ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06891

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 398 del 23/09/2020
Firmatari
Primo firmatario: ALAIMO ROBERTA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 23/09/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GIARRIZZO ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 23/09/2020
D'ORSO VALENTINA MOVIMENTO 5 STELLE 23/09/2020
MARTINCIGLIO VITA MOVIMENTO 5 STELLE 23/09/2020
CASA VITTORIA MOVIMENTO 5 STELLE 23/09/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO PER L'INNOVAZIONE TECNOLOGICA E LA DIGITALIZZAZIONE
  • MINISTERO PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER L'INNOVAZIONE TECNOLOGICA E LA DIGITALIZZAZIONE delegato in data 23/09/2020
Stato iter:
10/12/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 10/12/2020
PISANO PAOLA MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (INNOVAZIONE TECNOLOGICA E DIGITALIZZAZIONE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 10/12/2020

CONCLUSO IL 10/12/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06891
presentato da
ALAIMO Roberta
testo di
Mercoledì 23 settembre 2020, seduta n. 398

   ALAIMO, GIARRIZZO, D'ORSO, MARTINCIGLIO e CASA. — Al Ministro per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   l'obbligo per la pubblica amministrazione di formare i propri documenti in formato digitale deriva dall'articolo 40, comma 1, del codice dell'amministrazione digitale (Cad) di cui al decreto legislativo n. 82 del 2005;

   il documento nativo digitale è quel documento informatico che nasce digitale ovvero ottenuto attraverso software di videoscrittura (Word, Pages, OpenOffice e altro) e trasformato direttamente in formato Pdf o altra tipologia di formato prevista dal Cad, senza effettuare la scansione del documento cartaceo;

   l'obbligo di formazione nativa dei documenti amministrativi in formato digitale è in grado di assicurare una riduzione se non l'eliminazione dei documenti cartacei associati ai procedimenti amministrativi, con conseguenti vantaggi in termini di risparmio di tempo rispetto allo svolgimento delle procedure di stampa, scansione e trasmissione del documento ma anche di costi per l'acquisto di carta, toner/cartucce inchiostro e per la manutenzione delle stampanti;

   al fine di realizzare il processo di trasformazione digitale della pubblica amministrazione è necessario procedere all'adeguamento dei procedimenti amministrativi attraverso una revisione dei processi in chiave digitale, volti alla semplificazione, all'efficienza e alla trasparenza dell'azione amministrativa, a partire dalla formazione nativa del documento amministrativo in formato digitale;

   la creazione dei documenti amministrativi avviene di fatto attraverso l'utilizzo di strumenti informatici, software ed hardware;

   la gestione del documento informatico in formato nativo digitale velocizzerebbe la durata dei procedimenti amministrativi, semplificherebbe il lavoro dei dipendenti e faciliterebbe il controllo e l'analisi da parte dei cittadini delle informazioni contenute nei documenti amministrativi, soprattutto in quelli composti da numerose pagine (si pensi, ad esempio, a bandi, contratti, decreti, bilanci economici, rendiconti di gestione);

   tale obbligo di formazione nativa dei documenti amministrativi in formato digitale, a cui le pubbliche amministrazioni avrebbero dovuto ottemperare entro il 12 agosto 2016, secondo l'articolo 17 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 13 novembre 2014, viene spesso eluso dalle pubbliche amministrazioni senza particolari conseguenze per le stesse vista l'assenza di una norma sanzionatoria in caso di inadempimento, comportando, al contrario, forti limitazioni alla fruibilità e disponibilità delle informazioni a danno dei cittadini e delle imprese, nonché degli enti preposti alla vigilanza e al controllo –:

   se e quali iniziative il Governo intenda assumere al fine di consolidare l'obbligo di formazione nativa del documento amministrativo in formato digitale e realizzare definitivamente lo switch-off dal cartaceo al digitale nelle pubbliche amministrazioni italiane.
(4-06891)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 10 dicembre 2020
nell'allegato B della seduta n. 441
4-06891
presentata da
ALAIMO Roberta

  Risposta. — Si riscontra l'atto di sindacato ispettivo in esame, con il quale l'interrogante chiede di conoscere quali iniziative il Governo intenda assumere al fine di consolidare l'obbligo di formazione nativa del documento amministrativo in formato digitale e realizzare definitivamente lo switch-off dal cartaceo al digitale nelle pubbliche amministrazioni italiane.
  Al riguardo, sentito il dipartimento per la trasformazione digitale, rappresento quanto segue.
  La trasformazione digitale della pubblica amministrazione è stata, fin dall'inizio del mio mandato, l'attività alla quale, con il supporto del dipartimento per la trasformazione digitale e l'intensa collaborazione con gli altri Ministri competenti, ho attribuito massima priorità. Sono fermamente convinta, infatti, che, in coerenza con il programma di Governo, l'innovazione tecnologica, anche nel settore pubblico, costituisca vettore di crescita economica da realizzare tramite l'integrazione delle tecnologie digitali nei processi decisionali, una maggiore interoperabilità delle soluzioni tecnologiche, un migliore utilizzo dei dati pubblici e una crescente diffusione di standard comuni.
  In questa direzione, richiamo di seguito i principali interventi normativi e i risultati delle iniziative previste nella «Strategia per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione» del Paese, volta alla creazione del «sistema operativo» necessario a far sì che le pubbliche amministrazioni accelerino la propria trasformazione digitale e mettano a disposizione di cittadini e imprese servizi on line più semplici, accessibili ed efficaci.
  Nell'ambito del decreto-legge n. 18 del 2020, cosiddetto «Cura Italia», sono state semplificate, sino al 31 dicembre 2020, le procedure di acquisto, da parte delle pubbliche amministrazioni, di beni e servizi informatici, selezionando l'affidatario tra almeno quattro operatori economici, di cui almeno una «start-up PMI innovativa». Questa misura consente una rapida modernizzazione delle dotazioni delle amministrazioni.
  Con il decreto-legge n. 34 del 2020 cosiddetto «Rilancio» è stato istituito il fondo per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione con dotazione pari a 50 milioni di euro per migliorare la qualità dei servizi digitali già esistenti e promuoverne di nuovi nell'ottica di un efficace e sostenibile processo di digitalizzazione del Paese, a cui ha già fatto seguito l'adozione del decreto di riparto.
  Da ultimo con le norme proposte nell'ambito del decreto-legge n. 76 del 2020 cosiddetto «Semplificazioni» ho inteso imprimere una forte accelerazione alla trasformazione digitale del Paese e, più in particolare, alla diffusione di servizi in rete, al fine di assicurare ai cittadini l'effettivo esercizio del diritto all'uso delle tecnologie digitali, nonché di rafforzare l'utilizzo dei dati e di strumenti digitali, quali ulteriori misure urgenti ed essenziali di contrasto agli effetti dell'imprevedibile emergenza epidemiologica da Covid-19.
  Con particolare riferimento all'ambito specifico richiamato dall'interrogante, ho promosso la semplificazione per la partecipazione al procedimento amministrativo telematico: in tal senso, il domicilio digitale, la Pec e l'AppIO costituiscono modalità ordinarie di svolgimento dei procedimenti amministrativi e di comunicazione con la pubblica amministrazione, per la presentazione di istanze, la trasmissione di documenti, l'accesso agli atti e l'avvio di un procedimento amministrativo.
  Premessa ineludibile è la modernizzazione dei sistemi informativi della pubblica amministrazione: sono state pertanto previste misure di semplificazione dei sistemi informativi delle pubbliche amministrazioni e dell'attività di coordinamento nell'attuazione della strategia digitale. È stato introdotto l'obbligo per la pubblica amministrazione di sviluppare i propri sistemi con modalità idonee a consentire l'accesso da remoto ai propri dipendenti e favorire così il lavoro agile nel rispetto dello Statuto dei lavoratori e delle disposizioni in materia di sicurezza delle reti e dei dati. Aggiungo che le pubbliche amministrazioni sono tenute a progettare, realizzare e sviluppare i propri sistemi e servizi informatici e digitali sulla base di un codice di condotta che contiene regole omogenee e valide su tutto il territorio nazionale, potendosi avvalere anche di esperti di comprovata competenza in processi complessi di trasformazione digitale.
  Il richiamato insieme di misure, interventi ed iniziative costituisce il contesto nel quale l'esigenza di passaggio dal cartaceo al digitale, rappresentata dall'interrogante, trova soddisfazione in quanto sono state introdotte misure volte ad accelerare il percorso di trasformazione delle pubbliche amministrazioni.
  Tengo a precisare che le amministrazioni hanno obbligo di «avviare» i progetti di trasformazione digitale, onde attuare la fruibilità dei loro servizi su dispositivi mobili, entro il 28 febbraio 2021. La violazione delle disposizioni così dettate comporta una valutazione negativa della performance dirigenziale (non già responsabilità dirigenziale e disciplinare ai sensi degli articoli 21 e 55 del decreto legislativo n. 165 del 2001), con la conseguente «sanzione» di una riduzione non inferiore al 30 per cento della retribuzione di risultato e del trattamento accessorio collegato alla performance individuale. Si aggiunge il divieto di attribuire premi o incentivi nelle medesime strutture.
  Si tratta di previsione «sanzionatoria», analoga a quella che si avrà modo di reperire in altre disposizioni del decreto-legge miranti a dare impulso alla digitalizzazione della pubblica amministrazione.
  Con specifico riferimento l'obbligo di formazione nativa del documento amministrativo, affermato all'articolo 40 del decreto legislativo 7 marzo 2015, n. 82 (codice dell'amministrazione digitale), tengo a riferire che, dopo numerosi interventi normativi che hanno inciso sull'efficacia delle regole tecniche necessarie ad assolvere l'obbligo per le pubbliche amministrazioni di adeguare i propri sistemi di gestione informatica dei documenti, il 9 settembre 2020 sono state adottate dall'Agenzia per l'Italia digitale le «Linee Guida sulla formazione, gestione e conservazione dei documenti informatici», indispensabili per assolvere detto obbligo.
  Le Linee guida sono articolate in un documento principale e in sei allegati che ne costituiscono parte integrante. Gli allegati sono i seguenti:

   Allegato 1 - Glossario dei termini e degli acronimi;

   Allegato 2 - Formati di file e riversamento;

   Allegato 3 - Certificazione di processo;

   Allegato 4 - Standard e specifiche tecniche;

   Allegato 5 - Metadati;

   Allegato 6 - Comunicazione tra AOO di documenti amministrativi protocollati.

  Dette Linee guida costituiscono la nuova versione aggiornata delle regole tecniche in materia di formazione, protocollazione, gestione e conservazione del documento. Obiettivo generale del documento è che la gestione complessiva del documento informatico risulti semplificata attraverso una visione d'insieme che aggrega in un «corpo unico» materie prima disciplinate separatamente.
  L'adozione delle Linee guida favorirà la diffusione del documento amministrativo digitale, con conseguenze positive sui tempi di svolgimento dei procedimenti amministrativi, sulla semplificazione del lavoro dei dipendenti ed, infine, anche sulle esigenze di trasparenza condivisibilmente sollecitate dall'interrogante.
  In ultimo aggiungo che, nell'ambito della «Strategia per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione del Paese», da me promossa lo scorso dicembre, ho richiamato la necessità di introdurre e di promuovere l'utilizzo di applicazioni di intelligenza artificiale nella gestione di procedimenti amministrativi.
  Attesa l'attenzione dell'interrogante per il tema della trasformazione digitale della pubblica amministrazione, tengo a precisare che il primo passo sarà proprio quello di identificare i «procedimenti», particolarmente adatti per l'utilizzo di sistemi di AI (rapporti tra le amministrazioni, servizi verso le imprese e i cittadini). Successivamente, insieme ai Ministeri competenti, definiremo le soluzioni di intelligenza artificiale idonee a governare i procedimenti nel rispetto dei principi etici e giuridici destinati a confluire nello Statuto etico giuridico dell'intelligenza artificiale, al quale sarà chiamato a lavorare l'AI
Ethical Lab-el (di cui all'azione n. 16 della richiamata Strategia): un comitato con il compito di elaborare, sulla base dei risultati dei diversi gruppi di esperti nazionali ed europei che hanno già affrontato il tema, uno statuto etico-giuridico dell'intelligenza artificiale che, oltre a fissare un set minimo di principi-guida, stabilisca un insieme di regole minime per la qualificazione di soluzioni di intelligenza artificiale destinate al settore pubblico come a quello privato, una sorta di certificazione di sostenibilità etico-giuridica della soluzione che potrebbe poi tradursi in un certificato di superata valutazione di impatto etico sulla società.
La Ministra per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione: Paola Pisano.