ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06743

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 394 del 08/09/2020
Firmatari
Primo firmatario: BELLUCCI MARIA TERESA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 08/09/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GEMMATO MARCELLO FRATELLI D'ITALIA 08/09/2020
RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA 08/09/2020
MOLLICONE FEDERICO FRATELLI D'ITALIA 08/09/2020
DEIDDA SALVATORE FRATELLI D'ITALIA 08/09/2020
FERRO WANDA FRATELLI D'ITALIA 08/09/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 08/09/2020
Stato iter:
22/09/2020
Fasi iter:

RITIRATO IL 22/09/2020

CONCLUSO IL 22/09/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06743
presentato da
BELLUCCI Maria Teresa
testo di
Martedì 8 settembre 2020, seduta n. 394

   BELLUCCI, GEMMATO, RAMPELLI, MOLLICONE, DEIDDA e FERRO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   in linea con quella che gli interroganti giudicano la politica degli annunci a cui questo Governo ha abituato i cittadini, il Ministro interrogato con un tweet, rapido e sintetico, senza bisogno di argomentare la nuova decisione, ha annunciato la pubblicazione delle nuove linee guida sull'aborto farmacologico, che annullano l'obbligo di ricovero dall'assunzione della pillola Ru486 fino alla fine del percorso assistenziale e allungano il periodo in cui si può ricorrere al farmaco fino alla nona settimana di gravidanza;

   in particolare, nella circolare ministeriale del 12 agosto 2020 si legge: «tenuto conto della raccomandazione formulata dall'organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in ordine alla somministrazione di mifepristone e misoprostolo per la donna fino alla 9° settimana di gestazione, delle più aggiornate evidenze scientifiche sull'uso di tali farmaci, nonché del ricorso nella gran parte degli altri Paesi Europei al metodo farmacologico di interruzione della gravidanza in regime di day hospital e ambulatoriale, la scrivente Direzione generale ha predisposto le Linee di indirizzo sulla interruzione volontaria di gravidanza con mifepristone e prostaglandine»;

   le nuove linee guida, di cui, peraltro, non sembra esserci evidenza sul sito del Ministero della salute, raccomandano l'aborto farmacologico in day hospital, ma, di fatto, dal testo si evincerebbe qualcosa di diverso e più grave: la donna potrà abortire a casa, o comunque al di fuori di una struttura sanitaria, con tutto quello che ne consegue, sia in termini di sicurezza sanitaria per la donna stessa, sia in termini di visione culturale e valoriale;

   con le nuove indicazioni ministeriali, l'aborto farmacologico diventa un esclusivo problema della donna, che intaccherebbe il Servizio sanitario nazionale solo se la situazione precipita dal punto di vista clinico: le due pillole usate per interrompere la gravidanza in atto, la prima per far morire l'embrione, la seconda dopo due giorni per indurre le contrazioni espulsive, potranno essere, infatti, somministrate senza ricorrere al ricovero ospedaliero, ritenuto necessario finora da tre precedenti pareri del Consiglio superiore di sanità (2004, 2005 e 2010);

   l'ultimo diverso parere avrebbe, invece, dato via libera al day hospital e alla somministrazione anche in ambulatori e consultori;

   la previsione dell'utilizzo della pillola abortiva Ru486 senza alcun ricovero obbligatorio e l'allungamento del periodo di somministrazione, oltre ad essere pericoloso e irresponsabile, a parere della interrogante, apre sempre di più la strada a un sistema di interruzione della gravidanza «fai da te», contravvenendo a uno dei principi della legge n. 194 del 1978, qual è la tutela della salute delle donne;

   introdurre, sostenere e diffondere la RU486 significa promuovere una procedura che lascia sola la donna costringendola ad affrontare un evento doloroso, dal punto di vista sia fisico che psicologico, senza ricevere il doveroso aiuto e supporto da parte delle istituzioni, incentivando l'idea della estraneità della società dal dramma dell'aborto;

   come denunciato da Massimo Gandolfini, leader del Family Day, «Assumere la Ru486 senza ricovero è un attentato alla vita e alla salute della donna, alla quale viene indicata una soluzione che banalizza l'aborto e che la lascia sempre più sola in una decisione drammatica. Facilitare e promuovere l'aborto fai da te significa infatti allontanare le ragazze che stanno vivendo una gravidanza difficile dai consultori e dai Centri di Aiuto alla Vita, dove possono ricevere sicuramente un sostegno concreto per poter scegliere per la vita e non per la morte» –:

   sulla base di quali evidenze scientifiche siano state emanate le linee guida di cui in premessa e se non ritenga che le stesse contravvengano al diritto alla salute e alla scelta consapevole delle donne, garantito dalla legge n. 194 del 1978.
(4-06743)