ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08496

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 465 del 09/03/2021
Firmatari
Primo firmatario: MISITI CARMELO MASSIMO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 09/03/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DELLA MOBILITA' SOSTENIBILI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DELLA MOBILITA' SOSTENIBILI delegato in data 09/03/2021
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08496
presentato da
MISITI Carmelo Massimo
testo di
Martedì 9 marzo 2021, seduta n. 465

   MISITI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprenderebbe da notizia di stampa, l'Amministrazione di Civitanova Marche starebbe contribuendo alla privatizzazione dell'intera area portuale, ivi compresa l'area a mare, area comunale a vantaggio esclusivo dell'Eurobuilding Group;

   sempre notizie di stampa riportano la creazione di dodici edifici nell'area portuale di Civitanova, alcuni alti dieci piani al posto delle attuali aree cantieristiche e delle officine e negozi, con il porto dedicato al ricovero di yacht, il tutto sarebbe realizzabile mediante una variante al piano regolatore di cui i consiglieri comunali, a detta loro, non sarebbero a conoscenza;

   giuridicamente il porto è collocato dall'articolo n. 822 del codice civile tra i beni del demanio necessario; nello specifico, l'articolo n. 28 del codice della navigazione lo annovera nell'alveo dei beni del demanio marittimo;

   la sentenza della Corte di Giustizia 10 dicembre 1991 n. C 179/90, sentenza Gabrielli, ha contribuito affinché venisse intrapresa un'azione legislativa per il «Riordino della legislazione in materia portuale», che ha portato alla legge n. 84 del 1994. Tale legge recepisce l'importanti posizioni assunte dalla Corte di giustizia dell'Unione europea, attraverso le quali è stata sancita l'applicabilità della normativa concorrenziale anche al settore delle operazioni e del lavoro portuale;

   l'Unione europea, da tempo, chiede all'Italia di adeguarsi agli altri Stati dell'Unione europea riscuotendo le tasse, in particolare l'imposta sul reddito delle società, l'Ires, dalle quindici Autorità sistema portuale (AdSP), da sempre esentate perché enti pubblici e diretta emanazione del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. Per Bruxelles l'esenzione è una chiara infrazione dei principi del libero mercato: la direzione generale Competition che fa capo alla danese Margrethe Vestager ritiene che distorca la concorrenza, Procuri indebiti vantaggi alle AdSP, incida sugli scambi intra-Unione europea e sia una misura selettiva;

   l'8 gennaio 2019 la Commissione ha proposto le opportune misure di cui all'articolo 22 del regolamento di procedura, invitando l'Italia ad adottare misure atte a garantire che le autorità portuali, che svolgono attività economiche, siano assoggettate all'imposta sul reddito delle società allo stesso modo delle altre imprese;

   con lettera del 7 marzo 2019, l'Italia ha respinto la proposta della Commissione adducendo i seguenti motivi: «Ad avviso della Repubblica esistono, infatti, seri argomenti giuridici dei quali non pare la lettera della Commissione abbia tenuto debitamente conto, anche in ragione della peculiarità del sistema italiano rispetto agli altri paesi che sono stati interessati da analoghe decisioni (Belgio, Francia, Spagna)»; «Preme evidenziare, infatti, che la maggioranza dei porti italiani è decisamente lontana dal competere, anche potenzialmente, all'interno dei mercati europei e che la quasi totalità dei porti non gestisce significative relazioni commerciali con l'estero, come emerge dall'analisi dei dati di traffico delle Autorità di Sistema Portuale». Infatti, per le norme italiane, confermate anche da pronunce della Corte di Cassazione, le AdSP sono articolazioni della pubblica amministrazioni, ai sensi dell'articolo 74 del Tuir, e pertanto sono tenute a pagare l'Irap, contributo regionale sulle attività produttive (aliquota del 3,9 per cento) ma non l'Ires (aliquota ordinaria del 24 per cento);

   secondo quanto indicato dalla stessa lettera, in Italia non esisterebbero porti privati, in quanto le AdSP fanno capo alla pubblica amministrazione. Non svolgono quindi attività commerciali ma sono enti pubblici non economici che regolamentano e controllano le attività svolte dai soggetti operanti nei porti –:

   se sia a conoscenza di quanto esposto;

   quali iniziative di competenza intenda adottare, anche raccordandosi con le altre autorità competenti, in relazione ai fatti esposti in premessa, a tutela della titolarità e della natura dei porti italiani;

   se non reputi che la privatizzazione del porto di Civitanova Marche possa determinare un effetto domino, spalancando le porte alle richieste di privatizzazione volute dalla Commissione europea e alle quali il nostro Stato si è sempre opposto.
(4-08496)