Legislatura: 18Seduta di annuncio: 452 del 15/01/2021
Primo firmatario: BELLUCCI MARIA TERESA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 15/01/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma MELONI GIORGIA FRATELLI D'ITALIA 18/01/2021 GEMMATO MARCELLO FRATELLI D'ITALIA 15/01/2021 DEIDDA SALVATORE FRATELLI D'ITALIA 15/01/2021 FERRO WANDA FRATELLI D'ITALIA 15/01/2021 MASCHIO CIRO FRATELLI D'ITALIA 15/01/2021 RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA 15/01/2021 ALBANO LUCIA FRATELLI D'ITALIA 15/01/2021 CIABURRO MONICA FRATELLI D'ITALIA 15/01/2021
Ministero destinatario:
- PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
- MINISTERO DELLA SALUTE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega Delegato a rispondere Data delega PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 15/01/2021 Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 21/01/2021
APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 18/01/2021
MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 21/01/2021
BELLUCCI, MELONI, GEMMATO, DEIDDA, FERRO, MASCHIO, RAMPELLI, ALBANO, CIABURRO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
dopo mesi di inchieste giornalistiche e un'indagine della procura di Bergamo sulla preparazione dell'Italia a una pandemia come quella da Coronavirus, il Ministro Speranza ha pubblicato una bozza del nuovo piano pandemico nazionale;
il documento prevede una serie di misure organizzative e azioni per fronteggiare possibili nuove pandemie e affronta il dilemma etico dei medici, costretti a decidere chi curare quando mancano le risorse;
abbandonando il diritto alla salute, costituzionalmente garantito, e, pertanto, l'intoccabile principio di uguale possibilità di accesso alle cure, il piano pandemico sembra abbracciare un principio assurdamente utilitaristico: «Lo squilibrio tra necessità e risorse disponibili può rendere necessario adottare criteri per il triage nell'accesso alle terapie. Gli operatori sanitari sono sempre obbligati, anche durante la crisi, a fornire le cure migliori, più appropriate, ragionevolmente possibili. Tuttavia, quando la scarsità rende le risorse insufficienti rispetto alle necessità, i principi di etica possono consentire di allocare risorse scarse in modo da fornire trattamenti necessari preferenzialmente a quei pazienti che hanno maggiori probabilità di trarne beneficio»;
come spiegato dagli anestesisti, per le rianimazioni, significa accertare chi «potrà con più probabilità o con meno probabilità superare la condizione critica con il supporto delle cure intensive» e, al riguardo, sono stati individuati anche tutti i parametri e le possibili condizioni da seguire prima di arrivare alla scelta;
in particolare, i criteri individuati sono legati all'età del paziente, alle comorbilità secondo l'indice di Charlson (ad esempio infarto, demenza, neoplasia, diabete, leucemia, linfoma e altro), allo stato funzionale pregresso e alla fragilità, alla gravità del quadro clinico attuale e alla volontà del paziente;
sono dure le parole del professor Filippo Maria Boscia, luminare e presidente dell'Associazione italiana medici cattolici: «Inaccettabile leggere che il piano pandemico propone come selezionare vite. Si crea una selezione tra pazienti e questa selezione fatalmente colpisce gli anziani e le persone deboli, che reputa esseri umani da rottamare. Stiamo liquidando anni di civiltà e di tradizione medica che era di rispetto degli anziani e delle persone fragili, penso ai malati oncologici. [...] Il grande problema è che la politica scarica sui medici tutte le sue responsabilità che sono sperpero di soldi e mancata ottimizzazione delle risorse. Occorre ricordare quanto saggiamente ha detto ultimamente il Papa che nessuno si salva da solo, che deve prevalere la logica del noi e non dell'io»;
ma vi è di più, perché non è accettabile inserire tra i criteri da considerare per le scelte in terapia intensiva quello della «fragilità», che va da una scala con punteggio 1 per una persona «molto in forma» alla persona «in fase terminale» con punteggio 9: una persona su sedia a rotelle, secondo questa scala, corrisponderebbe ad una persona «molto fragile» con punteggio 7;
l'indirizzo di considerare l'età e la fragilità nella scelta etica rischia di penalizzare sempre e comunque il paziente anziano o disabile, che non sempre, però, è il più fragile: la fragilità non è un difetto, una patologia, un handicap, ma l'espressione della condizione umana; una vita difficile che dovrebbe essere protetta a tutti i costi, perché spesso complicata dalla sofferenza, rischia di tradursi in una minore probabilità di sopravvivenza per una scelta etica utilitaristica inaccettabile;
è legittimo che il medico indichi se sia opportuno o no intervenire su una persona, ma solo valutando le sue condizioni cliniche, al fine di evitare l'accanimento terapeutico, non se un paziente ha più possibilità di vivere dell'altro –:
se il Governo non ritenga di dover rivedere il testo del piano pandemico nazionale, al fine di garantire a tutti il diritto di essere curati, eliminando ogni possibile forma di discriminazione o privilegio.
(4-08038)