ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07641

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 433 del 26/11/2020
Firmatari
Primo firmatario: ASCARI STEFANIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 23/11/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MARTINCIGLIO VITA MOVIMENTO 5 STELLE 26/11/2020
TRIPODI ELISA MOVIMENTO 5 STELLE 26/11/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 26/11/2020
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 14/12/2020

SOLLECITO IL 03/08/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07641
presentato da
ASCARI Stefania
testo di
Giovedì 26 novembre 2020, seduta n. 433

   ASCARI, MARTINCIGLIO e ELISA TRIPODI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   l'imprenditore trapanese Michele Mazzara, quando nel 1997 venne arrestato per la prima volta, era stato intercettato mentre cercava finanziamenti e appoggi politici per realizzare un documentario su Trapani, al fine di negare l'esistenza stessa della mafia;

   è stato condannato in passato assieme alla moglie per favoreggiamento della latitanza di importanti boss mafiosi, incluso Matteo Messina Denaro, e più recentemente è stato condannato per avere messo a disposizione la propria abitazione per incontri di appartenenti a Cosa nostra;

   secondo le ricostruzioni dei magistrati, Mazzara era «la classica figura dell'uomo ponte, tra la mafia e la politica» e grazie a questi rapporti è riuscito a fare «una incredibile scalata imprenditoriale nel settore soprattutto edilizio e anche dell'attività agricola»; tra le sue mani «sono passate decisioni di natura politica, candidature da decidersi alle elezioni»;

   da ciò che emerge dalle vicende giudiziarie, Michele Mazzara è uomo vicino a politici di Forza Italia (tanto da essere denominato «Berlusconi di Dattilo»), e da semplice agricoltore divenne mente economica del clan mafioso trapanese nel corso di un trentennio cruciale;

   nonostante le acclarate vicende criminali che lo hanno visto protagonista e la contiguità con Cosa Nostra, un vizio di forma avrebbe causato l'annullamento del procedimento di confisca di alcune sue imprese a Dattilo: la Cassazione avrebbe infatti ritenuto fondato il ricorso della difesa di Mazzara, in quanto i giudici della corte d'appello, nel corso del giudizio sulla confisca decisa dal tribunale delle misure di prevenzione di Trapani, hanno violato il termine entro il quale deve essere pronunciata la sentenza, causando la decadenza del provvedimento;

   il procuratore generale della Cassazione si era opposto alla richiesta della difesa, ma i giudici del collegio giudicante hanno osservato che, durante il giudizio di appello, la corte di Palermo ha concesso una sospensione dei termini errata: la decisione doveva arrivare entro settembre 2019, ma è stata depositata tre mesi dopo;

   a causa di ciò, è stata annullata la confisca gravante su un patrimonio di imprese, società, terreni e fabbricati valutato nell'ordine dei 25 milioni di euro, restituiti a Michele Mazzara, ritenuto dalla stessa Cassazione socialmente pericoloso e per questo ancora sottoposto alla misura della sorveglianza speciale;

   secondo quanto riporta il quotidiano on line «La Via Libera», Mazzara non avrebbe «perso tempo nel presentarsi davanti ai lavoratori delle cooperative – la “Pio La Torre” e la “Placido Rizzotto” – che in questi ultimi cinque anni hanno gestito i terreni che gli erano stati sequestrati e poi confiscati. Pretendeva che loro sgomberassero dai suoi possedimenti»;

   secondo Libera: «il riuso sociale in fase di sequestro è oggi uno strumento a disposizione di tutti, permettendo una maggiore concretizzazione del senso risarcitorio del riuso sociale per il territorio e le comunità. Questa restituzione di beni in confisca di secondo grado a causa di vizi formali, come sancito dalla sentenza della Cassazione, ha un impatto devastante per l'immagine dello Stato sul territorio [...]. In un periodo delicato come quello che stiamo vivendo, il riuso sociale dei beni confiscati può e deve essere una chiave importante per lo sviluppo del Paese, partendo dai territori» –:

   quali iniziative di competenza intenda attivare, anche di tipo normativo, al fine di assicurare il rispetto dei termini decadenziali relativi alle misure di prevenzione patrimoniali di cui al codice delle leggi antimafia.
(4-07641)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sequestro di beni

giudice

mafia