ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07380

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 422 del 04/11/2020
Firmatari
Primo firmatario: CARETTA MARIA CRISTINA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 03/11/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CIABURRO MONICA FRATELLI D'ITALIA 03/11/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 03/11/2020
Stato iter:
27/12/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 27/12/2020
L'ABBATE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 27/12/2020

CONCLUSO IL 27/12/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07380
presentato da
CARETTA Maria Cristina
testo di
Mercoledì 4 novembre 2020, seduta n. 422

   CARETTA e CIABURRO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   nonostante le misure di contrasto varate dalle autorità locali, a poco meno di due mesi dallo scoppio del primo focolaio di Peste suina africana (Psa) registrato nel Land del Brandeburgo, in Germania, anche il Land della Sassonia ha segnalato la diffusione della malattia, che colpisce in modo analogo maiali e cinghiali, i quali si fanno vettore particolarmente invasivo della Psa;

   il rischio dovuto a tale diffusione geografica del fenomeno è che questo si propaghi in modo esponenziale nei principali partner economici e Paesi confinanti ed in prossimità, tra cui – nel caso di specie – l'Italia;

   la diffusione della Psa rischia non solo di pregiudicare l'esistenza e l'economia di interi allevamenti, ma di richiedere l'adozione di misure di contenimento estremamente rigide per il comparto ed alcune aree italiane dove la malattia ha trovato diffusione endemica, come in Sardegna; qui solo innumerevoli sforzi della regione ne hanno permesso, faticosamente, il contenimento –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative di competenza intendano intraprendere per:

    a) scongiurare la diffusione della malattia, anche prevedendo ampie semplificazioni normative in materia di piani di gestione della fauna selvatica;

    b) studiare ed approfondire eventuali impatti della Peste suina africana sull'uomo e su altre specie animali, anche alla luce delle evidenze di cui in premessa.
(4-07380)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Domenica 27 dicembre 2020
nell'allegato B della seduta n. 446
4-07380
presentata da
CARETTA Maria Cristina

  Risposta. — Si fa riferimento all'atto di sindacato ispettivo indicato in esame, rivolto al nostro Dicastero, al Ministero della salute e a quello dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
  Al riguardo, per quanto di nostra competenza, si informa che, tenuto conto della gravità della situazione che si sta diffondendo in tutta Europa a seguito del progressivo avvicinamento ai confini nazionali di focolai di peste suina africana (Psa) e del grande rischio di diffusione nel nostro Paese a causa dell'eccessiva proliferazione di cinghiali, unanimemente riconosciuto come principale vettore della malattia, questo Ministero si è fatto promotore di un'iniziativa, condivisa con il Ministero della salute, competente in materia, finalizzata all'adozione di un decreto-legge, i cui punti salienti vengono di seguito riassunti.
  La citata bozza legislativa prevede l'adozione di un piano regionale di gestione e controllo della specie cinghiale, che dovrà acquisire il parere obbligatorio del centro di referenza nazionale per la Psa, del Ministero della salute che, ai sensi dell'articolo 18 del decreto legislativo n. 54 del 2004, assicura il coordinamento degli
standard e dei metodi diagnostici.
  L'adozione del predetto piano regionale di gestione e controllo delle popolazioni di cinghiali, adempimento in capo alle regioni e province autonome, è d'altronde già prevista dall'articolo 16 del decreto legislativo 20 febbraio 2004, n. 54, ai sensi del quale, in combinato con l'articolo 12 del regolamento UE n. 652/2014 (regolamento che ha sostituito le precedenti direttive), il Ministero della salute deve presentare annualmente alla Commissione europea, con aggiornamenti semestrali, il piano nazionale di eradicazione della Psa, costituito dalla sommatoria dei piani regionali.
  Tale adempimento è obbligatorio per l'Italia, essendo il nostro Paese interessato dalla diffusione della Psa dal 1978 (anche se limitata alla regione Sardegna) e, come tale, fortemente a rischio di diffusione della malattia sulla restante parte del territorio nazionale.
  Inoltre, trattandosi di piano di emergenza sanitaria, per sua natura non può essere sottoposto a valutazione ambientale strategica e a valutazione di incidenza ambientale.
  La norma prevede inoltre attività di ispezione e controllo igienico sanitario da effettuare sugli esemplari di cinghiali oggetto di prelievo, indipendentemente dall'età e dall'utilizzazione, avvalendosi dei servizi veterinari regionali supportati, se necessario, dai veterinari convenzionati con le Asl.
  I dati dei piani regionali confluiranno in un piano nazionale, la cui attuazione viene costantemente monitorata dal Ministero della salute, coadiuvato, in tale funzione, da un comitato di coordinamento interministeriale composto da rappresentanti del Ministero della salute, del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e delle regioni; il comitato di coordinamento è chiamato anche a valutare l'efficacia dei piani regionali.
  Tenuto conto, infine, che le diverse popolazioni di suini selvatici possono essere utilizzati anche come indicatori di qualità ambientale nei diversi territori, si prevede che il piano di monitoraggio della Psa venga integrato da ulteriori informazioni strategiche, quali quelle relative alla ricerca di larve di
Trichinella spp. e alla presenza di altri inquinanti ambientali, quali i residui di fitofarmaci e di metalli pesanti.
  In continuità con lo spirito di contenimento dell'emergenza epidemiologica, viene quindi istituito un sistema di raccolta dati sulle popolazioni di cinghiali, la loro densità, il numero degli animali abbattuti, tutte le informazioni di carattere epidemiologico in conformità all'approccio «
One Health». La salute degli animali, infatti, è in stretta connessione con la salute umana, sotto diversi profili: l'investimento in sorveglianza e biosicurezza è idoneo sia a combattere la Psa, sia per ottenere prodotti migliori e aumentare il livello di benessere dei suini allevati, sia per il monitoraggio dei rapporti tra detto stato di salute e l'ecosistema.
  La proposta legislativa, pertanto, non introduce nuove forme di contenimento ma la semplice applicazione, in via preventiva, delle disposizioni già esistenti, con l'obiettivo di ridurre il rischio contagio, difficile da gestire considerata anche la particolare conformazione del nostro territorio.
  La norma dispone nuove procedure organizzative per rendere più efficaci e tempestive azioni di controllo del territorio già previste da norme precedenti, finalizzate alla prevenzione della diffusione della peste suina africana, con indubbi vantaggi per il settore agricolo, sottoposto a minori danni e quindi a minori richieste di risarcimento.
  Specifiche disposizioni nazionali hanno inoltre determinato un'intensificazione dei controlli sulle carni di cinghiale provenienti dalla Germania, come da tutto il territorio dei Paesi membri interessati da focolai di Psa.
  I controlli attivati derivano dalle misure restrittive stabilite dalla Unione europea per i Paesi membri inclusi nell'allegato alla decisione di esecuzione della Commissione 2014/709/UE del 9 ottobre 2014, recante misure di protezione contro la peste suina africana in taluni Stati membri.
  Detta normativa prevede il divieto di spedizione di suini vivi, sperma, ovuli ed embrioni di suini, carni suine, preparati e prodotti a base di carni suine e di tutti gli altri prodotti contenenti carni suine, nonché di partite di sottoprodotti di origine suina, dalle zone a rischio elencate nell'allegato alla decisione ora citata.
  Da ultimo, quanto alle iniziative governative volte alla eliminazione delle restrizioni commerciali imposte alla Sardegna, si segnala quanto segue.
  Il Ministero della salute continua a supportare la regione Sardegna nella richiesta verso l'Unione europea di riconsiderare le misure di restrizione applicate al territorio isolano. Ciononostante, le difficoltà conseguenti alla pandemia e la revisione dell'unità di progetto per la peste suina africana in Sardegna hanno determinato un rallentamento del percorso che è stato riavviato solo recentemente a seguito dell'approvazione da parte della giunta regionale della nuova composizione dell'unità di progetto per la peste suina africana. Non appena sarà inviata da parte della regione Sardegna la relazione aggiornata sulla situazione epidemiologica saranno attivati i necessari contatti con la Commissione europea al fine di sollecitare la revisione della classificazione e quindi anche le restrizioni alla commercializzazione.
  Si ritiene infine opportuno sottolineare che il nostro Ministero ha, nel tempo, più volte evidenziato l'importanza della prevenzione e dei rischi, anche economici, collegati alla diffusione della Psa che, se introdotta in Italia, rischia di mettere a rischio l'allevamento suinicolo e le produzioni alimentari derivate, in particolare insaccati e prosciutti vanto del nostro
made in Italy, le quali risultano di pregio e di fondamentale importanza per la nostra stessa economia.
Il Sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali: Giuseppe L'Abbate.