ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07048

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 404 del 07/10/2020
Firmatari
Primo firmatario: PARENTELA PAOLO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 07/10/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DIENI FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 07/10/2020
D'IPPOLITO GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 07/10/2020
SAPIA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 07/10/2020
BARBUTO ELISABETTA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 07/10/2020
SCUTELLA' ELISA MOVIMENTO 5 STELLE 07/10/2020
TUCCI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 07/10/2020
MELICCHIO ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 07/10/2020
CILLIS LUCIANO MOVIMENTO 5 STELLE 07/10/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE 07/10/2020
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA delegato in data 04/06/2021
Stato iter:
04/06/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 04/06/2021
CINGOLANI ROBERTO MINISTRO - (TRANSIZIONE ECOLOGICA)
Fasi iter:

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 04/06/2021

RISPOSTA PUBBLICATA IL 04/06/2021

CONCLUSO IL 04/06/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07048
presentato da
PARENTELA Paolo
testo di
Mercoledì 7 ottobre 2020, seduta n. 404

   PARENTELA, DIENI, D'IPPOLITO, SAPIA, BARBUTO, SCUTELLÀ, TUCCI, MELICCHIO e CILLIS. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   nelle ultime settimane si sono verificati incendi in sequenza a danno di siti o aziende relativi al ciclo dei rifiuti nella regione Calabria;

   la loro successione meccanica, che più sotto si riassume, lascia supporre l'esistenza di una precisa strategia, forse perfino di matrice ’ndranghetista, in un momento particolarmente delicato per la gestione dei rifiuti sul territorio calabrese, segnata da forti criticità, tra cui l'assenza di impianti di trattamento, la lunga gestione con continue ordinanze in deroga del presidente della regione, la perdurante carenza di discariche pubbliche e, come da ultimo pubblicamente rappresentato dal magistrato Marica Brucci, la debolezza del sistema dei controlli e le accertate pratiche di smaltimento illecito, specie nel Lametino, finanche con la falsificazione dei formulari di trasporto;

   a tutto ciò bisogna aggiungere la possibilità, per ditte con potenziali problemi di infiltrazioni mafiose, già evidenziata dal deputato Giuseppe d'Ippolito, anche con atti di sindacato ispettivo, di iscrizione all'Albo gestori ambientali, aggirando la certificazione antimafia o comunque mediante operazioni di trasferimento di sede o cambi di intestazione;

   a Motta San Giovanni (Reggio Calabria), il 2 agosto 2020 si sono verificati incendi, in parte con processi di combustione ancora in corso, nella frazione Santuario, area dove si trovano, tra l'altro, la ex discarica di località Comunia, inattiva e caratterizzata da un abbanco di circa 80.000 metri cubi di rifiuti solidi urbani non pericolosi, nonché un impianto di compostaggio di proprietà di Eco Service srl;

   a Lamezia Terme, nella notte del 17 agosto 2020, si è verificato il terzo rogo in poco meno di due mesi (i primi due risalgono al 25 luglio e al 25 giugno precedenti), con l'interessamento, anche stavolta, di un'azienda di trattamento rifiuti;

   secondo fonti giornalistiche, nello specifico, il capannone interessato dalle fiamme sarebbe di proprietà della Logica scarl, consorzio di imprese formato da Salvaguardia Ambientale, Ecotec, Miga, Progeva ed Ecosistem, subentrato a Daneco nella gestione dell'impianto di trattamento meccanico biologico situato nell'area industriale lametina;

   il 24 settembre 2020 un ampio incendio ha gravemente danneggiato due capannoni dell'impianto di raccolta e smaltimento dei rifiuti di Siderno, gestito dalla ditta «Ecologia Oggi» e punto di approdo dei rifiuti raccolti nella Locride (42 comuni della provincia di Reggio Calabria);

   il 26 settembre 2020, nella discarica di Vetrano, di proprietà del consorzio Valle Crati e ubicata nel territorio di San Giovanni in Fiore (Cosenza), è scoppiato un incendio di compost fuori specifica e dello scarto di lavorazione dei riciclabili, compresa la plastica;

   della discarica, giunta al colmo della capienza, ne era stata concordata la chiusura tombale per il 30 novembre 2020;

   a Nocera Terinese (Catanzaro), il 3 ottobre 2020, un grosso incendio ha interessato la zona stoccaggio rifiuti del comune e le fiamme si sono poi estese in prossimità del depuratore e del sistema fognario, danneggiando pompe di sollevamento;

   a San Gregorio D'Ippona (Vibo Valentia), il 4 ottobre 2020 un incendio ha colpito il centro di raccolta dei rifiuti di proprietà di M.G.;

   il 5 ottobre 2020 un incendio ha interessato la Ready, deposito di rifiuti in località Fiasco Baldaia a Squillace (Catanzaro) –:

   di quali elementi dispongano circa la matrice degli incendi di cui premessa;

   quali iniziative di competenza intendano assumere per garantire la tutela dell'ambiente e per scongiurare infiltrazioni o condizionamenti della criminalità organizzata nella gestione del ciclo dei rifiuti nel territorio calabrese.
(4-07048)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 4 giugno 2021
nell'allegato B della seduta n. 518
4-07048
presentata da
PARENTELA Paolo

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti, in particolare dal Ministero dell'interno, si rappresenta quanto segue.
  1. Il Ministero dell'interno in via preliminare precisa che la situazione della gestione dei rifiuti in Calabria costituisce un annoso problema che, nei siti regionali di stoccaggio adibiti al conferimento e smaltimento dei rifiuti, assume, periodicamente, connotati emergenziali.
  Al riguardo, è noto l'interesse delle organizzazioni criminali sul comparto, come documentato, nel tempo, da indagini e provvedimenti emessi dall'Autorità giudiziaria che hanno interessato tutto il territorio regionale.
  Lo stesso Ministero, in merito alla specifica ipotesi cui fa riferimento l'interrogazione, circa l'esistenza di una precisa strategia volta a realizzare infiltrazioni della criminalità organizzata, anche di matrice ‘ndranghetista, nella gestione del ciclo dei rifiuti sul territorio calabrese, con un piano preordinato messo in atto attraverso incendi dolosi alle infrastrutture logistiche, precisa che, al momento, non si è in possesso di specifiche risultanze che avvalorino tale ipotesi.
  In particolare, relativamente agli incendi avvenuti presso strutture adibite al trattamento dei rifiuti nell'ambito della provincia di Catanzaro, Reggio Calabria, Cosenza, il Ministero rappresenta quanto segue.

  Provincia di Catanzaro

  1.1. Il 25 giugno 2020, intorno alle ore 2,30, presso la zona industriale di San Pietro Lametino, si segnalava un incendio nell'azienda denominata «Econet s.r.l.», operante nel settore dello stoccaggio e smaltimento dei rifiuti.
  Dalle prime verifiche, verosimilmente, l'incendio si sarebbe propagato per cause riconducibili ad autocombustione e non a matrice dolosa.
  Ai fini degli accertamenti di polizia giudiziaria, intervenivano sul posto anche operatori della polizia scientifica per i rilievi del caso.
  1.2. In data 15 luglio 2020, intorno alle ore 5,25, veniva segnalato un incendio presso l'impianto di trattamento meccanico biologico ubicato in Lamezia Terme, nella zona industriale di San Pietro Lametino gestito dalla società «Logica soc. coop. a r.l.», verosimilmente, scaturito da autocombustione di rifiuti di tipo «indifferenziato».
  L'incendio interessava parte dello stabilimento.
  1.3. In data 17 agosto 2020, verso le ore 22,30, presso la predetta Società «LOGICA Scarl», le fiamme hanno danneggiato un mezzo meccanico d'opera – privo di targa – tipo «ragno».
  Considerata l'entità del rogo, i due operatori richiedono l'intervento dei Vigili del fuoco, i quali, giunti sul posto, provvedono allo spegnimento definitivo dell'incendio e, nella circostanza, appurano che il mezzo in discussione, nella giornata del 16 agosto 2020, ha lavorato senza sosta ed ininterrottamente dalle ore 6,20 sino alle ore 18,20 a regimi estremi.
  Inoltre, il responsabile dell'impianto dichiara che la macchina operatrice, immatricolata circa quattordici anni prima, presenta diversi problemi meccanici ed idraulici dovuti all'usura.
  In data 19 agosto 2020 i Vigili del fuoco di Lamezia Terme, nella scheda statistica – rapporti d'intervento, evidenziano che «...non si riscontravano segni riconducibili a dolo.».
  Dei tre eventi sopra descritti è stata puntualmente informata la locale procura della Repubblica.
  1.4. In data 3 ottobre 2020 un incendio di vaste dimensioni ha interessato l'isola ecologica utilizzata dal comune di Nocera Terinese per lo stoccaggio dei rifiuti.
  Le fiamme, estesesi in prossimità del vicino depuratore e del sistema fognario, hanno danneggiato le pompe di sollevamento.
  Personale dell'arma dei Carabinieri del comando stazione di Nocera Terinese, intervenuto sul posto, ha riferito di aver informato l'Autorità giudiziaria competente e sulle indagini in corso vi è il riserbo istruttorio, ai sensi dell'articolo 329 del codice di procedura penale.
  1.5. In data 5 ottobre 2020, in Squillace Lido, località Fiasco Baldaia, si è sviluppato un incendio nell'area esterna al capannone, sede dell'azienda «Eco Management S.p.A.».
  Le fiamme, che in primo momento hanno interessato rifiuti di carta e di plastica depositati all'esterno, si sono estese successivamente all'intero capannone.
  I Vigili del fuoco di Catanzaro, coadiuvati da un aereo Canadair, hanno provveduto, non senza difficoltà, allo spegnimento dell'incendio.
  A scopo precauzionale sono stati sfollati otto abitanti di una palazzina sita nelle immediate vicinanze e gli stessi sono stati ospitati temporaneamente presso un edificio scolastico.
  Sul posto sono intervenuti militari dell'arma dei Carabinieri del comando stazione di Squillace, i quali hanno avviato le indagini e riferito all'Autorità giudiziaria competente.
  Ulteriori eventi incendiari si sono registrati presso l'area esterna al citato capannone, in data 24 ottobre, 2 e 8 novembre 2020, come segnalato dai militari dell'arma dei Carabinieri intervenuti sul posto.
  In tutti i citati episodi, i Vigili del fuoco, intervenuti sul posto, riferiscono trattarsi di autocombustione di materiali ammassati.
  Per completezza di informazioni, il Ministero dell'interno fa presente che la problematica relativa agli incendi nelle aziende che si occupano del trattamento di rifiuti è stata esaminata nel corso della riunione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica tenutasi in data 6 ottobre 2020, all'indomani del rogo presso l'area esterna del capannone sito a Squillace, località Fiasco Baldaia.
  Successivamente, a seguito di quanto deciso in sede di CPOSP, il questore di Catanzaro disponeva, con ordinanza, adeguati servizi nell'ambito del controllo del territorio, nonché una sensibilizzazione dell'attività info-investigativa volta ad individuare eventuali elementi o gruppi malavitosi dediti alla consumazione di tali episodi.
  Da ultimo, il 22 ottobre 2020, il prefetto di Catanzaro sensibilizzava gli enti competenti nella gestione dello smaltimento dei rifiuti, nonché i gestori dei più importanti siti di stoccaggio della provincia ad innalzare maggiormente il livello di attenzione sulla questione.

  Provincia di Reggio Calabria

  1.6. In data 2 agosto 2020, un incendio boschivo di vaste dimensioni ha interessato le località tra loro limitrofe di Montebello Jonico, Motta San Giovanni e Cardeto. L'evento ha interessato una vasta superficie coperta di macchia mediterranea delle località Santa Venere e Comunia e, nella circostanza, le fiamme si sono estese fino a lambire anche l'ex sito di compostaggio gestito dalla ditta «Eco Service srl.» e un'ex discarica regionale sita in quella contrada e dismessa da tempo. L'incendio, nelle 24 ore successive, è stato domato dai Vigili del fuoco.
  Il 28 settembre 2020, dieci cittadini di Lazzaro di Motta San Giovanni (Reggio Calabria) hanno presentato un esposto-denuncia per il reato di inquinamento ambientale. Sugli eventi descritti sono in corso le indagini a cura dell'arma dei Carabinieri.
  1.7. In data 24 settembre 2020, un incendio di vaste dimensioni ha interessato due dei capannoni dell'impianto di trattamento dei rifiuti sito in località San Leo del Comune di Siderno, ed una colonna di fumo scuro e denso ha invaso la città di Siderno ed i paesi limitrofi, creando notevole apprensione e disagi tra i residenti.
  L'impianto, realizzato nel 2006 e gestito dalla società «Ecologia oggi» di Lamezia Terme, è strutturato su due linee di lavorazione, una riguardante il materiale indifferenziato e l'altra per i rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata. Negli anni è stato oggetto di diverse contestazioni da parte dei cittadini residenti nelle vicinanze, a causa degli odori prodotti sia nelle ore diurne che notturne.
  In relazione all'incendio propagatosi nel mese di settembre, la procura della Repubblica di Locri ha avviato un procedimento penale a carico di ignoti, tuttora coperto da segreto istruttorio.

  Provincia di Cosenza

  1.8. In data 26 settembre 2020, poco dopo le ore 7,30, si è sviluppato un incendio nella discarica di località Vetrano, sita in una zona isolata nel territorio comunale di San Giovanni in Fiore, al confine con il comune di Caccuri (KR), nel cui impianto confluiscono i rifiuti trattati provenienti dalla raccolta esperita nei comuni del cosentino.
  Il rogo si è propagato rapidamente, alimentato dal materiale compost e dallo scarto di lavorazione dei riciclabili, provocando una densa nube di fumo, domato grazie all'intervento dei mezzi di soccorso opportunamente allertati e dai Vigili del fuoco.
  Prima dell'incendio la discarica di Vetrano, di proprietà del consorzio Valle Crati, era quasi al colmo della capienza, tant'è che era stata già concordata la chiusura definitiva per il 30 novembre 2020.
  Sulle cause dell'incendio sono in corso accertamenti da parte del personale della stazione Carabinieri forestali di San Giovanni in Fiore che, al riguardo, sta svolgendo opportune indagini i cui esiti saranno comunicati all'Autorità giudiziaria competente.

  Provincia di Vibo Valentia

  1.9. In data 4 ottobre 2020, militari dell'arma dei Carabinieri intervenivano in località «Censi» del comune di San Gregorio D'Ippona, a seguito di un incendio che aveva coinvolto l'area di stoccaggio di un deposito di rifiuti differenziati denominato «Ecologia del Fare».
  In relazione all'episodio la prefettura di Vibo Valentia ha rappresentato che il comando provinciale dei Carabinieri ha reso noto che non sono stati registrati analoghi episodi nel recente passato, così da poter ipotizzare una più ampia strategia, di matrice «'ndranghetista», mentre il comando provinciale dei Vigili del fuoco di Vibo Valentia ha informato di aver attivato un procedimento sanzionatorio ai sensi dell'articolo 20 del decreto legislativo n. 58 del 1994, (in seguito decreto legislativo n. 81 del 2008) per violazione in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.
  Nei giorni successivi allo spegnimento dell'incendio, i tecnici dall'Arpacal – Dipartimento provinciale di Vibo Valentia, hanno proceduto al prelievo di cinque campioni di terreno superficiale, tecnicamente denominato «top soil», lungo l'asse principale dell'area ove i fumi dell'incendio si erano sviluppati, per la verifica degli inquinanti al suolo.
  All'esito delle analisi dell'Arpacal quasi tutti i parametri hanno segnato il rispetto dei limiti tabellari previsti dal Testo unico dell'ambiente, tranne alcuni elementi che, tuttavia, non sono comunque associati a valori significativi.
  Tanto premesso, il Ministero dell'interno, per quanto riguarda l'attività finalizzata al contrasto dei reati ambientali, rappresenta che, nei primi nove mesi dell'anno in corso, i reati sono diminuiti da 516 a 473, mentre il numero delle persone denunciate/arrestate è rimasto costante.
  2. Per quanto riguarda la questione degli impianti di stoccaggio e di lavorazione dei rifiuti, esistenti o di nuova costruzione, il Ministero della transizione ecologica rappresenta quanto segue.
  In data 4 dicembre 2018 è entrata in vigore la legge del 1° dicembre 2018 n. 132, di conversione, con modifiche, del decreto-legge 4 ottobre 2018 n. 113 (cosiddetto decreto Sicurezza). L'articolo 26-
bis comma 1 della legge prevede l'obbligo per i gestori di predisporre un piano di emergenza interna (PEI), al fine di minimizzare i rischi per la salute umana e per l'ambiente che possono prodursi per effetto delle attività che si svolgono negli impianti di gestione dei rifiuti.
  Come stabilito al comma 3, il PEI va predisposto entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della citata legge.
  Il PEI, inoltre, va riesaminato, sperimentato e, se necessario, aggiornato dal gestore, previa consultazione del personale che lavora nell'impianto e del personale di imprese subappaltatrici a lungo termine, ad intervalli appropriati (comunque, non superiori a tre anni) in ragione dei cambiamenti avvenuti nell'impianto e nei servizi di emergenza, dei progressi tecnici e delle nuove conoscenze in merito alle misure da adottare in caso di incidente rilevante.
  Fra gli obblighi del gestore (comma 4), vi è quello di trasmettere al Prefetto, competente per territorio, tutte le informazioni utili per l'elaborazione del piano di emergenza esterna (PEE).
  La circolare ministeriale n. 1121 del 21 gennaio 2019, contenente le «Linee guida per la gestione operativa degli stoccaggi negli impianti di gestione dei rifiuti e per la prevenzione dei rischi», si compone di diverse sezioni al fine di dettagliare la tipologia di impianti oggetto dei criteri operativi, il contesto normativo ed autorizzativo, le garanzie finanziarie, la prevenzione dei rischi ed infine i controlli ambientali.
  Relativamente a quest'ultimo punto delle linee guida, la circolare richiama l'attenzione sul fondamentale ruolo dell'attività di controllo, sottolineando che le possibili cause dell'aumento dei fenomeni di incendio negli impianti che gestiscono rifiuti sono riconducibili anche a:

   una fragilità degli impianti, spesso non dotati di sistemi adeguati di sorveglianza e controllo;

   la rarefazione dei controlli sulla gestione che portano a situazioni di sovraccarico degli impianti e quindi di incrementato pericolo di incendio;

   la possibilità, determinata da congiunture nazionali e internazionali, di sovraccarico di materia non gestibile, che quindi dà luogo a incendi dolosi liberatori.

  Da qui la necessità di una programmazione di controlli che tenga anche conto della complessa realtà dell'impiantistica, interessando gli impianti che, sebbene di esigue dimensioni, potrebbero presentare situazioni di rischio.
  A conclusione della circolare n. 1121/2019, il Ministero segnala l'esistenza di talune fattispecie di depositi irregolari che, in condizioni ordinarie sfuggirebbero al controllo e alla prevenzione, con una forte esposizione al rischio di sviluppare incendi.
  In tali casi, la circolare esplicita che, al fine di prevenire possibili conseguenze per l'ambiente e la popolazione, «è opportuno che l'azione di controllo venga estesa, ai sensi degli articoli 255 e 256 del decreto legislativo n. 152 del 2006, anche agli abbandoni di rifiuti ed alle attività di gestione di rifiuti non autorizzate. In questo senso è fondamentale il ruolo che rivestono anche province e comuni nell'ambito del controllo del proprio territorio e patrimonio, con lo scopo di prevenire l'insorgere di fenomeni illeciti, o quanto meno di non aggravare le eventuali situazioni di criticità già esistenti, allo scopo di scongiurare l'eventuale sviluppo di incendi o di altre criticità ambientali».
  Inoltre, in attesa dell'emanazione del decreto previsto dal comma 9 dell'articolo 26-
bis della legge n. 132 del 1° dicembre 2018, che stabilirà le linee guida per la predisposizione dei PEE e per la relativa informazione alla popolazione, la Circolare ministeriale n. 2730 del 13 febbraio 2019 ha fornito ai gestori degli impianti le prime indicazioni per l'elaborazione dei piani di emergenza interna, in particolare precisando che «per gli impianti che ricadono nell'ambito di applicazione del decreto legislativo n. 105/2015, in materia di rischio di incidente rilevante, i gestori dovranno attenersi alle specifiche disposizioni del medesimo decreto; per gli impianti di stoccaggio e di lavorazione dei rifiuti, che non ricadono nell'ambito di applicazione del decreto legislativo n. 105 del 2015, esistenti o di nuova costruzione, i gestori dovranno invece attenersi alle disposizioni contenute nel decreto legislativo n. 81 del 2008 e a quelle di cui al comma 1 dell'articolo 26-bis, della legge 1° dicembre 2018 n. 132».
  La predetta circolare n. 2730/2019 dettaglia inoltre quali informazioni tecniche relative all'impianto (ragione sociale e recapiti, descrizione attività, autorizzazioni/certificazioni, planimetria, piante e relazione tecnica) il gestore deve comunicare ai prefetti, ai sensi dell'articolo 6-
bis, comma 4, per l'elaborazione dei piani di emergenza esterni (PEE).
  In particolare, la circolare specifica che la relazione tecnica deve contenere almeno:

   quantità e tipologia dei rifiuti;

   massima capacità di stoccaggio istantanea consentita;

   descrizione degli impianti tecnici e misure di sicurezza e protezione;

   descrizione degli effetti su salute e ambiente;

   misure per il ripristino;

   disposizioni per avvisare in caso di emergenza.

  I prefetti comunque, caso per caso, potranno autonomamente richiedere informazioni aggiuntive ai fini della redazione del PEE. Peraltro, qualora non siano ragionevolmente prevedibili effetti all'esterno dell'impianto, il prefetto può decidere di non predisporre il PEE.
  Infine, si precisa che, nell'ambito del Protocollo d'intesa denominato «Piano d'azione per il contrasto dei roghi dei rifiuti», sottoscritto il 19 novembre 2018, tra il Presidente del Consiglio dei Ministri, l'allora Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro dell'interno, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro della difesa, il Ministro della salute, il Ministro della giustizia, il Ministro per il Sud e il Presidente della regione Campania, è stato costituito apposito gruppo di lavoro al fine di redigere le linee guida per l'elaborazione dei PEE di competenza dei prefetti.
  Lo schema delle linee guida è stato sottoposto alla Presidenza del Consiglio e il 5 febbraio 2021 è stato trasmesso al dipartimento per gli affari regionali e le autonomie lo schema di decreto concernente l'approvazione delle «Linee guida per la predisposizione del piano di emergenza esterna e per la relativa informazioni della popolazione per gli impianti di stoccaggio e trattamento dei rifiuti». L'8 febbraio scorso il dipartimento ha trasmesso alle amministrazioni coinvolte, tra cui il Ministero, il nuovo testo riformulato ai fini dell'accordo in sede di conferenza unificata.
  Tutto ciò premesso, si ritiene che nella norma siano ben definiti ruoli e responsabilità di tutti i soggetti che, a vario titolo, sono coinvolti nelle autorizzazioni e nei successivi controlli.
  3. Riguardo alla situazione impiantistica nel territorio calabrese si osserva che la regione, dopo oltre 15 anni, a seguito dell'ordinanza del capo dipartimento della protezione civile n. 57 del 14 marzo 2013, è subentrata al commissario straordinario per la gestione dei rifiuti, quale amministrazione competente al coordinamento delle attività necessarie al completamento degli interventi da eseguirsi nel contesto di criticità nel settore dei rifiuti solidi urbani nel territorio della medesima regione.
  Al fine di ristabilire il corretto ambito delle competenze, con la legge regionale n. 14 del 2014, rubricata «Riordino del servizio di gestione dei rifiuti urbani in Calabria» e successive modificazioni e integrazioni con la deliberazione di giunta regionale n. 381 del 13 ottobre 2015, recante «Attuazione della legge regionale n. 14 del 2014: delimitazione degli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) e delle Aree di Raccolta Ottimali (ARO); approvazione schema di convenzione e schema di regolamento per costituzione e funzionamento delle Comunità d'ambito», sono state definite le modalità gestionali a livello di ambiti territoriali ottimali, come previsto dalla normativa nazionale vigente.
  Sempre nell'ottica della migliore riorganizzazione, sulla scorta della situazione impiantistica e dei livelli di raccolta raggiunti, è stato predisposto il nuovo piano regionale di gestione rifiuti, approvato con la deliberazione del consiglio regionale n. 156/2016 e modificato con la deliberazione del consiglio n. 474 del 10 dicembre 2019, con la previsione del completamento degli interventi già avviati dall'ufficio del commissario delegato, nonché della realizzazione di altri impianti necessari al raggiungimento dell'autosufficienza per ambiti territoriali, individuandone perfino la localizzazione.
  Tuttavia, si sono verificati ritardi nella realizzazione dell'impiantistica pubblica di trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani che hanno determinato, in tutti gli ambiti territoriali ottimali del territorio calabrese, un sistema infrastrutturale non adeguato per la corretta gestione degli stessi.
  È necessario segnalare, altresì, che, con la costituzione formale degli ATO, in numero pari alle province calabresi, le competenze in argomento sono state trasferite a questi ultimi.
  Come evidenziato nelle numerose ordinanze regionali emesse ai sensi dell'articolo 191 del TUA, l'assenza di impianti di smaltimento finale (discariche) a gestione pubblica, ha compromesso l'intero ciclo, tanto da dover ricorrere, in estrema urgenza, all'utilizzo dell'unica discarica presente sul territorio, peraltro privata e quasi in via di saturazione, all'individuazione di impianti extraregionali, nonché all'attivazione di poteri sostitutivi nei confronti delle comunità d'ambito inadempienti.
  Per quanto sopra, gli uffici competenti del Ministero stanno seguendo attentamente le vicende che interessano la gestione dei rifiuti nel territorio calabrese e procederanno – qualora la situazione non dovesse rientrare nel breve periodo – ad attivare tavoli tecnici di confronto ai fini della risoluzione delle criticità evidenziate.
  

Il Ministro della transizione ecologica: Roberto Cingolani.