missione Monusco, il Dipartimento di sicurezza e protezione (Undss) responsabile per il Programma alimentare mondiale (PAM) e le autorità locali congolesi, trascurando colpe e negligenze che sarebbero da addebitare in primis al Governo italiano;
a morire sul campo, vittime di una sicurezza internazionale debole, sono nostri connazionali che dovevano essere protetti per il solo fatto di prestare servizio – coraggiosamente – in una regione pericolosa, prescindendo dall'organizzazione e dalla titolarità della singola missione;
il Ministro Luigi Di Maio, durante l'informativa urgente del 24 febbraio 2021, avrebbe esonerato da responsabilità il Governo italiano, affermando la presenza in Congo di un contingente di quattro militari a difesa dell'ambasciata e dell'ambasciatore Attanasio, la dotazione di due auto blindate, la piena autonomia del diplomatico di muoversi all'interno del Paese e l'imputabilità dell'organizzazione e della relativa sicurezza al Pam;
sono state spese parole, forse anche scontate, sull'impegno dell'Italia nella cooperazione internazionale e nelle missioni di pace, senza mai soffermarsi sul sistema della sicurezza estera e consolare della nostra Nazione;
quanto accaduto avrebbe dovuto richiamare l'attenzione del Governo sulle misure di sicurezza estera, sulle funzioni svolte dall'Aise e sulla necessità di maggiori investimenti nell'attività di intelligence;
è legittimo domandarsi per quale ragione i servizi dell'intelligence italiana non dispongano di una rete di informazione adeguata per percepire la pericolosità di una determinata area, nel caso di specie del Congo, e utile per consentire, quindi, che il viaggio di Attanasio, se si doveva fare, si svolgesse nell'idonea cornice di sicurezza;
in tale fumosa vicenda l'unica certezza è che un rappresentante italiano e un milite dei carabinieri stessero viaggiando su un'autovettura non blindata e senza scorta, in un territorio assolutamente insicuro; circostanze che hanno contribuito a rendere maggiormente sensibile l'obiettivo degli assalitori;
quanto accaduto è la conseguenza di labili politiche in tema di sicurezza internazionale, di riduzione dei fondi stanziati per la difesa, di assenza di una rete di servizi segreti adeguata ad assicurare attività di intelligence nei Paesi a rischio di carenza di personale militare preposto alla sicurezza delle ambasciate italiane e l'assenza e/o scarna conoscenza dei territori esteri in cui si svolgono le missioni –:
se il Governo fosse a conoscenza del viaggio che l'ambasciatore Attanasio avrebbe intrapreso e se fosse stato autorizzato;
se sia vero che l'ambasciatore avesse richiesto, in precedenza, in dotazione un'ulteriore autovettura blindata;
se fosse a conoscenza del fatto che l'ambasciatore avrebbe viaggiato privo di un'auto blindata e di scorta, e, in caso affermativo, a quale autorità italiana ciò sarebbe stato riferito;
quali urgenti iniziative intenda intraprendere per garantire la massima sicurezza degli operatori, diplomatici e militari, impegnati in missioni internazionali e rafforzare la rete dell'intelligence italiana, incrementare il personale e gli strumenti utili per la difesa.
(4-08522)
Risposta. — La sicurezza dei funzionari pubblici in servizio all'estero è in primo luogo di competenza dello Stato di accreditamento. La sicurezza delle sedi, ed in particolare la difesa della struttura della sede diplomatica nonché la tutela dell'Ambasciatore, sono affidate nella maggior parte dei casi all'Arma dei Carabinieri.
Per quando riguarda le misure di protezione per la persona dell'Ambasciatore nella Repubblica democratica del Congo, la sede dispone di due auto blindate di livello B6 (la seconda, di riserva, in via di sostituzione al momento del tragico episodio), di due carabinieri in funzione di tutela e due carabinieri destinati alla sicurezza della sede, anch'essi abilitati alla tutela. Il personale dell'Arma dispone delle pistole d'ordinanza e la sede ha sei giubbetti antiproiettile in dotazione.
Il Ministero svolge regolarmente valutazioni sui livelli di rischio nei vari paesi e può formulare raccomandazioni sulle misure di sicurezza da adottare. Frequentemente, questo avviene su richiesta della sede.
Nel caso in questione la missione si svolgeva nel quadro organizzativo del programma alimentare mondiale e la sede non aveva chiesto una valutazione al Ministero. Il capo missione ha piena facoltà di decidere come e dove muoversi all'interno del Paese, senza necessità di fare richiesta di apposita autorizzazione.
La Viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale: Marina Sereni.
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):professioni diplomatiche
diffusione delle informazioni
missione d'inchiesta