ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08416

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 463 del 03/03/2021
Firmatari
Primo firmatario: ASCARI STEFANIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 02/03/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MARTINCIGLIO VITA MOVIMENTO 5 STELLE 01/03/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 02/03/2021
Stato iter:
21/07/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 21/07/2021
CARTABIA MARTA MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 21/07/2021

CONCLUSO IL 21/07/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08416
presentato da
ASCARI Stefania
testo di
Mercoledì 3 marzo 2021, seduta n. 463

   ASCARI e MARTINCIGLIO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   l'illecita introduzione della droga e di cellulari destinati ai detenuti è un fenomeno, purtroppo, largamente diffuso nelle carceri italiane e non pare attenuarsi nonostante la previsione di reato di cui all'articolo 391-ter del codice penale di recente introduzione che punisce, con pene severe che vanno da 1 a 4 anni, l'accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti;

   e del 24 febbraio 2021 la notizia di un avvocato arrestato in flagranza per cessione di droga a un detenuto albanese nel carcere di Bergamo. E il sospetto di chi indaga è che, anche qualche altra volta, lo stesso abbia portato in carcere droga e telefoni cellulari destinati a detenuti per detenzione o spaccio di sostanze stupefacenti;

   è sempre del 24 febbraio 2021 un'ulteriore notizia di una vera e propria piazza di spaccio, attiva all'interno del carcere di Salerno, dov'era operativo anche un «mercato nero» di cellulari: è stato scoperto, dai poliziotti della squadra mobile di Salerno che, insieme al nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria, hanno arrestato 44 persone e ne hanno denunciate tre;

   questi episodi, a cui se ne aggiungono altri simili se da un lato confermano il grado di maturità raggiunto e le elevate doti professionali del personale di polizia penitenziaria in servizio nelle carceri italiane nel sapere garantire ed assicurare la legalità intercettando tali attività illecite, dall'altro impongono, oggi più che mai, una seria riflessione sulle gravi criticità e carenze strutturali e di risorse umane e materiali tuttora sussistenti negli istituti penitenziari;

   da anni, ormai, i colloqui settimanali e la consegna dei pacchi sono diventati «momenti» delicati per le forze dell'ordine, laddove gli agenti si trovano a contrastare l'introduzione di oggetti vietati nei penitenziari;

   occorre un bilanciamento tra le necessità di sicurezza e il bisogno di trattamento dei detenuti, viste le conseguenze negative derivanti dall'introduzione di droga e di telefoni cellulari in un carcere;

   alla luce di tutto ciò, urgono delle soluzioni per dotare tutti gli istituti penitenziari di risorse umane e materiali (tra quest'ultime, ad esempio, la schermatura delle sezioni detentive e degli spazi nei quali sono presenti detenuti all'uso dei telefoni cellulari e degli smartphone) per evitare che tali episodi di illegalità si verifichino nuovamente e con tale frequenza, al fine di garantire la sicurezza e la legalità nelle carceri –:

   se il Ministro interrogato, sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e quali iniziative di competenza ritenga opportuno adottare, anche in raccordo con altre istituzioni competenti, per risolvere il problema dell'illecita introduzione della droga e di cellulari destinati ai detenuti, al fine di garantire la sicurezza e la legalità nelle carceri.
(4-08416)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 21 luglio 2021
nell'allegato B della seduta n. 544
4-08416
presentata da
ASCARI Stefania

  Risposta. — Con l'atto di sindacato ispettivo in esame, l'interrogante riferisce di episodi di illecita introduzione di sostanza stupefacente nonché di cellulari, occorsi rispettivamente all'interno delle carceri di Bergamo e di Salerno e oggetto altresì di inchieste giudiziarie.
  Valutata la gravità della tipologia di eventi l'interrogante solleva quesito circa gli interventi che il Ministro intenda attivare per evitare il ripetersi di tali forme di illegalità.
  In via preliminare e con riferimento agli eventi critici citati dall'interrogante si rappresenta che il rinvenimento di sostanza psicotropa e dei cellulari illecitamente introdotti nelle carceri indicate, sono stati possibili anche grazie alla quotidiana opera di controllo, monitoraggio e vigilanza svolti dagli agenti della polizia penitenziaria ai sensi della normativa vigente che ha ben agevolato le indagini giudiziarie coordinate dalle Aa.Gg. Salerno e Brescia all'interno degli istituti penitenziari coinvolti.
  Ciò premesso, quanto ai dati inerenti il fenomeno dell'illecita introduzione di sostanze stupefacenti, si riferisce che a fronte di 798 episodi registrati nel 2019, nel corso del 2020 sono stati registrati n. 561 rinvenimenti di sostanze stupefacenti, di cui 72 effettuati durante l'immissione/svolgimento dei colloqui familiari.
  Quanto al fenomeno dell'introduzione e al fraudolento utilizzo di apparati di telefonia mobile, si rappresenta che, solo nel I semestre 2020, sono stati individuati dalla Polizia penitenziaria un totale di 1.159 telefoni cellulari, a cui vanno aggiunti i successivi 1.021 rinvenimenti del II semestre 2020, per un totale di 2.180 apparati rispetto ai 1.886 rinvenimenti del 2019.
  Tale
trend di crescita è connesso sia all'evoluzione tecnologica, che ha reso gli apparati sempre più piccoli e facilmente occultabili, sia alla facilità con cui è possibile reperire telefoni a costi assolutamente irrisori.
  È notorio, infatti, che è possibile acquistare sul mercato strumentazioni dalle dimensioni ridottissime, dell'ordine addirittura di pochi centimetri di grandezza, tali da essere facilmente occultabili all'interno di qualsiasi oggetto, mediante la creazione di cavità alloggiative (negli alimenti; nel corpo umano; inseriti dentro un pallone che viene poi lanciato negli spazi aperti delle strutture penitenziarie dove accedono i detenuti; trasportati da un drone; collocati nel fondo delle pentole, etc.).
  Trattasi di strumenti che consentono di effettuare telefonate e navigare su
internet; capaci, dunque, di generare, attraverso l'introduzione fraudolenta, un uso improprio per la gestione degli affari.
  Naturalmente, la polizia penitenziaria, quotidianamente, svolge opera di vigilanza per evitare che i detenuti non introducano ovvero utilizzino all'interno degli istituti oggetti non consentiti, e ciò in ossequio a quanto prescritto dall'articolo 24 comma 2 n. 2 del decreto del Presidente della Repubblica 15 febbraio 1999 n. 82, a mente del quale il Corpo di polizia penitenziaria ha il compito di «sorvegliare i detenuti e gli internati ovunque si trovino...».
  Il Ministero, inoltre, proprio per contrastare l'introduzione di apparati di telefonia mobile all'interno degli istituti penitenziari del territorio nazionale, a mezzo della competente direzione generale del personale e delle risorse del D.A.P, ha acquisito e distribuito ai provveditorati regionali, nel corso del precedente esercizio finanziario (anni 2019-2020), le seguenti apparecchiature: 200 rilevatori portatili di dispositivi elettronici a breve distanza (10-15 centimetri), di telefonia cellulare e dispositivi
bluetooth, in grado di rilevare qualunque componente elettronico, anche circuiti stampati – tipo sim card telefoniche – oltre che metalli classici, cacciaviti o utensili di piccole dimensioni; 65 rilevatori portatili di telefoni cellulari in grado di rilevare telefonate o invio di messaggi in corso; 40 Jammer (disturbatori elettronici), distribuiti nei provveditorati regionali e usati, di volta in volta, in base alle necessità, negli istituti penitenziari presenti nel territorio italiano.
  Oltre alle strumentazioni suesposte, sono stati acquisiti e distribuiti sul territorio altresì 40
metal detector a portale, che consentono l'intercettazione di armi da fuoco, anni bianche e piccole parti di anni da taglio, ispezionando in modo rapido le persone in transito negli istituti penitenziari; 90 apparecchiature a raggi x per il controllo pacchi. Peraltro, allo stato, è in corso l'installazione di ulteriori 68 macchine in altri istituti penitenziari, con ultimazione prevista per aprile/maggio 2021.
  Si evidenzia, altresì, che con nota 25 marzo 2021, il direttore generale del personale e delle risorse ha disposto l'acquisizione di n. 11 apparati rilevatori di radiofrequenza e di n. 6 sistemi di rilevazione di giunzione per le esigenze specifiche del gruppo operativo mobile, da impiegare all'interno delle sezioni detentive ove sono ristretti detenuti sottoposti al regime detentivo speciale di cui all'articolo 41-
bis dell'ordinamento penitenziario.
  Orbene, mi pregio ancora evidenziare come al fine di prevenire e contrastare la criticità evidenziate, presso il DAP è stato istituito un apposito «Gruppo di lavoro per prevenire e contrastare l'introduzione di telefoni cellulari negli istituti penitenziari», le cui risultanze, allo stato, si sono concretizzate nell'avvio di una ricognizione finalizzata all'individuazione e quantificazione di tutti i dispositivi di prevenzione e contrasto già presenti negli istituti penitenziari, che ha consentito di verificare quelli più efficaci, anche alla luce dei dati statistici forniti, relativi allo storico dei ritrovamenti avvenuti; nella predisposizione di un allegato tecnico, inviato a tutti i provveditorati, relativo ai princìpi di funzionamento dei dispositivi tecnologici attualmente in uso all'Amministrazione penitenziaria che si sono rivelati più efficaci a fronteggiare la criticità in oggetto, nella misura in cui il loro utilizzo è avvenuto nel rispetto delle specifiche modalità di funzionamento e del loro peculiare profilo di impiego; nella predisposizione di capitolati di gara, finalizzati ad acquisti centralizzati, per incrementare le disponibilità dei dispositivi tecnologici individuati nel predetto allegato tecnico in tutte le strutture penitenziarie del territorio; nella predisposizione di una nota di sensibilizzazione, inviata ai provveditorati, volta a utilizzare i fondi assegnati sui pertinenti capitoli di bilancio per acquisire anche i dispositivi in oggetto per la successiva distribuzione alle strutture presenti nel distretto di competenza, in proporzione alle esigenze rilevate; nell'audizione, in occasione delle riunioni, del gruppo, di esperti e di personalità accademiche impegnate nel settore della
cyber security, al fine di individuare le nuove tecnologie da sperimentare; nell'attuazione, in via sperimentale e, successivamente, in via definitiva, di un apposito protocollo addestrativo, di competenza della direzione generale della formazione, per la progettazione di eventi formativi da indirizzare al personale di Polizia penitenziaria che sarà impegnato nelle attività di contrasto all'introduzione dei telefoni cellulari; nella programmazione preliminare di attività di sperimentazione di nuovi dispositivi.
  Non solo, al fine di consentire un efficace coordinamento degli acquisti in parola, è stato altresì disposto che i provveditori avranno cara di inviare, con cadenza trimestrale (a partire dal 10 gennaio 2021), uno specifico
report nel quale saranno riportati con precisione il numero di dispositivi attualmente disponibili e funzionanti, il numero dei dispositivi acquistati, il numero dei dispositivi le cui procedure di acquisto sono state attivate in corso di perfezionamento.
  Infine è doveroso rammentare la recente introduzione (decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, poi convertito con legge 18 dicembre 2020, n. 173) dell'articolo 391-
ter del codice penale, proprio in materia di contrasto all'introduzione e all'utilizzo di dispositivi di comunicazione in carcere ed i cui effetti pratici si potranno registrare solo nel corso del 2021.
  La nuova fattispecie incriminatrice, rubricata «Accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti», prevede che «chiunque, indebitamente, procura a un detenuto un apparecchio telefonico o altro dispositivo idoneo a effettuare comunicazioni o, comunque, consente a costui l'uso indebito dei predetti strumenti o introduce in un istituto penitenziario uno dei predetti strumenti, al fine di renderlo disponibile a una persona detenuta, è punito con la reclusione da uno a quattro anni. Si applica la pena della reclusione da due a cinque anni se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale, da un incaricato di pubblico servizio ovvero da un soggetto che esercita la professione forense. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, la pena prevista dal primo comma si applica anche al detenuto che indebitamente riceve o utilizza un apparecchio telefonico o altro dispositivo idoneo ad effettuare comunicazioni».

La Ministra della giustizia: Marta Cartabia.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sicurezza pubblica

detenuto

stabilimento penitenziario