Legislatura: 18Seduta di annuncio: 453 del 18/01/2021
Primo firmatario: LUPI MAURIZIO
Gruppo: MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-CAMBIAMO!-ALLEANZA DI CENTRO
Data firma: 18/01/2021
Ministero destinatario:
- PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
- MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega Delegato a rispondere Data delega PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 18/01/2021 Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 27/01/2021
LUPI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
dai dati (Istat e Ministero del lavoro e delle politiche sociali) si evince che, ogni anno, le persone disabili disoccupate, iscritte nelle liste di cui all'articolo 8 della legge n. 68 del 1999, sono circa 800.000 e che, di queste persone iscritte, gli avviamenti al lavoro sono mediamente il 3,4 per cento (circa 20-30.000 persone): questa percentuale è molto bassa e pone l'Italia in una delle ultime posizioni in Europa;
per il 2019 e il 2020 si stima che il numero degli iscritti si sia stato di oltre 800.000, ma quando avrà termine la sospensione dei licenziamenti dovuta al Covid, nel 2021, è facile immaginare che si arriverà al milione;
il sistema pubblico di collocamento delle persone disabili non riuscirà ad inserire che una minima parte di questo milione di persone, poiché i soggetti più deboli si vedranno scavalcati da ex lavoratori licenziati. Infatti, tutta la filiera del collocamento mirato avviata nel 1999 con la suddetta legge n. 68 è inceppata, da anni, anche se nessuno ne parla;
questa filiera presenta gravi carenze (oneri burocratici, troppo differenziate le prassi amministrative degli uffici sul territorio e altro) e deve riferirsi a sistemi normativi differenziati a seconda del territorio regionale, alle differenze enormi di tessuti produttivi, alle sperequazioni nelle risorse disponibili;
tutti gli operatori del settore riferiscono che è praticamente impossibile che il sistema pubblico di collocamento riesca davvero ad inserire nei posti di lavoro determinate categorie di disabili – psichici, intellettivi, malati rari, persone con disturbi relazionali;
in data 13 novembre 2020, il Sottosegretario Puglisi che rispondeva ad una interpellanza urgente ha fornito al Parlamento un dato sorprendente: le domande delle aziende per accedere agli incentivi di cui all'articolo 13 della legge n. 68 del 1999 sono state, per il 2019, 1.141 (di cui 259 si riferiscono a persone affette da disabilità intellettiva e psichica) e per il 2020, 1.231 (di cui 316 riferite a persone affette da disabilità intellettiva e psichica);
per chiunque conosca l'appetibilità per le imprese dell'incentivo di cui all'articolo 13, che arriva – per i disabili psichici e intellettivi – fino al 70 per cento degli oneri contributivi per ogni assunto, prolungato per ben cinque anni, questo dato è la più eclatante dimostrazione dello stato di agonia del sistema di collocamento pubblico e della sua completa inutilità per le centinaia di migliaia di disabili più complessi (intellettivi, psichici, persone con disturbi relazionali e malati rari);
ci si aspettava di vedere traccia di questa strategia nel Piano di ripresa e resilienza poiché si è proprio nell'ambito che l'Europa indica agli Stati membri come via maestra per l'uscita dalla pandemia grazie ad una maggiore coesione continentale;
il Governo italiano, invece, ha letteralmente «dimenticato» il riferimento del collocamento delle persone disabili nel Pnrr –:
se il Governo intenda impegnarsi a inserire una voce specifica del Piano dedicata alla «occupazione delle persone con disabilità», basando questo intervento su «percorsi individualizzati di valutazione, formazione preparatoria al lavoro, orientamento, inserimento e accompagnamento» (l'unica modalità per l'inserimento effettivo delle persone con disabilità) e se si intenda prevedere – per questa voce – una linea di finanziamento ad hoc e indicare le linee generali di questo intervento straordinario che non potrà che basarsi sulla collaborazione fra un soggetto nazionale (ANPAL) e le imprese e associazioni ed agenzie del Terzo Settore, depositarie di esperienza e competenza indispensabili a questa delicata funzione, secondo i princìpi della sussidiarietà.
(4-08051)