ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06837

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 397 del 22/09/2020
Firmatari
Primo firmatario: DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 21/09/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 21/09/2020
Stato iter:
27/12/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 27/12/2020
BONAFEDE ALFONSO MINISTRO - (GIUSTIZIA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 27/12/2020

CONCLUSO IL 27/12/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06837
presentato da
DELMASTRO DELLE VEDOVE Andrea
testo di
Martedì 22 settembre 2020, seduta n. 397

   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il venerdì 11 settembre 2020 nel carcere di Biella si è consumata l'ultima aggressione, solo in ordine di tempo, ai danni del personale del Corpo di polizia penitenziaria;

   un detenuto di origini sudamericane ha aggredito, senza nessun motivo apparente, un poliziotto penitenziario durante l'espletamento del proprio dovere;

   il poliziotto si trovava da solo sul posto di servizio ed è stato soccorso prima da un altro detenuto, che ha cercato di placare l'ira furente del recluso, e poi dai colleghi allertati subito dopo, che hanno provveduto ad accompagnarlo in ospedale, dove gli è stato diagnosticato un trauma facciale giudicato guaribile in 7 giorni;

   è da tempo che le condizioni alla casa circondariale biellese sono precarie: di 400 detenuti sarebbe la capienza massima del carcere a fronte degli attuali 500 detenuti; i livelli di sicurezza previsti sarebbero ormai ridotti al minimo dalla carenza di personale di almeno 40 unità cui si aggiunge il lavoro continuato per giorni senza un riposo adeguato;

   la sorveglianza dinamica, che prevede tra l'altro che i detenuti restino a cella aperta, non garantisce la giusta sicurezza al personale di polizia penitenziaria. I livelli di sicurezza previsti, come detto, sono ormai ridotti al minimo e del tutto, insufficienti in relazione al sovraffollamento delle carceri italiane. Inoltre, la circolare del Dap, che prevede il trasferimento del detenuto con effetto immediato in caso di aggressione, viene ripetutamente disattesa;

   data la drammatica situazione di sotto organico, il Recovery Fund potrebbe essere usato anche per assunzioni di personale utile a garantire la sicurezza nei nostri istituti penitenziari –:

   quali siano gli intendimenti del Governo in merito agli interventi da effettuare in materia carceraria nell'ambito del Recovery Fund.
(4-06837)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Domenica 27 dicembre 2020
nell'allegato B della seduta n. 446
4-06837
presentata da
DELMASTRO DELLE VEDOVE Andrea

  Risposta. — Con l'atto di sindacato ispettivo in esame, l'interrogante, partendo dal caso di un'aggressione in danno di personale della polizia penitenziaria, occorsa nel carcere di Biella, e ritenuto poter individuare tra le cause i fattori della cronica carenza dell'organico della polizia penitenziaria nonché del cosiddetto regime della sorveglianza dinamica, solleva quesiti circa gli intendimenti che si vogliono adottare, anche con riferimento all'utilizzo dei fondi provenienti dal recovery fund in tema di edilizia penitenziaria.
  Orbene, come più volte ribadito, è indubbio che l'opera della polizia penitenziaria sia di primaria importanza, per la sicurezza interna così come per quella esterna, di cui costituiscono primo baluardo, ma altresì per l'alto contributo che forniscono nell'attività di rieducazione e reinserimento dei condannati nel consorzio sociale.
  Il Ministero, pertanto, pone forte attenzione alle esigenze di garantire un efficace
turn over del personale, risultando indubbie le criticità evidenziate e derivanti da organici ridotti o comunque fortemente limitati.
  Ciò premesso, con riguardo al l'aggressione richiamata dall'interrogante ed occorsa in data 11 settembre 2020 in danno un agente del corpo della polizia penitenziaria, questa è riferibile a detenuto con evidenti problemi psichiatrici, peraltro già riconosciuto responsabile, in passato, di numerose violazioni disciplinari, alcune delle quali anche di rilevanza penale.
  L'agente aggredito è stato prontamente visitato dal medico di turno che gli ha consigliato di recarsi presso il locale nosocomio per ulteriori e più approfonditi accertamenti, all'esito dei quali sono stati riconosciuti sette giorni di prognosi per le lesioni ricevute.
  L'autore dell'aggressione, poi deferito alla locale procura della Repubblica, è stato accompagnato nell'infermeria dell'istituto al fine di certificarne l'idoneità a sostenere il regime di isolamento; nell'immediatezza del fatto, la direzione disponeva nei confronti dell'aggressore i provvedimenti previsti dall'articolo 78, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 239 del 2000 ed intraprendeva l'azione disciplinare, conclusasi in data 18 settembre con irrogazione della sanzione di 15 giorni di esclusione dalle attività in comune.
  Già in data 17 settembre 2020, su richiesta del locale provveditorato, ne veniva disposto il trasferimento presso il carcere di Vigevano, ove veniva collocato in isolamento e sottoposto a grande sorveglianza.
  Ciò riferito, quanto alle aggressioni fisiche perpetrate dai detenuti in danno al personale del corpo operante presso la casa circondariale di Biella, ne risultano 8 nel 2019, e 9 nel corrente anno.
  Sul piano generale, invece, va evidenziato come, al fine di determinare un concreto ridimensionamento, anche numerico, degli eventi critici che si verificano all'interno degli istituti penitenziari, è stata diramata la circolare 22 luglio 2020, n. 3689/6139, a firma congiunta del capo e del vice-capo Dap recante: «Aggressioni al personale – linee di intervento».
  Nello specifico, si è stabilito che nei casi di aggressioni consumate ai danni del personale che, in considerazione delle modalità di esecuzione, dell'eventuale esistenza di precedenti specifici, del comportamento complessivo del detenuto e di altri fattori valutati caso per caso, appaiano rilevanti sotto il profilo della sicurezza, la direzione dell'istituto penitenziario procederà tempestivamente a trasmettere richiesta di trasferimento al provveditorato competente, per motivi di sicurezza ai sensi dell'articolo 42 dell'ordinamento penitenziario, dei detenuti coinvolti, inoltrando, altresì, la richiesta alla direzione generale dei detenuti e del trattamento per i provvedimenti di competenza.
  La necessità di disporre il trasferimento del detenuto discende dall'esigenza di evitare problemi di incompatibilità ambientale che molto spesso rappresentano la conseguenza di gravi eventi critici.
  Inoltre, nei casi da considerarsi di particolare rilevanza, le direzioni degli istituti valuteranno di avanzare proposta di attivazione della procedura volta all'applicazione del regime di sorveglianza particolare
ex articolo 14-bis dell'ordinamento penitenziario.
  In ogni caso, anche di iniziativa, ai sensi dell'articolo 33, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 2000, n. 230, la direzione generale dei detenuti e del trattamento, ove ritenga ricorrenti i presupposti per l'attivazione della procedura in argomento, richiederà tempestivamente al direttore dell'istituto la convocazione del consiglio di disciplina in composizione integrata, affinché esprima parere nel termine di dieci giorni.
  Il regime di sorveglianza particolare, nel rispetto dei presupposti applicativi previsti dall'articolo 14-
bis, comma 1, dell'ordinamento penitenziario, è strumento che consente una ferma e decisa risposta dell'amministrazione a comportamenti spesso connotati dalla compromissione della sicurezza o dalla turbativa dell'ordine degli istituti, nonché dalla inclinazione alla violenza e alla sopraffazione nella vita penitenziaria.
  Ancora, con nota del 16 ottobre 2020, n. 365549, il capo del Dap ha nuovamente ribadito a tutti i provveditori regionali, direttori penitenziari e comandanti di reparto ad assumere ogni necessaria iniziativa a tutela dell'ordine e delle sicurezza all'interno degli istituti di pena del Paese, sensibilizzandoli ulteriormente a una scrupolosa e doverosa osservanza delle disposizioni contenute nella citata circolare.
  Tornando all'annosa problematica delle carenza di personale di polizia penitenziaria, si rappresenta che la dotazione organica complessiva, riferita a tutti i ruoli del corpo, come da ultimo rimodulata dal decreto legislativo 27 dicembre 2019, n. 172, è così riassumibile: a fronte di una dotazione organica complessiva a 41.667 unità ne risultano effettivamente presenti 37.654, con scopertura pari al 9,63 per cento.
  Con specifico riguardo all'organico della casa circondariale di Biella, risulta un contingente di 196 unità di forza amministrata a fronte delle 207 tabellarmente previste, con presenza in concreto di 187 unità, tenuto conto delle 6 unità distaccate in entrate e di 15 in uscita.
  La carenza maggiore si riferisce ai ruoli apicali e intermedi, peraltro comune alla generalità degli istituti presenti sul territorio nazionale, per via delle riduzioni di organico occorse nel tempo.
  Peraltro, per quel che concerne il ruolo dei sovrintendenti, si rappresenta che si sono recentemente concluse le procedure per il concorso interno a complessivi n. 2.851 posti per la nomina alla qualifica iniziale di vice sovrintendente del ruolo maschile e femminile del corpo, in ossequio a quanto disposto dal decreto legislativo 29 maggio 2017, n. 95, in materia di revisione dei ruoli delle forze di polizia.
  I corsi di formazione tecnico-professionale sono stati suddivisi, in relazione alla decorrenza della nomina, in tre periodi. L'avvio dell'ultimo corso è fissato per il prossimo mese di novembre.
  Relativamente alla carenza nel ruolo degli ispettori, invece, si segnala che è stato indetto un concorso interno, per titoli, a complessivi n. 691 posti (606 uomini e 85 donne) per l'accesso alla qualifica iniziale del ruolo degli ispettori del corpo; pertanto, all'esito della relativa procedura concorsuale, questa amministrazione terrà nella massima considerazione la situazione di relativa carenza di personale che connota il penitenziario di Biella, attraverso l'assegnazione di un congruo numero di unità del corpo.
  Si segnala, inoltre, che l'organico dell'istituto in argomento è stato incrementato di n. 20 unità maschili del ruolo agenti/assistenti, in occasione delle assegnazioni del 175°, 176° e 177° corso allievi agenti, avvenute nei mesi di marzo e aprile 2020.
  Si comunica, altresì, che è in via di conclusione il concorso pubblico per il reclutamento di complessivi n. 754 posti di allievo agente del corpo di polizia penitenziaria, indetto con provvedimento del direttore generale 11 febbraio 2019.
  L'assunzione avverrà entro il mese di dicembre 2020. Infine, merita rammentare che ai sensi dell'articolo 259-
bis del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, recante «Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19» convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, è stata altresì prevista l'assunzione di 650 allievi agenti del corpo di polizia penitenziaria (488 uomini e 162 donne), in via prioritaria, mediante scorrimento della graduatoria degli idonei del concorso pubblico a 302 posti, elevati a 376, di allievo agente del corpo di polizia penitenziaria maschile e femminile, indetto con provvedimento del direttore generale 11 febbraio 2019, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4a serie speciale, n. 18, del 5 marzo 2019, e, per la parte residua, mediante scorrimento della graduatoria della prova scritta del medesimo concorso.
  Ancora, risulta in fase di definizione il bando del concorso pubblico per circa 970 allievi agenti, riservato ai sensi dell'articolo 703, comma 1, lettera
d), del codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, a valere sulle cessazioni (turn over) anno 2019 e sulle assunzioni straordinarie autorizzate ai sensi dell'articolo 1, comma 236, lettera c), della legge n. 205 del 2017 e dell'articolo 1, comma 381, lettera b), della legge n. 145 del 2018.
  Inoltre, l'articolo 259 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 introduce peraltro una serie di misure in materia di procedure concorsuali per la funzionalità delle forze armate e di polizia, con la possibilità di disporre, anche in deroga alla normativa di settore, modalità semplificate di svolgimento delle procedure in considerazione della situazione di emergenza epidemiologica. La stessa norma autorizza, inoltre, il rinvio delle assunzioni previste per l'anno 2020 entro il 31 dicembre 2021.
  Infine, con riferimento alla situazione di affollamento dell'istituto biellese, si evidenzia che, alla data del 21 ottobre 2020, si registra la presenza di n. 504 detenuti, di cui 239 stranieri, rispetto a una capienza regolamentare pari a complessivi n. 393 posti disponibili, quindi con un indice percentuale medio di affollamento pari al 128,57 per cento.
  È doveroso evidenziare che nonostante l'esubero di presenze, risultano comunque rispettati i parametri minimi indicati dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, posto che tutti i detenuti risultano avere a disposizione spazi di vivibilità superiori ai 4 metri quadri.
  Infine, quanto alle risorse finanziarie destinate agli interventi di edilizia penitenziaria, queste sono considerevolmente aumentate a decorrere dall'anno 2018, grazie in particolare alla ripartizione dei fondi previsti dalle ultime leggi di bilancio finalizzati allo sviluppo infrastrutturale delle pubbliche amministrazioni, ad altre specifiche leggi di spesa, nonché attraverso la destinazione di quota parte delle risorse del fondo di giustizia.
  Complessivamente, e anche alla luce dell'ammontare delle risorse in via di assegnazione in attuazione della legge n. 160 del 2019 e della prossima legge di bilancio 2021, l'ammontare degli stanziamenti aggiuntivi di bilancio destinati ad interventi di edilizia penitenziaria, saranno pari, su base pluriennale, ad euro 671.981.033.
  Il quadro così rappresentato non tiene conto delle ulteriori risorse che saranno rese disponibili in attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del
Recovery Fund, ancora non precisate nel loro esatto ammontare.
Il Ministro della giustizia: Alfonso Bonafede.