ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08219

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 458 del 17/02/2021
Firmatari
Primo firmatario: SIRAGUSA ELISA
Gruppo: MISTO-CENTRO DEMOCRATICO-ITALIANI IN EUROPA
Data firma: 12/02/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RIZZONE MARCO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO-ITALIANI IN EUROPA 07/02/2021
LAPIA MARA MISTO-CENTRO DEMOCRATICO-ITALIANI IN EUROPA 08/02/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 12/02/2021
Stato iter:
29/04/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 29/04/2021
DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 11/03/2021

RISPOSTA PUBBLICATA IL 29/04/2021

CONCLUSO IL 29/04/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08219
presentato da
SIRAGUSA Elisa
testo di
Mercoledì 17 febbraio 2021, seduta n. 458

   SIRAGUSA, RIZZONE e LAPIA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   sta destando sconcerto la luttuosa vicenda del nostro connazionale Luca Ventre, morto il 1o gennaio 2021 nell'ambasciata italiana di Montevideo, capitale dell'Uruguay. Le dinamiche e le ragioni dell'accaduto non sono state chiarite e sono emerse incongruenze tra la versione ufficiale rilasciata dalle autorità uruguaiane e le successive ricostruzioni giornalistiche, basate sui filmati delle telecamere dell'ambasciata e le testimonianze dei familiari. Tali dettagliate ricostruzioni, per ovvi motivi, non è possibile riportare qui per esteso; si accennerà dunque ai punti salienti della vicenda;

   Ventre, di origine lucane, si era trasferito nello stato uruguaiano otto anni fa, raggiungendo il ramo paterno della famiglia, radicatosi nel Paese già dagli anni Cinquanta, e avviando attività commerciali;

   secondo quanto riportato dagli organi di stampa, alle sette di mattina del primo dell'anno, dopo aver ripetutamente suonato al citofono dell'ambasciata italiana, e non avendo ricevuto risposta essendo giorno festivo, Ventre scavalca la cancellata all'ingresso; ha in mano una cartellina portadocumenti. Il suo intento, parlare immediatamente con un funzionario. Al riguardo, il fratello di Ventre — Fabrizio — dichiarerà che il giorno prima, il 31 dicembre, Luca gli aveva detto al telefono di sentirsi in pericolo di vita e di voler rientrare al più presto in Italia;

   nonostante prassi voglia che il territorio dell'ambasciata sia presidiato da sorveglianti italiani, una volta entrato in cortile, Luca trova una guardia privata e un agente di polizia locale, entrambi uruguaiani. Dopo un breve colloquio, Ventre prova a tornare su suoi passi, ma viene bloccato e scaraventato a terra. Malgrado i ripetuti segni di resa del nostro connazionale, il poliziotto gli mette un braccio attorno al collo, con una tecnica chiamata «chiave di judo». Per dieci minuti Luca tenta invano di liberarsi, per poi, alle 7:18 smettere di muoversi: ciononostante, il poliziotto non lascia la presa per altri tredici minuti. Infine, alle 7:40, e dopo alcune chiamate effettuate dalla guardia, giungono all'ambasciata, in automobile, tre persone, di cui due sono agenti: questi ammanettano Ventre che, ancora a terra, continua a non mostrare alcun cenno di reazione. Il vigilante consegna loro la cartellina porta documenti della vittima, la quale viene infine sollevata e trascinata di peso nell'automobile. Sono diretti al vicino ospedale, dove Ventre verrà dichiarato deceduto;

   in merito alle condizioni di Ventre al suo arrivo al nosocomio, le versioni dei due agenti sono discordanti, così come quelle dei medici e degli infermieri di turno all'ospedale. Nel primo referto dell'autopsia, in ogni caso, si legge che «il cervello presenta uno stato edematoso, compatibile con la morte da strangolamento»;

   la procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio a carico di ignoti e ha chiesto, insieme ai genitori di Ventre, che il cadavere venga riesumato al fine di fare un'autopsia in Italia;

   la madre infine ha sostenuto che il telefono di Ventre fosse sotto controllo, e che il giorno prima di morire fosse stato «inseguito da due auto che hanno tentato di bloccarlo» –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e se non ritenga, per quanto di competenza, di fornire ogni informazione utile al fine di chiarire le circostanze in cui è purtroppo avvenuto il decesso del connazionale Luca Ventre;

   se non intenda chiarire la presenza di personale di vigilanza non italiano a tutela della sicurezza delle sedi diplomatiche italiane all'estero.
(4-08219)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 29 aprile 2021
nell'allegato B della seduta n. 497
4-08219
presentata da
SIRAGUSA Elisa

  Risposta. — Il 1° gennaio 2021, circa alle 7.00 del mattino, il cittadino italiano Luca Ventre, residente in Uruguay, si è introdotto all'interno del compound dell'ambasciata d'Italia, scavalcando uno dei cancelli d'ingresso della residenza.
  Il connazionale è stato fermato dalla guardia privata in servizio presso la sede, che ha chiesto a voce l'intervento dell'agente della polizia uruguaiana, incaricato di vigilare sulla sicurezza dell'ambasciata. Il diritto internazionale prevede infatti l'obbligo, a carico del Paese ospitante, di proteggere i locali della sede da ogni intrusione.
  L'agente sopraggiunto sul posto, con l'ausilio della guardia privata, ha bloccato il signor Ventre immobilizzandolo in attesa dell'arrivo di una pattuglia della polizia, che nel frattempo era stata chiamata.
  Giunta la polizia uruguaiana, il signor Ventre è stato prelevato e condotto in ospedale. Secondo quanto riferito dalle locali forze dell'ordine e confermato dalla guardia privata, al momento di essere portato fuori dal perimetro dell'ambasciata il connazionale era ancora vivo.
  Il signor Luca Ventre in ospedale avrebbe manifestato un'intensa agitazione e, come riportato anche dall'autopsia, gli sarebbero stati somministrati dei calmanti. Circa quaranta minuti dopo l'ingresso nel nosocomio, nonostante i trattamenti sanitari d'urgenza effettuati, ne è stato purtroppo constatato il decesso. Sempre secondo i risultati dell'autopsia, le lesioni, di tipo superficiale, evidenziate dal referto autoptico, non giustificherebbero la morte. La causa del decesso non è ancora stata determinata definitivamente. Ciò sarà possibile quando saranno disponibili i risultati degli ulteriori esami tossicologici e anatomopatologici.
  Per volontà dei familiari, la salma del signor Ventre è stata tumulata in un cimitero in Uruguay.
  La nostra ambasciata nella capitale uruguaiana – in stretto raccordo con la Farnesina – ha seguito la tragica vicenda fin dal suo insorgere con la massima attenzione. Appena informati di quanto accaduto, funzionari della nostra rappresentanza diplomatica – in contatto con l'ambasciatore Iannuzzi, che ha immediatamente interrotto il proprio congedo, ritornando a Montevideo lo stesso pomeriggio – sono andati in ambasciata, dove è sopraggiunta anche la polizia scientifica per i primi rilievi. È stato quindi subito allertato l'esperto per la sicurezza dell'ambasciata, di stanza a Buenos Aires, che ha fornito il proprio supporto ai fini della più corretta ricostruzione dell'accaduto e della immediata gestione dei seguiti, ad esempio nella messa in sicurezza del disco rigido con le registrazioni delle videocamere di sorveglianza e in altre attività istruttorie preliminari, tra cui la raccolta delle dichiarazioni da parte del sorvegliante di turno dell'ambasciata. Il personale dell'Ambasciata si è poi recato in ospedale per acquisire informazioni dirette dal personale della struttura sanitaria. Il capo della cancelleria consolare ha preso contatto con il padre di Luca Ventre, incontrato successivamente dall'ambasciatore Iannuzzi, assicurando alla famiglia ogni possibile assistenza. Il 2 gennaio l'ambasciata ha pubblicato un messaggio di cordoglio indirizzato alla famiglia Ventre e in particolare al padre e alla madre di Luca, in cui si è ribadito il massimo impegno affinché le autorità uruguaiane facciano piena luce sulle cause del tragico decesso del figlio.
  La magistratura uruguaiana sta attualmente conducendo delle indagini sull'evento. Un fascicolo è stato aperto anche dalla procura della Repubblica di Roma e un primo incontro in videoconferenza tra i nostri magistrati inquirenti e gli omologhi uruguaiani si è svolto lo scorso 1° febbraio. Nell'occasione, la parte italiana ha chiesto di poter disporre di ulteriore materiale relativo alle riprese delle telecamere del circuito interno all'arrivo in ospedale del signor Ventre e degli esiti dell'esame autoptico effettuato agli inizi di gennaio.
  La procura della Repubblica di Roma ha disposto una seconda autopsia. A tal fine la salma del connazionale – con il consenso dei congiunti – è stata riesumata e traslata in Italia. Il feretro è giunto a Roma lo scorso 1° marzo.
  La Farnesina e l'ambasciata a Montevideo continueranno a seguire da vicino lo sviluppo delle investigazioni in corso. La nostra rappresentanza resta a disposizione, nell'ambito delle proprie competenze, per qualsiasi forma di intervento dovesse rendersi necessario per agevolare l'attività d'indagine condotta sull'accaduto dalla nostra autorità giudiziaria.
  Quanto al secondo quesito posto nell'interrogazione, si rileva che nelle sedi diplomatiche collocate in zone a basso rischio (Montevideo si trova nella prima di quattro fasce di progressiva pericolosità) non vi è una dotazione fissa di militari dell'Arma ma è consuetudine, in linea con quanto disposto dalla maggior parte delle ambasciate di
partner occidentali, fare ricorso a servizi di vigilanza privata, debitamente autorizzati dal capo missione. È tuttavia prassi consolidata disporre l'invio di carabinieri in missione temporanea per istruire la sorveglianza locale e verificare l'efficace funzionamento del sistema di sicurezza. Le ultime missioni temporanee a Montevideo di personale dell'Arma si sono svolte dall'8 novembre 2019 all'11 febbraio 2020 e dal 26 febbraio 2020 al 23 maggio 2020.
  Non hanno potuto far seguito nuove missioni nella seconda metà del 2020 a causa della sospensione dei collegamenti aerei, dovuta alla pandemia. Per l'anno in corso, è prevista la partenza di un militare nei prossimi giorni per un periodo di tre mesi, eventualmente prorogabile.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale: Benedetto Della Vedova.