ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07873

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 444 del 22/12/2020
Firmatari
Primo firmatario: PITTALIS PIETRO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 22/12/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 22/12/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07873
presentato da
PITTALIS Pietro
testo di
Martedì 22 dicembre 2020, seduta n. 444

   PITTALIS. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   è intento dell'interrogante portare all'attenzione del Ministro interrogato la difficile situazione operativa in cui versa, ormai da circa un anno, l'ufficio del giudice di pace di Macomer; situazione che, peraltro, rispecchia quella di altre realtà situate in zone più interne o meno intensamente popolate, traducendosi in una inammissibile differenziazione, sul territorio nazionale, nell'accesso dei cittadini alla giustizia;

   a seguito dell'emanazione del decreto legislativo n. 156 del 7 settembre 2012, che ha disposto la riduzione degli uffici del giudice di pace, l'Unione di comuni Marghine – nell'ambito di un più ampio progetto di contrasto al triste fenomeno dello spopolamento che, come noto, continua in maniera sempre più preoccupante a interessare le aree interne della Sardegna – ha deciso di riaprire l'ufficio del giudice di pace di Macomer;

   la riapertura dell'ufficio, in origine soppresso, è avvenuta – secondo quanto consentito dall'articolo 3 del decreto legislativo n. 156 del 2012 – ad integrale spesa dei comuni aderenti all'Unione, che hanno messo a disposizione i propri dipendenti e le loro risorse finanziarie;

   specie nell'ultimo anno, però, il sopraggiungere di una serie di criticità e, in particolare, il fattore «esogeno» rappresentato dall'apertura, nel territorio di Macomer, del Centro di permanenza per il rimpatrio (C.p.r.), mettono seriamente a repentaglio, già per l'immediato futuro, la sostenibilità del servizio;

   l'ufficio in questione è composto da un solo giudice, a quanto consta all'interrogante, oggi collocato a riposo e sostituito da un facente funzione, e da due soli dipendenti comunali in posizione di cosiddetto «comando» presso l'Unione di comuni Marghine, che, attualmente, svolgono funzioni di cancelliere e di funzionario giudiziario, e ciò sebbene non verrebbe riconosciuta loro, sempre a quanto consta all'interrogante, la relativa indennità;

   una struttura così esigua può soddisfare le esigenze della giustizia di prossimità, assorbendo le istanze fisiologiche delle comunità territoriali di riferimento, ma non può che andare al repentino collasso, là dove – come è avvenuto – le si imponga di far fronte alle innumerevoli, e sempre crescenti, incombenze per le pratiche e il contenzioso legato al nuovo Centro di permanenza per il rimpatrio (C.p.r.), a cominciare dalle udienze di convalida;

   ad ogni evidenza, i comuni dell'Unione Marghine si trovano a dover sostenere, con le proprie risorse, una funzione che esula di gran lunga dal perimetro delle competenze, e delle risorse, delle istituzioni locali, e che, in definitiva, si sostanzia in un'opera di surrettizia supplenza dello Stato centrale; attività che, senza l'intervento del Ministero (volto ad assicurare l'assunzione di nuovo personale e la nomina di un nuovo magistrato onorario) presto non potrà essere più garantita –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere per fronteggiare le difficoltà organizzative in cui versa l'ufficio del giudice di pace di Macomer.
(4-07873)