ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06858

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 397 del 22/09/2020
Firmatari
Primo firmatario: MULE' GIORGIO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 22/09/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ORSINI ANDREA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 22/09/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 22/09/2020
Stato iter:
23/12/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/12/2020
SERENI MARINA VICE MINISTRO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 23/12/2020

CONCLUSO IL 23/12/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06858
presentato da
MULÈ Giorgio
testo di
Martedì 22 settembre 2020, seduta n. 397

   MULÈ e ORSINI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 15 settembre 2020, alla presenza del Presidente degli Stati Uniti d'America, Donald Trump, i Governi di Israele, Emirati Arabi Uniti e del Bahrein hanno sottoscritto gli «Accordi di Abramo» dimostrando l'esistenza di un'altra via diplomatica;

   al tempo stesso l'ambasciatore Nathan Sales, capo dell'antiterrorismo al dipartimento di Stato americano, ha rivelato al mondo la presenza di depositi di armi dell'organizzazione sciita libanese filoiraniana, Hezbollah, tra cui importanti depositi di nitrato di ammonio in Francia, in Italia e in Grecia;

   la notizia appena riportata conferma la pericolosità di un'organizzazione che, ad avviso degli interroganti, ha poco di politico e molto di terroristico: Hezbollah è un'organizzazione finanziata dall'Iran e rappresenta una seria minaccia per il mondo occidentale;

   in questo quadro di insieme desta, ad avviso degli interroganti, non poche perplessità la posizione dell'Italia in politica estera, grande assente ai tavoli che contano, scalzata nel Mediterraneo, ambigua nelle alleanze internazionali, succube di Turchia e Cina;

   a tal proposito, nel mese di luglio 2020 il primo firmatario del presente atto aveva sottoscritto una «dichiarazione transatlantica» per chiedere all'Unione europea di dichiarare Hezbollah nel suo insieme quale organizzazione terroristica;

   per le ragioni sopra menzionate, il Governo italiano deve definitivamente scegliere da che parte stare, se vuole tener fede ai valori del patto Atlantico, se vuole schierarsi contro dittature e terroristi, se vuole difendere la propria integrità diplomatica o diventare «Stato cuscinetto» di potenze islamiche pronte a compiere attentati;

   l'Italia deve ritornare ad essere potenza del G7 e soprattutto rilanciare un'azione di diplomazia europea determinante ed equilibrata: è necessario ribaltare il paradigma ricostruendo alleanze atlantiche e aprendo al mondo arabo filo occidentale responsabilizzando gli attori locali, in primis Israele (proprio come fatto da Trump e richiesto dallo stesso alla Nato);

   ad avviso degli interroganti, il nuovo ordine geopolitico mediorientale disegnato da questa amministrazione americana deve imperativamente avere l'Europa tra i principali attori protagonisti visto che il dialogo tra Israele e l'area sunnita moderata (a cui nei prossimi mesi si aggiungeranno Paesi come Marocco, Sudan, Oman e ovviamente Arabia Saudita) può essere letto anche in chiave anti-terrorismo –:

   quale sia la posizione del Governo rispetto alla possibilità di includere Hezbollah nel suo insieme nella lista delle organizzazioni terroristiche dell'Unione europea;

   se il Governo intenda promuovere un'iniziativa atta a discutere l'azione di Hezbollah e in definitiva, una volta verificatene le responsabilità, finalizzata a introdurlo nella lista delle organizzazioni terroristiche dell'Unione europea.
(4-06858)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 23 dicembre 2020
nell'allegato B della seduta n. 445
4-06858
presentata da
MULÈ Giorgio

  Risposta. — Ringrazio innanzitutto gli interroganti per i quesiti che hanno posto, che mi permettono di fare chiarezza sulla posizione del Governo rispetto alle dinamiche politiche libanesi in uno dei momenti di maggiore criticità nella storia recente del Paese.
  Nella sua proiezione esterna, in particolare nel Mediterraneo, area di maggior rilievo della nostra politica estera, l'Italia continua a muoversi in piena coerenza con i tradizionali pilastri della sua azione internazionale, ovvero l'Alleanza Atlantica e l'appartenenza all'Unione europea. Lavoriamo per la stabilizzazione delle crisi regionali, per la promozione di un'agenda positiva e per lo sviluppo dei rapporti con tutti i Paesi della sponda Sud, incluso Israele, con cui condividiamo fondamentali interessi strategici.
  In Libano l'Italia ha fatto un investimento di lungo periodo, sostenendo senza riserve nel corso degli anni la stabilità, la sicurezza, l'unità, e la prosperità del Paese dei Cedri. L'impegno si è articolato: 1) nella nostra qualificata partecipazione in Unifil, in cui siamo presenti con il secondo contingente per rilevanza numerica di circa 1000 uomini, esprimiamo il
Force Commander Del Col e deteniamo il comando del «Sector West»; 2) nel sostegno alle forze armate e di sicurezza libanesi, culminato nelle due Conferenze di Roma (2014 e 2018) organizzate nell'ambito dell'International Support Group (ISG); 3) in una pluralità di iniziative di cooperazione allo sviluppo, da ultimo con i 120 milioni di euro assicurati in occasione della Conferenza Cedre di Parigi. Questo impegno è stato riaffermato anche a seguito delle esplosioni del 4 agosto, quando l'Italia ha messo in campo un ampio ventaglio di strumenti quali contributi finanziari, donazioni di materiale sanitario, dispiegamento di un ospedale da campo e di vari team di esperti. Si aggiungerà nelle prossime settimane l'invio di una task force di «United4Heritage» (i cosiddetti «caschi blu della cultura») per fornire assistenza nel restauro dei siti storici di Beirut danneggiati dall'incidente nel porto.
  Rispetto a Hezbollah, l'Italia rimane in linea con la posizione comune dell'Unione europea, che distingue nettamente tra l'ala politica del movimento, considerata legittima, e l'ala militare dell'organizzazione, oggetto di sanzioni. Dal giugno 2013, a seguito dell'attentato di Burgas in Bulgaria costato la vita a 5 cittadini israeliani, l'Unione europea ha infatti inserito, su proposta britannica, la sola componente militare di Hezbollah nella lista delle organizzazioni terroristiche.
  Anche se alcuni Paesi europei hanno successivamente deciso di estendere il regime sanzionatorio a Hezbollah nella sua interezza, superando cioè la distinzione tra ala politica e militare del movimento sciita, rimaniamo convinti che la prosecuzione dell'azione italiana – di sostegno alla stabilità e prosperità del Libano, anche in ambito Unfil, non possa prescindere da una continua e articolata interlocuzione con tutti gli attori che compongono il variegato mosaico politico-confessionale del Paese. Per quanto certamente problematica, Hezbollah è una forza politica legittimata dal voto popolare. Alle elezioni legislative del 2018 il movimento ha infatti ottenuto 13 seggi che, sommati ai 15 dell'altro partito sciita Amal, vanno a comporre uno dei principali blocchi all'interno del Parlamento libanese.
  Mantenere la distinzione tra l'ala politica e l'ala militare della formazione sciita non vuol dire astenerci dall'assumere, quando necessario, posizioni critiche nei confronti dell'operato di Hezbollah, né tanto meno implica, lo ribadisco con forza, un allentamento della vigilanza sulle attività dell'organizzazione in Italia. Anche in relazione alle recenti dichiarazioni del Coordinatore antiterrorismo degli Stati Uniti, posso assicurarvi che l'operato di Hezbollah rimane attentamente e costantemente monitorato.

La Viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale: Marina Sereni.