ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08428

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 463 del 03/03/2021
Firmatari
Primo firmatario: RAMPELLI FABIO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 01/03/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELLUCCI MARIA TERESA FRATELLI D'ITALIA 01/03/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO PER LE PARI OPPORTUNITA' E LA FAMIGLIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 01/03/2021
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 26/03/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08428
presentato da
RAMPELLI Fabio
testo di
Mercoledì 3 marzo 2021, seduta n. 463

   RAMPELLI e BELLUCCI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro per le pari opportunità e la famiglia. — Per sapere – premesso che:

   secondo una ricerca dell'università di Padova, negli ultimi vent'anni, sono stati 160 mila i casi di minori allontanati dalle famiglie per decisione dei tribunali o su segnalazione dei servizi sociali, dei quali la metà archiviati;

   troppo spesso si tratta di figli, strappati ai genitori e alla loro vita con metodi «brutali» e «dimenticati» per anni presso comunità, senza nemmeno la possibilità di mantenere una continuità affettiva con la famiglia;

   è il caso di un bambino che nel dicembre 2016, nell'ambito della separazione tra i suoi genitori, è stato dapprima collocato in una casa-famiglia e dal luglio 2019 affidato al padre, denunciato dall'ex moglie per violenza domestica e riconosciuto dalle consulenze tecniche d'ufficio pericoloso per il figlio perché violento;

   sulla vicenda è intervenuta anche Roberta Sacchi, criminologa e psicologa: «La vicenda di Giada rappresenta un capitolo raccapricciante nei procedimenti per l'affido dei minori. In più di quindici anni di lavoro non ho mai visto e letto niente del genere. In quattromilacinquecento pagine di vicenda giudiziaria non si rintraccia alcun valido motivo per cui un bambino debba essere allontanato dalla madre, un provvedimento così innaturale dovrebbe essere adottato solo per gravi psicopatologie dei genitori, abusi o maltrattamenti. L'unico motivo per cui il bambino è stato strappato a Giada G. è la violenza istituzionale»;

   nonostante le prove raccolte in questi anni dalla mamma, che dimostrano con evidenza la volontà del bambino di tornare a vivere con lei, il minore non è mai stato ascoltato dai giudici, né tale documentazione è mai stata presa in considerazione dal tribunale, come si legge nel fascicolo processuale: «rimane superfluo acquisire tutti i verbali e le videoregistrazioni degli incontri avvenuti presso il servizio sociale tra madre e figlio»;

   a nulla sono servite le decine di relazioni di autorevoli specialisti che hanno contestato la perizia di sette anni fa con cui mamma Giada è stata bollata come «simbiotica e alienante» e utilizzata dai giudici per supportare la loro decisione;

   secondo le perizie degli specialisti, peraltro, il bambino avrebbe manifestato disturbi nel comportamento «che potrebbero essere ancora più gravi in presenza di una figura paterna percepita come inadeguata e/o pericolosa, come dimostrano le volontà degenerate del padre e i suoi sconsiderati gesti a scapito del figlio per colpire una figura femminile odiata, quale la moglie»;

   nel maggio 2020, il Ministro pro-tempore Bonafede, rispondendo a un'interrogazione relativo al caso in questione, ha sottolineato la tutela data dall'ordinamento a vari livelli al pieno diritto di ascolto del minore e aveva annunciato l'istituzione di una «Squadra speciale di giustizia per la protezione dei minori» volta a «effettuare la ricognizione e il monitoraggio dello stato di attuazione della legislazione vigente in materia di collocamento dei minori in istituti di ricovero e in affidamento eterofamiliare; rilevare profili di criticità della normativa ed esaminare eventuali proposte di modifica della stessa; promuovere la creazione di una banca dati nazionale integrata relativa agli affidi familiari; proporre l'adozione di circolari di armonizzazione e razionalizzazione integrata delle procedure nei diversi settori ordinamentali coinvolti»;

   l'ascolto è un diritto, ma soprattutto un obbligo del giudice in tutti i procedimenti che riguardano il minore, sancito dall'articolo 12 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo, dall'articolo 6 della Convenzione di Strasburgo e, non ultimo per importanza, dagli articoli 315-bis, 336-bis e 337-octies del nostro codice civile –:

   se e quali immediate iniziative di competenza, il Governo intenda adottare in relazione alla vicenda di cui in premessa, e al più generale diritto del minore ad essere ascoltato, e quali siano ad oggi le risultanze del lavoro della citata «Squadra speciale».
(4-08428)