ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06935

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 400 del 29/09/2020
Firmatari
Primo firmatario: CUNIAL SARA
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 29/09/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 29/09/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06935
presentato da
CUNIAL Sara
testo di
Martedì 29 settembre 2020, seduta n. 400

   CUNIAL. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'Italia è uno Stato laico, nel senso che, come affermato dalla giurisprudenza (si veda fra tutti la sentenza della Corte di cassazione penale n. 439/2000), le leggi ordinarie, i regolamenti e tutta l'attività della pubblica amministrazione devono conformarsi al principio di laicità che costituisce uno dei profili della forma di Stato così come delineato dalla Carta costituzionale. Tale principio, pur non formalmente espresso, viene presupposto e si ricava in via interpretativa dall'analisi di numerosi articoli della Costituzione (cfr. articoli 2, 3, 7, 8, 19 e 20) e dall'orientamento che la giurisprudenza, soprattutto quella costituzionale, ha espresso quando è stata chiamata a pronunciarsi in merito;

   l'articolo 7 della Costituzione dispone che «lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani»;

   la Corte Costituzionale ha individuato alcuni corollari al principio di laicità, tra cui quello relativo alla distinzione degli ordini, che caratterizza il fondamentale o «supremo» principio costituzionale di laicità o non confessionalità dello Stato il quale in sostanza significa che la religione e gli obblighi morali che ne derivano non possono essere imposti come mezzo al fine dello Stato (sentenza n. 334/1996), nonché quello della equidistanza e imparzialità della legislazione rispetto a tutte le confessioni religiose (sentenza n. 508/2000);

   il Ministro della salute ha istituito, con apposito decreto, una commissione per la riforma dell'assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana;

   Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Vincenzo Paglia, in quanto arcivescovo, cofondatore della Comunità di Sant'Egidio, Gran cancelliere del Pontificio Istituto teologico per le scienze del matrimonio e della famiglia nonché dal 15 agosto 2016 presidente della Pontificia accademia per la vita, ne è stato nominato presidente;

   la nomina, al netto delle competenze in possesso dell'ecclesiastico, pone, secondo l'interrogante, grosse questioni in merito alla laicità dello Stato e di evidente inopportunità, in quanto il presidente della commissione è colui che indica l'orientamento generale, sintetizza la pluralità degli apporti, ha una funzione cruciale nel renderli operativi e gli incarichi che ha avuto e ha ne fanno, in termini secolari, uno dei più importanti Ministri del governo del Papa, facendo emergere un grande, ad avviso degli interroganti, conflitto di interessi;

   il 31 luglio 2017, sotto la sua guida, la Pontificia Accademia per la vita, l'Ufficio per la Pastorale della salute della Cei e l'Associazione dei medici cattolici italiani, hanno diffuso una nota congiunta per fare chiarezza sulla posizione della Chiesa riguardo all'uso dei vaccini obbligatori, in seguito dell'approvazione del decreto-legge n. 73 del 2017, conformandosi alla posizione dell'istituto Superiore di sanità e dell'allora Ministro Lorenzin;

   nella nota si apprende come per l'Accademia la questione legata all'uso delle linee cellulari derivate dai feti abortiti per realizzare i vaccini, sia un argomento eticamente superate;

   la nota inoltre afferma che esiste un «non meno urgente [...] obbligo morale di garantire la copertura vaccinale necessaria per la sicurezza altrui, soprattutto di quei soggetti deboli e vulnerabili come le donne in gravidanza e i soggetti colpiti da immunodeficienza che non possono direttamente vaccinarsi contro queste patologie»;

   posizione in netto contrasto con quella della stessa Accademia nel 2005, che affermava come fosse «dovere morale di continuare a lottare e di usare ogni mezzo lecito per rendere difficile la vita alle industrie farmaceutiche che agiscono senza scrupoli etici»;

   è inoltre nota la posizione politica del Mons. Paglia in merito al fine vita altro tema delicato e di attualità di cui il Ministero deve occuparsi con la campagna informativa sul testamento biologico –:

   per quale motivo il Ministro della salute della Repubblica Italiana, la cui laicità è una precondizione irrinunciabile, abbia nominato un «ministro» del Papa alla guida di una commissione particolarmente importante, visto che essa dovrà dar vita alla riforma dell'assistenza alla vecchiaia.
(4-06935)