ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06786

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 395 del 09/09/2020
Firmatari
Primo firmatario: GIANNONE VERONICA
Gruppo: MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-CAMBIAMO!-ALLEANZA DI CENTRO
Data firma: 09/09/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 09/09/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06786
presentato da
GIANNONE Veronica
testo di
Mercoledì 9 settembre 2020, seduta n. 395

   GIANNONE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   l'agenzia di stampa Dire ha riportato la vicenda di una mamma M. che dopo aver denunciato l'ex e padre di sua figlia per condotte pericolose, è stata allontanata dal tribunale ordinario di Imperia dalla sua bambina, nonostante la piena responsabilità genitoriale. La minore di 8 anni si trova da 10 mesi in una comunità per minori, si legge, senza valida motivazione;

   nel racconto-denuncia fatto alla Dire dal legale della donna, «tutto si basa sui ricorsi e denunce strumentali dell'ex compagno, riaperte e sostenute dalle relazioni dei servizi sociali e da una Ctu tardiva e irregolare, che si è espressa il 1o aprile 2019, che segnalano un non meglio dimostrato “fallimento” del programma di riavvicinamento al padre a causa del perdurante conflitto e della scarsa collaborazione ed oppositività di una madre diffidente ed ostativa»;

   «La bambina, continua il legale, mai ascoltata da alcuno, esprime in ogni modo ed occasione (...) il suo diniego ad avere incontri e rapporti con il padre (ricordiamo l'ordine di allontanamento e protezione comminatogli). Malgrado ciò la mia assistita ha sempre portato la bimba agli incontri protetti»;

   «negli anni di convivenza – ricorda mamma M. alla Dire – ho proposto di tutto per tentare di normalizzare la situazione familiare e coinvolgerlo finalmente nel suo ruolo, anche una terapia di coppia, tutto vano; (...) ad un certo punto mi sono trovata costretta a riprendere contatti di lavoro fuori zona, e lì è scattata l'aggressività (...). Siamo cadute in un incubo perdurante da 3 anni e mezzo, un tunnel senza fondo di una serie interminabile di udienze, istanze, ricorsi, denunce, interrogatori, colloqui, visite, dall'esito ognuno peggiore dei precedenti; solo incontri protetti, ne abbiamo subiti almeno 120. (...)»;

   «per i servizi sociali, che non hanno mai compiuto una seria valutazione situazionale né hanno mai stilato un progetto, apparentemente va tutto bene e benché non si vogliano direttamente esprimere sull'affidamento, come vorrebbe il giudice che li spinge ripetutamente a ciò, non permettono il rientro della minore nella casa natale, senza però assumere una posizione precisa»;

   «siamo pronte – annuncia il legale – a fare l'ennesimo, ricorso, anche se finora ogni atto della difesa è stato ignorato o respinto. Stiamo inoltre valutando (...) anche un esposto all'ordine degli assistenti sociali e degli psicologi per segnalare i comportamenti in violazione delle rispettive norme e prassi deontologiche e, il conflitto di interessi delle varie operatrici incaricate, che oltretutto compaiono come testimoni (...) nei procedimenti incardinati dall'ex convivente contro la mia assistita, che avanzano tra irregolarità con fasi “a sorpresa” (...) dopo lunghi periodi di “blocco”, riattivandosi all'occorrenza nelle fasi di impasse della causa civile per l'affidamento, (mascherata da procedimento di separazione). Tutte attività caratterizzate da rimandi, sparizioni di notifiche e fascicoli, gestiti dai medesimi soggetti (stesso magistrato e un ispettore che assumono su di sé tutte le decisioni e le indagini), con esiti sempre a sfavore della madre, vittima che diviene addirittura indagata per accuse false ed infondate»;

   oltre a questo va aggiunto il dato per cui si assiste alla messa in discussione unicamente della responsabilità genitoriale della mamma, questione che doveva essere oggetto di apposito procedimento presso altre sedi;

   è bene ricordare, si legge, che in alcune relazioni scritte dai servizi sociali vengono riportati diversi episodi che descrivono l'inadeguatezza del padre, dove dichiara di voler rinunciare alla figlia, definendola «danneggiata», ed anche i comportamenti irresponsabili e aggressivi, scatti d'ira, urla, mortificazioni e minacce verso la bambina, emersi anche durante gli incontri protetti –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti di cui in premessa e se non intenda valutare la sussistenza dei presupposti per l'avvio di iniziative ispettive presso il tribunale di cui in premessa.
(4-06786)