ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07149

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 410 del 16/10/2020
Firmatari
Primo firmatario: CIRIELLI EDMONDO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 16/10/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 16/10/2020
Stato iter:
22/01/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/01/2021
VARIATI ACHILLE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/01/2021

CONCLUSO IL 22/01/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07149
presentato da
CIRIELLI Edmondo
testo di
Venerdì 16 ottobre 2020, seduta n. 410

   CIRIELLI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   da organi di stampa si apprende che il 12 ottobre 2020 una ventina di migranti sarebbero fuggiti dal centro di accoglienza di «Villa Angela», sito in Terzigno (Napoli), per recarsi nei comuni limitrofi di Boscotrecase, Boscoreale e Torre Annunziata, e, solo grazie al tempestivo intervento delle forze dell'ordine sarebbero stati rintracciati e convinti a rientrare negli alloggi;

   questi si trovavano in isolamento domiciliare presso la predetta struttura a causa dell'emersione al suo interno, nel mese di settembre 2020, di alcuni soggetti positivi al Covid-19 e sebbene lo screening di tutti gli ospiti non fosse ancora terminato, i migranti si sarebbero allontanati dalla struttura, violando così gli obblighi di quarantena;

   la vicenda non è episodica, ma si aggiunge ad una sequela di violente rivolte avvenute in numerosi centri di accoglienza per immigrati, come, a titolo meramente esemplificativo, nelle città di Milano e di Agrigento dove, addirittura, venivano lanciati nei confronti delle forze dell'ordine estintori, pietre, materassi incendiati e altri oggetti;

   il recente accadimento, unito alle altre innumerevoli sommosse di immigrati ospiti nelle strutture dislocate sul territorio nazionale, rende prioritario affrontare efficacemente la gestione del fenomeno dell'immigrazione che, in questa fase storica, oltre ad impattare sull'ordine pubblico e l'incolumità delle forze dell'ordine e dei cittadini, va ad intersecarsi anche con l'emergenza sanitaria;

   appare paradossale che i cittadini italiani debbano osservare diligentemente disposizioni regionali e governative limitative della libertà personale per contenere la diffusione del virus e che, allo stesso tempo, il sacrificio di una intera popolazione venga costantemente inficiato e vanificato dalle condotte irresponsabili descritte, espressione di quelle che l'interrogante giudica un'intollerabile incapacità governativa di gestire il fenomeno dell'immigrazione;

   oltre alle evidenti problematiche sanitarie, l'afflusso incontrollato di immigrati in Italia comporta pesanti implicazioni anche sotto il profilo dell'ordine pubblico: è incontrovertibile, infatti, che sovente immigrati, talvolta già destinatari di plurimi decreti di espulsione mai eseguiti, si rendano protagonisti di crimini anche predatori e contro la persona e che vengano anche assoldati dalla criminalità organizzata, mettendo a repentaglio la sicurezza dei cittadini;

   è, dunque, doveroso alzare il velo dell'ipocrisia che, ad avviso dell'interrogante, ammanta l'attuale politica governativa che tenta di etichettare le proprie inefficienze ed incapacità come una presunta politica dell'accoglienza al solo fine di mascherare la totale assenza di strategia e di visione di ampio respiro nell'affrontare il problema dell'immigrazione;

   occorre una inversione di tendenza che metta in atto una strategia politica seria ed efficace al fine di scongiurare che l'Italia possa diventare un grande centro di accoglienza di pertinenza dell'Unione europea, con le evidenti e drammatiche implicazioni che ne conseguirebbero per l'incolumità e la salute dei cittadini –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, considerata la gravità degli stessi, quali urgenti iniziative, per quanto di competenza, intendano adottare al fine di garantire una gestione efficace dei vari centri di accoglienza presenti sul territorio nazionale e, in generale, del fenomeno dell'immigrazione;

   se non intendano adottare iniziative per prevedere l'espulsione immediata di coloro che, positivi al Covid-19, si sottraggono agli obblighi di quarantena;

   quale sia la posizione del Governo in ordine al cosiddetto «blocco navale» e, segnatamente, se il Governo condivida la necessità, l'opportunità e la legittimità di un «blocco navale» finalizzato a contenere e contrastare la tratta di esseri umani;

   se non ritenga di stilare una lista di Nazioni «sicure», come avviene in altre parti di Europa, per le quali escludere lo status di rifugiato;

   quale sia l'orientamento del Governo in ordine all'abrogazione dell'istituto della protezione umanitaria, previsto esclusivamente dall'ordinamento italiano nel panorama europeo, al fine di evitare l'accoglienza indiscriminata di immigrati «economici» e, nell'ipotesi che concordi in merito all'abolizione dello stesso, quali siano i passaggi che intenda seguire, per quanto di competenza, e quali siano le tempistiche.
(4-07149)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 22 gennaio 2021
nell'allegato B della seduta n. 455
4-07149
presentata da
CIRIELLI Edmondo

  Risposta. — In relazione a quanto evidenziato con l'atto di sindacato ispettivo in esame, si rappresenta quanto segue.
  Va preliminarmente rilevato che tutte le strutture del Ministero dell'interno, fin dall'inizio dell'epidemia, hanno puntualmente e regolarmente applicato le procedure per lo
screening sanitario ai migranti in arrivo sulle nostre coste.
  Con varie circolari, il Ministero ha sollecitato agli enti gestori delle strutture di accoglienza, di primo e di secondo livello, e dei centri di trattenimento il rispetto delle disposizioni per il contenimento dell'epidemia. È stato chiesto di garantire adeguata informazione ai migranti sui comportamenti da seguire, sia attraverso i mediatori culturali che con apposite informative scritte.
  Nell'interrogazione si fa riferimento, in particolare, al Centro di accoglienza straordinaria (CAS) Villa Angela, ubicato nel comune di Terzigno (Napoli), che ospita stranieri richiedenti protezione internazionale.
  Il 27 settembre 2020, il legale rappresentante della società Hotel Il Rosone s.r.l., che gestisce il Centro, ha comunicato alla prefettura di Napoli la positività al virus Covid-19 di un ospite, posto immediatamente in isolamento all'interno della struttura. Nella medesima giornata, la competente ASL ha eseguito uno
screening degli altri ospiti presenti nel Centro, dal quale sono risultati altri 4 casi positivi, anch'essi posti in isolamento con le stesse modalità.
  Da tale momento si sono susseguite proteste e danneggiamenti da parte di migranti che rifiutavano di sottoporsi alle misure sanitarie attivate a titolo precauzionale nei riguardi di tutti gli ospiti del Centro. Inoltre, nella giornata del 12 ottobre, un gruppo di migranti è uscito dalla struttura, facendovi rientro solo grazie all'intervento delle Forze dell'ordine.
  In relazione ai suddetti comportamenti, il successivo 15 ottobre, il responsabile del Centro ha presentato denuncia/querela ai carabinieri di Terzigno per danneggiamento aggravato e minacce. Inoltre, la locale prefettura ha adottato 9 provvedimenti di revoca delle misure di accoglienza e 16 diffide a non porre più in essere comportamenti in violazione del regolamento del Centro e della normativa in tema di emergenza epidemiologica da Covid-19.
  Al riguardo, la prefettura di Napoli ha assicurato una costante azione di supporto e coordinamento, mantenendo un contatto continuo con il responsabile della struttura e con i referenti dell'ASL Sono stati garantiti, altresì, i servizi di vigilanza fissa presso la struttura da parte delle Forze dell'ordine, oltre che una costante attività di mediazione con gli ospiti del Centro, svolta da personale specializzato dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni.
  Attualmente la situazione del Centro di Terzigno risulta normalizzata e si è registrato un solo altro caso di positività al Coronavirus, posto in isolamento all'interno della struttura.
  Si precisa, inoltre, che sin dall'inizio dell'emergenza sanitaria tutti i Centri di accoglienza straordinaria presenti nell'area metropolitana di Napoli sono stati oggetto di costante monitoraggio da parte della locale prefettura, con particolare riferimento all'applicazione delle misure per la prevenzione e il contenimento del contagio, in raccordo con le ASL, con il contributo dell'O.I.M. e la collaborazione di
Emergency.
  Tra i principali interventi si segnalano: l'attivazione di una
help line operativa quotidianamente in favore degli ospiti dei CAS; la verifica periodica della disponibilità nei centri di spazi dedicati all'isolamento/quarantena; le sessioni formative e l'orientamento di tipo logistico/sanitario; la condivisione di apposito materiale informativo multilingue sul tema dell'emergenza epidemiologica; la diffusione di specifici protocolli operativi; l'effettuazione di mirati interventi di mediazione e supporto in situazioni di particolare criticità.
  Per quanto riguarda il territorio milanese, nel quale sono presenti numerosi centri di accoglienza straordinaria, la prefettura di Milano ha provveduto sin dai primi giorni dell'emergenza sanitaria a sensibilizzare i gestori sulle corrette procedure anti contagio da applicare, sia da parte degli ospiti che dagli operatori, con particolare riferimento al corretto utilizzo dei dispositivi individuali e alla necessità di effettuare una pulizia frequente ed accurata degli spazi a disposizione. È stato chiesto ai gestori di fornire ai propri ospiti un'informazione costante, anche attraverso mediatori culturali in grado di rendere il messaggio chiaro, sia in merito alle regole igienico sanitarie da seguire che ai comportamenti normativamente ammessi o vietati, in modo da favorire il rispetto delle regole imposte a livello nazionale e locale e contribuire al contenimento della diffusione del virus.
  Al contempo è stata fermamente segnalata ai gestori la necessità di individuare prontamente soluzioni tali da consentire l'isolamento degli ospiti con sintomi da infezione da Covid-19, risultati positivi o in attesa dell'esito del tampone, al fine di contenere la diffusione del virus all'interno dei centri.
  Gli episodi di violenza citati nell'interrogazione, si riferiscono presumibilmente al centro di permanenza per il rimpatrio (CPR) di via Corelli, ufficialmente operativo dal 30 settembre 2020.
  Nei mesi antecedenti l'apertura la prefettura ha assicurato la massima attenzione ai lavori di ristrutturazione e adeguamento della struttura con l'obiettivo di aumentare la sicurezza dell'area e la piena incolumità degli ospiti e del personale in servizio presso il CPR, ma anche con finalità di prevenzione e contenimento del rischio da contagio da Covid-19; a tale scopo è stato definito e condiviso con gli enti gestori uno specifico protocollo sanitario.
  Il 12 ottobre 2020 all'interno del CPR si sono verificati disordini che hanno determinato, nonostante l'intervento repentino delle forze dell'ordine ivi presenti, il danneggiamento della struttura. A tale episodio è seguito, in data 18 ottobre, un incendio divampato all'interno dell'unico settore occupato.
  I danni arrecati alla struttura hanno comportato una temporanea sospensione degli arrivi di migranti e l'immediato avvio dei necessari lavori di ripristino.
  Per quanto riguarda invece l'episodio avvenuto ad Agrigento, anch'esso citato nell'interrogazione, si rappresenta che il 6 ottobre 2020, gli ospiti di un centro di accoglienza sito nel comune di Agrigento hanno appreso la notizia della presenza di alcuni migranti positivi al Covid-19 e, dunque, della necessità di proseguire per ulteriori 14 giorni il periodo di quarantena. Di conseguenza, un gruppo di circa 20 migranti, di prevalente nazionalità tunisina ed egiziana, ha iniziato a protestare chiedendo di uscire dalla struttura. La contestazione è proseguita fino a tarda sera ed è stato danneggiato parte dell'arredo della struttura.
  Al riguardo la prefettura di Agrigento ha segnalato che presso il centro di cui trattasi è stato costantemente attivo un imponente dispositivo di vigilanza, apprestato con il concorso di numerosi reparti delle forze dell'ordine e contingenti dell'esercito italiano impegnati nell'operazione «Strade sicure».
  In seguito agli eventi sopra descritti, si è immediatamente provveduto al trasferimento di quasi tutti i cittadini stranieri dalla predetta struttura al Centro «Villa Sikania» sito a Siculiana, mentre tre migranti, risultati positivi al Covid-19, sono stati trasferiti a cura della Croce rossa italiana presso la nave-quarantena «Allegra», in quei giorni ferma in rada a Palermo. Il centro in questione è stato inoltre temporaneamente chiuso.
  Su un piano più generale, con riferimento alla lista dei paesi di origine sicuri per i richiedenti asilo, si precisa che il decreto interministeriale dei Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale, della giustizia e dell'interno del 4 ottobre 2019, stabilisce che le domande d'asilo presentate in Italia da cittadini provenienti dai Paesi inseriti nella lista dei «sicuri» vengano esaminate con procedura accelerata. Resta ferma la possibilità da parte del richiedente di dimostrare la sussistenza di gravi motivi per cui il Paese di origine non possa essere considerato sicuro nel suo caso specifico. La lista include i seguenti 13 paesi: Albania, Algeria, Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Senegal, Serbia, Tunisia, Ucraina.
  Quanto all'istituto della protezione umanitaria, si rappresenta che con il decreto-legge n. 130 del 2020, attualmente in fase di conversione, il Governo non lo ha ripristinato, intervenendo, invece, sulle forme di protezione complementare vigenti, esclusivamente al fine di ricomprendervi i casi relativi al rischio di subire trattamenti inumani o degradanti, ed al rischio della violazione del diritto alla vita privata e familiare, al fine di assicurare l'attuazione di quanto previsto dalla CEDU, con specifico riferimento, rispettivamente agli articoli 3 e 8.

Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Achille Variati.