ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07662

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 435 del 30/11/2020
Firmatari
Primo firmatario: PATELLI CRISTINA
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 17/11/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
COLMELLERE ANGELA LEGA - SALVINI PREMIER 30/11/2020
DE ANGELIS SARA LEGA - SALVINI PREMIER 30/11/2020
RACCHELLA GERMANO LEGA - SALVINI PREMIER 30/11/2020
TOCCALINI LUCA LEGA - SALVINI PREMIER 30/11/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI E PER IL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI E PER IL TURISMO delegato in data 17/11/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07662
presentato da
PATELLI Cristina
testo di
Lunedì 30 novembre 2020, seduta n. 435

   PATELLI, COLMELLERE, DE ANGELIS, RACCHELLA e TOCCALINI. — Al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. — Per sapere – premesso che:

   la scorsa primavera, il Ministro per i beni e le attività culturali e il turismo, Dario Franceschini, annunciò l'idea di creare una piattaforma italiana allo scopo di offrire a tutto il mondo la cultura italiana a pagamento, una sorta di Netflix della cultura, che può servire in questa fase di emergenza per offrire i contenuti culturali con un'altra modalità;

   in occasione delle chiusure selettive di alcune regioni, il Ministro Franceschini, ha garantito che quell'idea è già stata finanziata con 10 milioni di euro: «si tratta della Netflix della cultura italiana, cioè una piattaforma digitale pubblica, a pagamento, che stiamo costruendo con Cdp, la quale possa offrire a tutta Italia e tutto il mondo l'offerta culturale del nostro Paese», sostenendo, inoltre, che sarà finanziata con parte dei soldi del recovery fund;

   oltre a questi annunci, non è stato reso disponibile alcun dettaglio aggiuntivo in merito alla proposta: non si sa, infatti, chi si stia occupando della creazione della piattaforma, a chi sia destinata, quanto costerà alle casse dello Stato in tutto, se davvero verranno utilizzati i soldi del Recovery Fund, chi ne curerà i contenuti, ma soprattutto non si conosce il punto di vista dei creatori dei contenuti culturali i quali, a leggere alcune reazioni, sembrano tutt'altro che entusiasti dell'idea; in Italia esiste una società pubblica che si occupa di produzione, creazione e distribuzione di contenuti culturali e di intrattenimento;

   tale società si chiama Rai – Radiotelevisione italiana S.p.a., che è concessionaria in esclusiva del servizio pubblico radiotelevisivo in Italia ed il quinto gruppo televisivo d'Europa;

   all'interno dei servizi Rai, il 13 novembre 2019 ha debuttato nella sua nuova veste RaiPlay, un portale che secondo gli ultimi dati ha registrato numeri importanti: 4 mila titoli e migliaia di ore di visione, 600 documentari, 256 titoli di teatro, 300 di musica, film fiction e serie e contenuti per i ragazzi che sono stati raggiunti da almeno 23 milioni di persone, di cui almeno 16 milioni sono fidelizzati;

   i dati sull'utenza, poi, dicono che metà del pubblico di RaiPlay è sotto i 44 anni e il 34 per cento del suo pubblico ha meno di 34 anni, proprio il target storicamente più difficile da raggiungere per la Rai;

   a fronte di questi dati, l'idea di replicare una piattaforma streaming che raccolga contenuti multimediali culturali appare certamente un doppione rispetto anche solo, ad esempio, all'esperienza di RaiPlay;

   se si escludono i costi per le produzioni originali o per i diritti delle produzioni artistiche già esistenti, i costi della cosiddetta «Netflix della cultura italiana» del Ministro Franceschini sarebbero altissimi anche se si considerano solamente quelli legati all'ideazione e alla costruzione dell'infrastruttura informatica, e quelli della promozione e della commercializzazione: proprio queste voci di spesa invece, sarebbero almeno in buona parte assorbite dalla storia e dall'esperienza accumulate della Rai e dalle sue professionalità interne;

   per il pubblico straniero si potrebbe agevolmente sperimentare una forma di pagamento pay per view su singoli contenuti o per aree tematiche, possibilità facilmente implementabile e con un possibile buon ritorno economico –:

   se il Ministro interrogato intenda chiarire per quali ragioni ritenga davvero necessario ideare e costruire un nuovo contenitore capace di diffondere in streaming la cultura italiana agli italiani e nel mondo, considerato che esiste già la piattaforma pubblica RaiPlay e le risorse interne, «Rai» con un'ampia offerta per divulgare la cultura del nostro Paese che potrebbe essere potenziata promuovendo la possibilità di accedere anche all'estero alle produzioni artistiche italiane, rivolta principalmente agli utenti stranieri che non pagano il canone, i quali dovrebbero pagare per usufruire di alcuni contenuti.
(4-07662)