ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07343

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 419 del 30/10/2020
Firmatari
Primo firmatario: PIGNATONE DEDALO COSIMO GAETANO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 30/10/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ALAIMO ROBERTA MOVIMENTO 5 STELLE 30/10/2020
D'ORSO VALENTINA MOVIMENTO 5 STELLE 30/10/2020
GIARRIZZO ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 30/10/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO PER IL SUD E LA COESIONE TERRITORIALE
  • MINISTERO PER GLI AFFARI REGIONALI E LE AUTONOMIE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 30/10/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07343
presentato da
PIGNATONE Dedalo Cosimo Gaetano
testo di
Venerdì 30 ottobre 2020, seduta n. 419

   PIGNATONE, ALAIMO, D'ORSO e GIARRIZZO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute, al Ministro per il sud e la coesione territoriale, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

   una delle risorse minerarie maggiormente sfruttate in Sicilia, nel passato, è stata lo zolfo. L'area interessata dai grandi giacimenti era quella centrale dell'isola, comprensiva delle province di Caltanissetta, Enna ed Agrigento, dove fino alla fine degli anni '80, periodo di chiusura, vi erano importanti impianti che fornivano occupazione a migliaia di persone;

   ad oggi, molti di tali siti minerari sono stati dismessi e le strutture ivi insistenti lasciate in totale abbandono e alla mercé di tutti. In particolare, nel sito di Bosco-Palo nel comune di San Cataldo, in provincia di Caltanissetta, vi sono capannoni e altri fabbricati con coperture cementizie di amianto in stato di avanzato degrado che sono divenute nel tempo, a causa anche di crolli strutturali, vere e proprie discariche a cielo aperto. A partire dal 1999 la responsabilità del mantenimento del sito è ricaduta sotto l'egida della regione, la quale, purtroppo, non ha approntato gli adeguati e necessari interventi. L'elevato stato di inquinamento ha portato, così, all'apertura di indagini da parte della magistratura competente facendo emergere la presenza di più di 8 mila metri quadrati di eternit. Ciò ha determinato, nel 2014, la sottoposizione a sequestro da parte della procura della Repubblica di Caltanissetta di tutta l'area in questione e l'obbligo da parte della regione di bonifica del sito. La situazione anzi descritta è, oggi, al centro di un procedimento, pendente presso il tribunale di Caltanissetta, inerente all'illecito smaltimento di rifiuti pericolosi e nocivi ed alla mancata bonifica ambientale. Procedimento che vede coinvolti anche dirigenti della regione Siciliana, responsabili, secondo quanto emerso dalle indagini, dei reati di gestione non autorizzata e disastro colposo con pericolo per la pubblica incolumità;

   questa premessa appare doverosa alla luce del preoccupante scenario che si sta prospettando e che vede come protagonisti la regione Sicilia e in particolare l'assessorato all'ambiente. Ed invero, con la decretazione del piano regionale dell'amianto, sono state individuate le località degli impianti di stoccaggio e di smaltimento di amianto in quattro aree della Sicilia, due delle quali ricadenti nel territorio della provincia di Caltanissetta ed, in particolare, nel sito della miniera di Bosco-Palo a San Cataldo, nel quale dovrà essere realizzato un impianto di trattamento e nella miniera di Milena, nel quale dovrà essere ubicata una discarica, entrambe a servizio dell'intera regione;

   il piano prevede, inoltre, un ulteriore sito di stoccaggio individuato nella miniera di Pasquasia, nella provincia di Enna, a poca distanza dalle altre due aree, con la conseguenza che, nel raggio di poche decine di chilometri, si avrà una altissima concentrazione di siffatti siti;

   a ciò aggiungasi la prospettazione di un piano di riorganizzazione delle strutture provinciali dell'Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente) ed, in particolare, di quella del capoluogo nisseno, con un depotenziamento degli uffici e dei laboratori di analisi ed il conseguente rischio, in un territorio con le criticità sopra evidenziate, in particolare per la presenza dei Sin (Siti di interesse nazionale), di verifiche ambientali poco incisive e non puntuali;

   appare chiaro, dunque, secondo l'interrogante, come la regione Sicilia, anziché fornire possibilità di sviluppo a questi territori intenda, al contrario, sfruttarli per raccogliere altri rifiuti tossici, mettendo così a rischio la salute dei suoi cittadini;

   in un contesto di criticità e di emergenza ambientale particolarmente delicato come quello che si sta vivendo, si auspica l'adozione di misure ed azioni urgenti, necessarie al completamento delle attività processuali, delle attività di verifica ambientale, della messa in sicurezza e della bonifica delle aree in questione, ma soprattutto della tutela dell'incolumità pubblica e della salvaguardia del diritto alla salute della popolazione –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative intendano intraprendere per quanto di competenza, con riferimento alla situazione descritta.
(4-07343)