ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07168

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 411 del 19/10/2020
Firmatari
Primo firmatario: GIACOMONI SESTINO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 19/10/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELLA SALUTE 19/10/2020
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 06/11/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07168
presentato da
GIACOMONI Sestino
testo di
Lunedì 19 ottobre 2020, seduta n. 411

   GIACOMONI. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la situazione Coronavirus in Italia è migliore di altri Paesi, ma, come evidenziato recentemente dal Ministro interrogato, bisogna «tenere alta la soglia di attenzione e non bisogna farsi illusioni»;

   recentemente la Camera dei deputati ha approvato la risoluzione di maggioranza con la quale in sostanza si ritiene opportuna la proroga dello stato d'emergenza sino al 31 gennaio 2021 e il varo di successivi provvedimenti di contenimento di diffusione del contagio da Coronavirus;

   come evidenziato dalla stampa nazionale e locale, purtroppo, l'onda dei contagi sta continuando progressivamente la sua scalata con i ritmi della fase di emergenza di sei mesi fa, interessando molte regioni italiane meno preparate dal punto di vista della tenuta delle strutture ospedaliere;

   ad essere monitorati con grande attenzione in questo momento sono i numeri dei ricoveri e delle terapie intensive, questi ultimi ancora bassi rispetto ai circa 9.300 posti disponibili che possono arrivare a 11.000 con la trasformazione della metà dei reparti di terapia sub-intensiva; è, infatti, a quota 1.000 che sembrerebbe scattare il campanello d'allarme. In tale quadro, preoccupa peraltro la prossima ondata influenzale e il ritardo nella distribuzione dei medicinali;

   altro problema di particolare rilievo attiene alla tutela degli operatori sanitari, medici e infermieri, in prima linea negli ospedali a combattere il virus Covid-19;

   recentemente è stato pubblicato sulla testata www.cblive.it un interessante articolo dal titolo: «Sopravvivere alla Covid-19: il casco respiratorio CPAP» ove si legge che: «la mascherina chirurgica è il simbolo indiscusso dell'anno 2020; per gli operatori sanitari però il protagonista di questa pandemia è il casco respiratorio presidio che la Società Italiana di Pnemoulogia ha identificato come scelta terapeutica ideale da posizionare alla maggior parte dei pazienti con grave sindrome respiratoria da Covid 19» e ancora: «rispetto alle maschere facciali, il casco permette una minore dispersione nell'aria delle goccioline "droplets" contenute nel fiato del paziente, questo riduce il rischio di contaminazione degli operatori sanitari»;

   per quanto risulta all'interrogante e come peraltro riportato nell'articolo citato, questi presidi sanitari, oltre ad essere particolarmente importanti per consentire ai pazienti di sopravvivere all'insufficienza respiratoria acuta provocata dalla polmonite da Covid-19, risultano strategici per la tutela degli operatori sanitari, tanto è vero che la loro adozione in alcune aree del Paese, particolarmente colpite, come la città di Bergamo, hanno consentito di ridurre la mortalità dal 50 a 5 per cento;

   purtuttavia, lo scorso inverno sembrerebbe che tali presidi non fossero molto diffusi su tutta la rete ospedaliera nazionale –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto descritto in premessa e quali iniziative di competenza intenda assumere, nell'ambito del prossimo disegno di legge di bilancio per destinare congrue risorse che facilitino la disponibilità e l'utilizzo dei suddetti presidi sanitari in tutta la rete ospedaliera nazionale;

   se, in tale quadro (data l'urgenza di intervenire sul piano della medicina territoriale puntando su un'allocazione di fondi mirata al rafforzamento del sistema sanitario, sia in chiave di cura che di prevenzione) il Governo non intenda attivare la richiesta di Pandemic Crisis Support (PCS), previsto dal Meccanismo europeo di stabilità (Mes).
(4-07168)