ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06992

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 402 del 02/10/2020
Firmatari
Primo firmatario: CIRIELLI EDMONDO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 02/10/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 02/10/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06992
presentato da
CIRIELLI Edmondo
testo di
Venerdì 2 ottobre 2020, seduta n. 402

   CIRIELLI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   organi di stampa hanno riportato la tragica notizia della morte di Don Roberto Malgesini, 51 enne, valtellinese di Cosio, ucciso a coltellate sotto il suo alloggio a Como in Piazza San Rocco da un tunisino di 53 anni, pregiudicato e senza permesso di soggiorno;

   Don Roberto, definito da tutti il «prete degli ultimi», proprio per il suo forte impegno assistenziale ad immigrati ed emarginati, avrebbe visto la sua fine proprio per mano di uno di quegli uomini in difficoltà che più volte aveva aiutato;

   sembrerebbe, infatti, che a ferire a morte il parroco con molteplici fendenti, tra cui uno letale al collo, sarebbe stato proprio un immigrato tunisino, il quale, intercettato il sacerdote nel piccolo parcheggio davanti alla parrocchia di San Rocco, immotivatamente e con brutale ferocia, lo avrebbe aggredito fino a lasciarlo in fin di vita nei pressi della chiesa;

   inutili sarebbero stati i soccorsi dei sanitari che, giunti sul posto, avrebbero potuto soltanto constatare il decesso del prete, mentre l'immigrato, dopo il brutale misfatto, si sarebbe recato presso la vicina caserma dei carabinieri per costituirsi;

   l'assassino, di poi, sarebbe stato anche deferito all'autorità giudiziaria per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, in quanto avrebbe aggredito gli agenti della polizia penitenziaria, mentre gli notificavano il provvedimento di trasferimento al carcere di Monza;

   come riportato da organi di stampa, l'assassino di Don Roberto, già condannato in passato per maltrattamenti in famiglia ed estorsione, dal 2014 risultava immigrato irregolare in quanto sprovvisto di regolare permesso di soggiorno e destinatario di ben due decreti di espulsione; tale gravissimo e tragico accadimento appare ancora più angosciante nella misura in cui si sarebbe potuto evitare, laddove si fosse proceduto alla effettiva esecuzione dei predetti decreti di espulsione che avrebbero comportato il rimpatrio dell'immigrato e, con tutta probabilità, salvato la vita del sacerdote;

   la gravità dei fatti esposti in premessa non fa altro che confermare l'insuccesso di una certa politica «ipocrita» e «buonista» che limitandosi unicamente a sventolare la bandiera dell'accoglienza, apparirebbe non solo incapace di garantire l'effettiva integrazione degli immigrati – molto spesso assoldati dalla criminalità organizzata –, ma anche e soprattutto l'incolumità dei cittadini –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, considerata la gravità degli stessi, quali urgenti iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare al fine di accertare eventuali responsabilità degli organi periferici competenti in materia di espulsione, anche mediante l'avvio, presso le stesse, di iniziative ispettive e, se non intenda verificare che la normativa vigente in materia di espulsione sia idonea a consentire a prefetture e questure di dare piena attuazione alle predette procedure di espulsione.
(4-06992)