ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07379

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 421 del 03/11/2020
Firmatari
Primo firmatario: DEL MONACO ANTONIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 03/11/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VILLANI VIRGINIA MOVIMENTO 5 STELLE 03/11/2020
MANZO TERESA MOVIMENTO 5 STELLE 03/11/2020
SARLI DORIANA MOVIMENTO 5 STELLE 03/11/2020
MENGA ROSA MOVIMENTO 5 STELLE 03/11/2020
DI LAURO CARMEN MOVIMENTO 5 STELLE 03/11/2020
BUOMPANE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 03/11/2020
DEL SESTO MARGHERITA MOVIMENTO 5 STELLE 03/11/2020
GRIMALDI NICOLA MOVIMENTO 5 STELLE 03/11/2020
NAPPI SILVANA MOVIMENTO 5 STELLE 03/11/2020
IORIO MARIANNA MOVIMENTO 5 STELLE 03/11/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 03/11/2020
Stato iter:
30/06/2022
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 30/06/2022
SIBILIA CARLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 30/06/2022

CONCLUSO IL 30/06/2022

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07379
presentato da
DEL MONACO Antonio
testo di
Martedì 3 novembre 2020, seduta n. 421

   DEL MONACO, VILLANI, MANZO, SARLI, MENGA, DI LAURO, BUOMPANE, DEL SESTO, GRIMALDI, NAPPI e IORIO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nel mese di settembre 2020 sono stati pubblicati articoli di stampa che denunciavano atti vandalici e incendi sui beni confiscati alla camorra nei comuni di S. Maria La Fossa e di San Marcellino, in provincia di Caserta (Il Mattino 15 settembre 2020, Repubblica 18 settembre 2020, Repubblica 4 ottobre 2020, Fanpage del 10 settembre 2020 e 14 settembre 2020);

   l'Onlus Nero e non Solo con sede a Caserta, con un comunicato stampa ha denunciato la revoca del finanziamento del Ministero dell'interno di 1,4 milioni di euro per inerzia dell'attuale amministrazione comunale di S. Maria La Fossa nella realizzazione di un importante progetto di valorizzazione di beni confiscati alle famiglie Schiavone e Bidognetti destinati a fattoria sociale;

   gli articoli di stampa citati hanno denunciato, altresì, anche il rifiuto da parte dei comuni di oltre 3000 beni immobili confiscati alle mafie, atteso che gli enti territoriali si rivelano inadeguati ad avviare seri processi di valorizzazione dei beni confiscati per finalità istituzionali e sociali; i medesimi hanno indicato quale fonte la Relazione annuale dell'Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata anno 2019, pubblicata nel mese di giugno 2020;

   la richiamata relazione denuncia che oltre 1.660 beni immobili sono stati rifiutati dai comuni nelle conferenze di servizio organizzate nelle diverse prefetture in Italia, evidenziando i risultati più allarmanti nei comuni della provincia di Caserta e di Napoli;

   nell'anno 2019, e dunque prima dell'emergenza Covid-19, sono stati ben 3.110 i beni immobili confiscati per i quali i comuni non hanno dato alcuna indicazione o espresso la propria disponibilità per una destinazione pubblica, sociale o anche produttiva. Di questi: 1.500 in Sicilia, 650 in Campania e 375 in Calabria, anche se il fenomeno è comune ad altre regioni d'Italia, quali ad esempio la Liguria e la Lombardia. È legittimo chiedersi a questo punto quali saranno gli scenari nell'anno della pandemia e negli anni successivi;

   l'importanza del sequestro e della successiva confisca dei patrimoni mafiosi nell'azione di contrasto a tutte le forme di criminalità organizzata è ormai unanimemente riconosciuta, anche se non è avvenuto altrettanto con riguardo alla fase finale di destinazione e di effettivo utilizzo dei beni confiscati medesimi;

   a tale ultimo riguardo sono da evidenziare le gravi difficoltà che affrontano i comuni per la carenza di specifiche professionalità negli uffici tecnici e per la grave situazione finanziaria che stanno attraversando a causa dell'emergenza sociale ed economica;

   il rischio già denunciato dal Ministro dell'interno e dallo stesso presidente della Commissione parlamentare di inchiesta della riemersione di gravi fenomeni di inquinamento dell'economia da parte delle organizzazioni criminali è ormai già realtà –:

   se sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e quali iniziative di competenza intenda adottare per contrastare il riemergere di fenomeni criminali di attacco ai beni confiscati ai mafiosi;

   se intenda intraprendere iniziative per incentivare la disponibilità dei comuni a utilizzare e valorizzare i beni confiscati.
(4-07379)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 30 giugno 2022
nell'allegato B della seduta n. 717
4-07379
presentata da
DEL MONACO Antonio

  Risposta. — In relazione all'atto di sindacato Ispettivo in esame, si evidenzia preliminarmente che la prefettura di Caserta, a seguito dell'acquisizione del dati richiesti all'agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, ha comunicato che il numero complessivo dei beni Immobili confiscati nel territorio del comune di Santa Maria La Fossa (Caserta) è pari a 127; di questi, ben 123, tra i quali diversi terreni agricoli, risultano definitivamente trasferiti al patrimonio indisponibile del Comune, che aderisce al «Consorzio Agrorinasce», al fine di consentirne la coltivazione, evitando il progressivo depauperamento per lo stato di abbandono.
  Sul punto relativo alla revoca di un finanziamento, citato nell'interrogazione, stanziato dal Ministero dell'interno per il recupero di terreni confiscati alle famiglie Schiavone e Bidognetti, si rileva che si tratta di terreni agricoli limitrofi, situati nei suindicato comune, in località Meta e Via Larga, pervenuti all'erario a seguito di provvedimenti di confisca
ex lege 575/1965, divenuti definitivi.
  Con delibera della giunta comunale del 2011, il comune di Santa Maria la Fossa ha concesso l'area in cui ricadono detti terreni in comodato d'uso al Consorzio Agrorinasce, per finalità sociali.
  In data 12 giugno 2018, il Ministero dell'interno ha finanziato un progetto di recupero denominato «fattoria sociale Meta», per un importo di 1,4 milioni di euro, nell'ambito del Pon Legalità 2014/2020, Tale progetto riguardava la funzionalizzazione dell'area suindicata e la demolizione dei locali fatiscenti, nonché la coltivazione del terreni agricoli confiscati ad associazioni camorristiche.
  Tuttavia, In data 5 giugno 2020, lo stesso Ministero ha comunicato all'amministrazione comunale la revoca del finanziamento, in ragione del gravi ritardi nell'esecuzione del lavori rispetto al cronoprogramma stabilito.
  Al riguardo, Il comune di Santa Maria la Fossa ha presentato, tardivamente, giustificazioni all'autorità di gestione, evidenziando, tra le ragioni riconducibili alla tardiva esecuzione degli interventi programmati, i diversi avvicendamenti nell'incarico di responsabile dell'area tecnica nonché alcune irregolarità rilevate negli atti di affidamento degli incarichi tecnici, che ne hanno imposto l'annullamento in autotutela, causando un rallentamento nella realizzazione del progetto.
  La Prefettura di Caserta ha evidenziato, altresì, come lo stesso comune risulti titolare del complesso agricolo «La Balzana» – oggetto di confisca e composto da terreni e fabbricati rurali – nell'ambito del quale è stata prevista la creazione di un «Parco agroalimentare di prodotti tipici della Campania».
  Il relativo progetto di riqualificazione è stato inserito nel «Piano per la valorizzazione di beni confiscati esemplari nel Mezzogiorno», nell'ambito della «Strategia nazionale per la valorizzazione dei beni confiscati attraverso le politiche di coesione», il cui documento è predisposto dalla citata Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati e sottoposto all'approvazione del Comitato interministeriale per la programmazione economica.
  Il progetto è stato finanziato con delibera Cipe n. 48 del 24 luglio 2019, con una prima assegnazione di 15,114 milioni di euro, a valere sul fondo sviluppo e coesione 2014-2020.
  Il complesso agricolo, iscritto al patrimonio indisponibile del comune di Santa Maria la Fossa, destinatario del bene, è stato concesso in comodato gratuito alla stazione appaltante Agrorinasce per la realizzazione dei Parco alimentare.
  La nuova amministrazione comunale, insediatasi nel maggio del 2019, ha incaricato uno studio legale di accertare i presupposti di legittimità degli atti adottati dall'amministrazione precedente, con riferimento al rapporti instaurati dal comune con la società Agrorinasce.
  Al termine degli accertamenti svolti, che hanno evidenziato diverse criticità, il Consiglio comunale, con delibera del novembre 2020, contrariamente all'orientamento seguito fino ad allora dalla precedente amministrazione ha stabilito, tra l'altro, di procedere alla dismissione del rapporto di partecipazione in Agrorinasce.
  Al fine di esaminare le possibili ricadute negative che tale scelta potrebbe comportare sul progetto di valorizzazione del complesso «La Balzana», anche con riferimento all'assegnazione del finanziamento Cipe, l'Ansbc, quale interlocutore Istituzionale nell'ambito del citato Piano per la valorizzazione del beni confiscati, ha convocato una riunione il 3 dicembre scorso, alla quale sono stati invitati a partecipare l'Assessore alle politiche della sicurezza della giunta regionale della Campania, il prefetto di Caserta, il capo dipartimento delle politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, l'amministratore delegato di Agrorinasce e il sindaco di Santa Maria la Fossa. Ciò anche al fine di garantire il mantenimento del finanziamento Cipe, necessario per il rilancio socio-economico ed occupazionale del territorio.
  In quella sede è stata manifestata la disponibilità da parte di tutti gli intervenuti al fine di assicurare ogni supporto tecnico-giuridico necessario alla valorizzazione del bene in esame.
  Al riguardo, si assicura che la vicenda continua ad essere attentamente monitorata dalla Prefettura e che continuano le interlocuzioni avviate dalla citata Ansbc nell'ambito dei tavoli tecnici con i rappresentanti degli enti interessati.
  Con riferimento al comune di San Marcellino (Caserta) – citato nell'interrogazione – l'Ansbc ha evidenziato che risultano destinati allo stesso 8 cespiti, di cui uno recentemente oggetto di atti vandalici.
  Per quest'ultimo, il sindaco del predetto comune ha segnalato l'abusivo sversamento di rifiuti all'interno dell'immobile, chiedendo di poter procedere alla bonifica e manifestando, ai contempo, la propria disponibilità ad acquisire l'immobile al termine delle operazioni.
  Le operazioni di bonifica dell'area sono state ultimate il 10 novembre scorso ed è stata inoltre richiesta alla prefettura e al comune la predisposizione di un servizio di vigilanza dell'area interessata. Subito dopo, il comune ha chiesto l'assegnazione dell'area nell'ambito del progetto «Spazi per ricominciare».
  Più in generale, per quanto riguarda il processo di destinazione dei beni confiscati e per favorire la loro valorizzazione, si evidenzia come negli ultimi anni l'Ansbc abbia fatto ampio ricorso al modello procedimentale acceleratorio della Conferenza di servizi istruttoria, nell'ambito della quale le amministrazioni centrali e locali vengono chiamate a manifestare il loro eventuale interesse all'acquisizione di un numero, solitamente cospicuo, di beni, indicando le finalità di tipo istituzionale o sociale cui vorrebbero asservirli.
  Si informa che, nel corso dell'anno 2019, la sede di Napoli dell'Ansbc ha indetto un'apposita conferenza di servizi riguardante un rilevante numero di beni immobili ricadenti nelle province di Napoli, Caserta e Avellino, per un totale complessivo di 746 unità.
  Dai dati, aggiornati a novembre 2020, risulta che i beni per i quali sono pervenute manifestazioni di interesse da parte delle varie amministrazioni, possibili destinatarie per un riutilizzo del beni, sia a carattere sociale che istituzionale, sono 323, mentre quelli per i quali invece non è stata espressa alcuna disponibilità per una destinazione pubblica, sociale o produttiva, sono pari a 423.
  

Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Carlo Sibilia.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sequestro di beni

comune

amministrazione locale