ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07590

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 430 del 20/11/2020
Firmatari
Primo firmatario: SCOMA FRANCESCO
Gruppo: ITALIA VIVA
Data firma: 16/11/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 16/11/2020
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 03/12/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07590
presentato da
SCOMA Francesco
testo di
Venerdì 20 novembre 2020, seduta n. 430

   SCOMA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della difesa, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   al 1° settembre 2020, 9 pescherecci della Marineria di Mazara del Vallo risultano da qualche giorno nella zona del gambero rosso, all'interno dell'area di 74 miglia decisa unilateralmente da Tripoli come Zona di pesca esclusiva;

   sin dal pomeriggio, una piccola motovedetta del generale Haftar, comandante dell'autoproclamato Esercito nazionale libico in guerra con il Governo riconosciuto di Al Serraj osserva da lontano la flottiglia;

   sempre in quelle ore il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, in visita in Libia incontra il premier di Tripoli e incontra Aguila Saleh, presidente del Parlamento di Tobruk, che offusca il potere del generale Haftar;

   alle ore 21, vengono captate alcune comunicazioni radio della piccola motovedetta libica con le parole «Italia, Italia»;

   in quei minuti, la vedetta libica mette in mare un gommone di 12 metri, con due miliziani armati, che raggiungono i pescherecci e, sparando in aria, si fanno consegnare i comandanti di 4 imbarcazioni;

   i libici non salgono a bordo dei pescherecci, ma intimano agli equipaggi di seguirli verso Bengasi;

   gli equipaggi prendono contatto con la capitaneria di Palermo;

   alle ore 21.26 il Centro Nazionale di Coordinamento del soccorso marittimo della guardia costiera a Roma riceve l'allarme e lo rilancia alla Marina militare;

   alle ore 21.35 arriva il primo messaggio a bordo del cacciatorpediniere italiano Durand de La Penne;

   la «Durand» della missione «Mare Sicuro» si trova 115 miglia ad ovest rispetto ai pescherecci;

   sulla Nave è imbarcato solo un AB-212 Asw, che ha un'autonomia di 3 ore e 30 minuti con una velocità massima di 240 chilometri orari;

   l'elicottero ha bisogno di 60 minuti per l'approntamento e avrebbe impiegato altri 60 per arrivare sul luogo;

   secondo la testimonianza del Comandante Giacalone, la Marina ha sempre garantito che l'intervento con l'elicottero fosse in corso, tanto che ha chiesto anche la posizione e i numeri di satellitare;

   anche l'armatore Marrone afferma di aver rassicurato gli equipaggi e di aver chiesto di rallentare ed attendere l'intervento dei militari;

   gli operativi impiegati fin dall'inizio confermano che la Marina ha subito valutato l'utilizzo dell'elicottero;

   dopo le ore 23 Giacalone viene informato da Roma che l'elicottero, già in volo, avrebbe raggiunto le imbarcazioni in circa 20 minuti;

   oggi la Marina Militare smentisce questa testimonianza di Giacalone e spiega di non essere intervenuta per non mettere in pericolo l'incolumità dei pescatori;

   verso mezzanotte del 1° settembre 2020 cala un inspiegabile silenzio, anche se le rare comunicazioni continuano a rassicurare gli armatori;

   a bordo dei due pescherecci costretti a dirigersi verso Bengasi nessun miliziano tiene sotto tiro gli equipaggi;

   dopo l'una di notte il Centro di coordinamento della Guardia costiera, su input della Marina, informa gli armatori che la crisi «è passata a livello diplomatico» e che si sta attivando l'ambasciata italiana a Tripoli;

   alle ore 2.35 Marrone riceve l'ultima chiamata che conferma la via diplomatica;

   questa scelta segna, secondo l'interrogante, il destino di prigionia in Libia dei pescatori, non ancora arrivati in porto a Bengasi;

   la Marina militare conferma che la decisione di non intervenire è stata presa dal comandante di nave Durand e condivisa dai vertici della forza armata;

   in situazioni ben meno delicate e drammatiche, il Governo, al contrario, è stato informato prima al fine di dare l'avallo politico;

   si sarebbe potuto intervenire, a giudizio dell'interrogante, con incursori del Comsubin o del San Marco per far desistere i pochi miliziani libici della motovedetta –:

   chi abbia dato gli ordini di non intervenire militarmente e di passare alla via diplomatica;

   per quali motivi non siano stati coinvolti il Coi, Comando operativo di vertice interforze e il capo di stato maggiore della difesa nella vicenda;

   per quali motivi il Governo sia stato informato solo il giorno dopo il sequestro, con i pescatori già detenuti a Bengasi.
(4-07590)