ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08045

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 453 del 18/01/2021
Firmatari
Primo firmatario: EPIFANI ETTORE GUGLIELMO
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 15/01/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 15/01/2021
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08045
presentato da
EPIFANI Ettore Guglielmo
testo di
Lunedì 18 gennaio 2021, seduta n. 453

   EPIFANI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   la MeridBulloni è una storica azienda che è presente sul territorio di Castellammare di Stabia (Napoli) dai primi anni '70 ed è specializzata nello stampaggio di viti e bulloni;

   nel 1986 è stata ceduta dal gruppo Falk all'imprenditore brianzolo Fontana per una cifra simbolica;

   il gruppo Fontana attualmente conta 19 stabilimenti dislocati in 4 continenti con 1 miliardo di euro di fatturato circa;

   nel corso degli anni è diventata il fornitore principale del gruppo francese Psa e delle altre maggiori case automobilistiche europee, come Volkswagen e Fca, grazie anche ad alcune produzioni su cui è specializzata, tra cui la produzione di viti con rondella imperdibile;

   nei decenni scorsi l'azienda è arrivata ad occupare fino a 120 addetti, poi nel corso del tempo, a causa di pensionamenti e dismissioni di macchine e impianti si è scesi agli attuali 81 dipendenti. I Fontana nel corso degli anni hanno rafforzato la loro leadership nel settore della bulloneria, diventando un player mondiale e hanno costituito il gruppo Fontana di cui la Meb è parte integrante, insieme alla I.b.s. Srl di Ferriera (To), la Lobo spa di Cornaredo (Mi) e la Fontana Luigi spa di Veduggio con Colzano (MB);

   attualmente l'azienda è in piena salute, risultando sempre in utile, in particolare negli ultimi sei anni, nei quali da parte dell'azienda sono stati raggiunti livelli eccezionali;

   il 18 dicembre 2020, i dipendenti sono stati convocati dall'azienda presso l'Unione degli industriali con all'ordine del giorno il piano industriale per 2021;

   in quella sede senza alcun preavviso e senza nessuna motivazione che giustificasse una tale scelta, è stata comunicata la decisione della chiusura del sito di Castellammare di Stabia;

   i vertici aziendali – in quella sede – comunicavano di voler attivare una procedura ex articolo 47 e cioè fusione per incorporazione con un'altra consociata del gruppo ovvero la I.b.s. Srl sita in provincia di Torino;

   tale procedura dovrebbe esaurirsi in base ai tempi di legge entro il 1° febbraio 2021. L'azienda ha provveduto ad inviare le lettere individuali a tutti i lavoratori prefigurando il trasferimento nella sede in provincia di Torino o in alternativa il licenziamento, gettando quasi 100 famiglie nell'incertezza in un anno già gravato dalla grave crisi a causa del Covid-19;

   dopo il 18 dicembre 2020 i lavoratori hanno ottenuto un tavolo in prefettura il giorno 23 dicembre, dove l'azienda ha confermato la sua posizione adducendo la motivazione che per il 2021 vi è la previsione di un calo delle commesse del mercato francese di riferimento del -20 per cento;

   nei giorni scorsi era previsto un incontro alla regione Campania presso la terza commissione attività produttive, ma l'azienda non si è presentata inviando una mail un'ora prima della riunione;

   il giorno 14 gennaio 2021 si è tenuto presso il Ministero dello sviluppo economico un incontro al quale hanno preso parte i vertici aziendali e la regione Campania, nelle vesti dell'assessore all'attività produttive;

   anche questo incontro non ha dato esisti favorevoli e i titolari dell'azienda non hanno dato una valida spiegazione alla chiusura del sito di Castellammare di Stabia;

   in questo incontro la regione Campania ha ribadito la sua disponibilità ad acquistare il sito produttivo –:

   quali ulteriori iniziative il Governo ritenga di dover intraprendere al fine di evitare la chiusura dello stabilimento produttivo di Castellammare di Stabia affinché si eviti che ottantuno famiglie siano costrette ad accettare il trasferimento nella provincia di Torino o, in alternativa, il licenziamento che andrebbe anche a gravare sulla già fragile condizione industriale della provincia di Napoli.
(4-08045)