ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07599

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 430 del 20/11/2020
Firmatari
Primo firmatario: AMITRANO ALESSANDRO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 18/11/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DEL SESTO MARGHERITA MOVIMENTO 5 STELLE 17/11/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO PER GLI AFFARI REGIONALI E LE AUTONOMIE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 18/11/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07599
presentato da
AMITRANO Alessandro
testo di
Venerdì 20 novembre 2020, seduta n. 430

   AMITRANO e DEL SESTO. — Al Ministro della salute, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie — Per sapere – premesso che:

   a seguito del dilagare della «seconda ondata» dell'epidemia Sars-Cov-2, sono emerse problematiche riguardanti il ruolo dei medici di assistenza primaria, responsabili clinici del paziente in ambiente extraospedaliero, che sono chiamati, particolarmente nelle zone del Paese ad altissima circolazione del virus, a rappresentare il presidio di sentinella per la gestione dei casi dei sintomatici e lo smistamento degli stessi presso le strutture ospedaliere;

   a quanto risulta da notizie stampa, la gestione dell'epidemia è stata caratterizzata dal rapido sovraccarico dei servizi ospedalieri, pertanto è necessario rafforzare i servizi territoriali in modo da poter svolgere funzioni di accertamento diagnostico, isolamento, contact tracing, quarantena anche mediante l'ausilio dei medici di medicina generale; a fronte di questo rafforzamento del ruolo degli stessi non sempre coincidono adeguate protezioni, basti ricordare, purtroppo, l'altissimo numero di decessi tra i medici di medicina generale durante l'inizio dell'epidemia a causa delle mancate o inadeguate forniture di dispositivi di protezione individuale (Dpi);

   il medico di medicina generale è il primo mattone di qualsiasi sistema di sorveglianza della salute e in costante rapporto con la rete dei servizi ospedalieri, e di sanità pubblica delle aziende sanitarie locali (Asl); in Italia ci sono circa 44 mila medici di base, nel corso degli ultimi anni questo numero ha subito un calo significativo di unità, al quale si affianca anche un significativo aumento dell'età dei medici con percentuali decisamente più elevate di medici anziani nelle regioni del Sud;

   rilevato che al fine di contenere la seconda ondata attraverso una identificazione veloce dei focolai e l'isolamento dei casi, il 28 ottobre 2020 l'Accordo collettivo nazionale sottoscritto dai sindacati dei medici di famiglia e dalla Conferenza Stato-regioni in vigore è stato integrato su proposta dei Ministri interrogati, per coinvolgere i medici di base nell'esecuzione dei test antigenici rapidi ai loro pazienti sospetti e ai relativi contatti stretti asintomatici; tuttavia, a livello nazionale, si denuncia scarsa adesione da parte dei medici stessi, nonostante il rischio di procedimento disciplinare;

   il meccanismo della presa in carico dei malati nel momento iniziale del contagio da parte del medico di base andrebbe regolato da protocolli uniformi su tutto il territorio inerenti sia le procedure iniziali, sia le cure da somministrare nei casi di isolamento domiciliare;

   a quanto risulta all'interrogante, non esiste un protocollo unico e nazionale per la gestione, da parte dei medici di base, dei malati positivi al domicilio, cosicché i medici si sono spesso arrangiati sulla base di linee guida spontaneamente prodotte dalle federazioni di categoria;

   la situazione dei medici di base in Campania è particolarmente difficile in quanto il sistema di tracciamento e cura fondato su un'assistenza sanitaria di primo livello ha dimostrato di essere in gravissima difficoltà;

   la Federazione dei medici di medicina generale Fimmg, firmataria dell'integrazione dell'accordo del 28 ottobre 2020, ha denunciato che l'impennata dei contagi ha reso complessa la gestione dei pazienti a domicilio, poiché sia in Campania, sia nelle cosiddette «zone rosse», i medici di famiglia si trovano a seguire una media di 10 pazienti in sorveglianza domiciliare, oltre ad avere più di 200 contatti al giorno, spesso in ambulatori privi di percorsi di protezione, ai quali si accede ancora senza previo obbligo di tampone e con gravi carenze anche nelle forniture dei dispositivi di protezione individuale –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della problematica in questione e quali iniziative di competenza intendano adottare per potenziare la rete territoriale dei medici di medicina generale avendo in particolare cura di fornire indicazioni univoche per la tutela della salute dei malati e dell'incolumità degli stessi medici coinvolti.
(4-07599)