ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07864

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 443 del 18/12/2020
Firmatari
Primo firmatario: GEMMATO MARCELLO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 18/12/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 18/12/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07864
presentato da
GEMMATO Marcello
testo di
Venerdì 18 dicembre 2020, seduta n. 443

   GEMMATO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il 15 ottobre 2020, un comunicato stampa dell'Oms evidenziava quanto segue: «...I risultati provvisori del Solidarity Therapeutics Trial, coordinato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, indicano che i regimi di remdesivir, idrossiclorochina, lopinavir / ritonavir e interferone sembravano avere scarso o nessun effetto sulla mortalità a 28 giorni o sul decorso ospedaliero di COVID-19 tra pazienti ricoverati...»;

   in particolare, il predetto studio, pubblicato sul sito medrxiv.org in fase di attesa di revisione tra pari, evidenziava, nelle conclusioni del suo abstract, quanto segue: «...Questi regimi Remdesivir, Idrossiclorochina, Lopinavir e Interferone sembravano avere un effetto minimo o nullo sul COVID-19 ospedalizzato, come indicato dalla mortalità complessiva, dall'inizio della ventilazione e dalla durata della degenza ospedaliera...»;

   in data 19 ottobre 2020, una tra le più importanti riviste scientifiche del mondo, BMJ, pubblicava un articolo dal titolo «Remdesivir ha un impatto minimo o nullo sulla sopravvivenza, mostra lo studio dell'OMS» nel quale evidenziava il predetto studio e affermava quanto segue: «... Il più grande studio fino ad oggi sui trattamenti riproposti per l'uso nella pandemia covid-19 ha dimostrato che nessuno dei quattro farmaci studiati ha prodotto alcun beneficio misurabile in termini di mortalità o decorso della malattia. Ciò include il remdesivir...»;

   BMJ riportava le valutazioni di Landray, un epidemiologo dell'Università di Oxford che evidenziava che «...la grande storia è la scoperta che remdesivir non produce alcun impatto significativo sulla sopravvivenza...» e ricordava anche che «... il remdesivir è un farmaco che viene somministrato per infusione endovenosa per 5-10 giorni e costa circa 2000 sterline [2205 euro; 2600 dollari] per corso...Abbiamo bisogno di trattamenti scalabili, convenienti ed equi...»;

   il 28 ottobre 2020, il direttore di Aifa, in un comunicato, evidenziava che «Il Remdesivir è in fase di riposizionamento perché, dopo la pubblicazione di ulteriori studi, l'efficacia è risultata minore del previsto...»;

   in data 26 novembre 2020, Aifa, in suo comunicato dal titolo «COVID-19: AIFA limita l'uso di remdesivir in casi selezionati», evidenziava che «...per quanto riguarda il remdesivir...,alla luce delle nuove evidenze disponibili, l'utilizzo potrà essere considerato esclusivamente in casi selezionati, dopo una accurata valutazione del rapporto benefici/rischi...»;

   Il Fatto quotidiano, in data 29 novembre 2020, evidenziava non solo che l'Oms aveva sconsigliato l'uso di remdesivir nei pazienti ospedalizzati sulla base dei risultati dello studio Solidarity ma anche che «...l'Italia e decine di altri Paesi hanno già ordinato centinaia di migliaia di fiale di Remdesivir da 345 euro l'una, nell'ambito di un contratto quadro firmato a ottobre dalla Commissione europea con Gilead...»;

   Il Fatto quotidiano, evidenziava che «...La Commissione permette d'acquistare i trattamenti ma non obbliga nessuno a farlo»... «In mancanza di obbligo legale ha funzionato però la pressione sociale e mediatica per avere dosi dell'unico farmaco autorizzato dall'Ema – se pur con autorizzazione (condizionata, ovvero che deve essere confermata con la raccolta di nuovi dati clinici) – per il trattamento del Covid....»;

   il quotidiano evidenziava ancora che «quando l'8 ottobre Gilead ha reso disponibile un'enorme quantità di trattamenti, le autorità competenti hanno fatto immediatamente l'ordine. Tra questi il commissario per l'emergenza Covid in Italia, Domenico Arcuri, che secondo quanto rivelato dal Financial Times ha firmato per 51 milioni di euro (oltre 25 mila trattamenti)...»;

   il predetto quotidiano riporta le parole di Marie-Paule Kieny, direttrice della ricerca all'Inserm (l'istituto Superiore di Sanità francese) e membro del comitato esecutivo del Solidarity che afferma che «...è deprecabile che la Commissione non abbia chiesto all'Oms informazioni sullo stato di avanzamento del più grande studio al mondo sul Remdesivir!» –:

   se i fatti esposti in premessa corrispondano al vero e, in caso affermativo:

    quali siano le motivazioni che hanno determinato l'acquisto, da parte del Commissario straordinario per l'emergenza Covid-19, di 51 milioni di euro di fiale di remdesivir posto che erano in corso gli studi scientifici citati in premessa che dimostravano l'inefficacia del farmaco;

    se, prima dell'acquisto del farmaco da parte del Commissario straordinario per l'emergenza Covid-19, sia stata consultata l'Aifa.
(4-07864)