ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07332

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 418 del 29/10/2020
Firmatari
Primo firmatario: CUNIAL SARA
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 29/10/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 29/10/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07332
presentato da
CUNIAL Sara
testo di
Giovedì 29 ottobre 2020, seduta n. 418

   CUNIAL. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il 22 ottobre 2020 su «La Stampa» nell'articolo «Lavoratori fragili a casa, ma pagati: Così si salvano economia e vite» a firma di Raphael Zanotti, è pubblicato un estratto dello studio del Centro Einaudi: «Esiste un'alternativa a un altro lockdown». In questo studio si analizzano i costi del lockdown di marzo 2020: 4,235 miliardi di euro al giorno tra mancata produzione, mancati consumi, mancato indotto e trascinamento dovuto al crollo del prodotto interno lordo. I 53 giorni di chiusura sono costate 224 miliardi di euro in tutto. Analizzando i dati sui lavoratori a rischio, ovvero circa 1,3 milioni, il Centro ha ipotizzato che indennizzare tutti e far lavorare solo coloro in grado di farlo costerebbe 4,5 miliardi di euro in totale;

   il 7 ottobre 2020 sul quotidiano «La Repubblica» è stato pubblicato un articolo dal titolo: «Covid-19: sintomi depressivi quintuplicati, colpiscono un italiano su tre» con il quale si denuncia il fatto che in Italia si stimano nei prossimi mesi fino a 150.000 casi di depressione maggiore in più, dovuti al periodo di lockdown di marzo. Claudio Mencacci, presidente della Società italiana di neuropsicofarmacologia (Sinpf) e direttore del dipartimento di salute mentale dell'ospedale Fatebenefratelli – Sacco di Milano, ha denunciato la possibilità di sequele neuropsichiatriche da COVID-19 nei pazienti contagiati. Inoltre, gli studi scientifici, italiani e internazionali, indicano un incremento netto dei sintomi depressivi nella popolazione generale, sostenendo che i sintomi della depressione sono complessivamente quintuplicati nel nostro Paese, quelli moderati sono quasi quadruplicati e i più gravi sono cresciuti di sette volte e mezzo;

   secondo i dati del report Censis-Confcooperative dal titolo «Covid, da acrobati della povertà a nuovi poveri» la metà degli italiani con il lockdown ha perso da un quarto alla metà del reddito, per i giovani la percentuale si alza fino al 60 per cento. Una situazione drammatica che mette a rischio di disoccupazione nei prossimi mesi 830 mila lavoratori. In sintesi, la metà degli italiani (50,8 per cento) ha sperimentato un'improvvisa caduta delle proprie disponibilità economiche, con punte del 60 per cento fra i giovani, del 69,4 per cento fra gli occupati a tempo determinato, del 78,7 per cento fra gli imprenditori e i liberi professionisti;

   a detta del dottor Antonio Magi, presidente dell'Ordine dei medici di Roma, negli ospedali «non si riesce a gestire il flusso di pazienti e persone che vengono per il tampone». In tanti vanno al pronto soccorso «anche se non ci sono motivi importanti». Il presidente denuncia che così però il sistema sanitario rischia di collassare, perché l'assistenza domiciliare per il COVID-19 non funziona;

   su «HuffingtonPost.it» il 27 ottobre 2020, è stato pubblicato un estratto dello studio dell'istituto Mario Negri sulla validazione dei sierologici rapidi di Prima Lab, il quale dimostra come «Essere positivi non significa per forza essere contagiosi e quindi in grado di trasmettere il coronavirus»;

   a detta del David Nabarro, funzionario dell'Organizzazione mondiale della sanità, intervistato da The Spectator il 9 ottobre «Noi dell'organizzazione mondiale della sanità non sosteniamo i lockdown come principale misura di controllo del coronavirus» –:

   se il Governo abbia intenzione di revocare lo stato di emergenza e far ritornare il Paese alla normalità, sciogliendo tutti gli organi costituiti dal 31 gennaio 2020 ed abrogando mediante un'iniziativa d'urgenza, gli atti normativi che sono stati emanati e approvati per fronteggiare l'emergenza;

   se il Governo abbia intenzione di adottare iniziative per revocare l'imposizione di dispositivi di protezione individuale e le politiche di «distanziamento sociale» e nonché di escludere ogni forma di repressione del dissenso, garantito costituzionalmente;

   se e come il Governo intenda garantire il diritto al lavoro, alla salute e a una vita dignitosa, così come sancito dalla Costituzione.
(4-07332)