ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06727

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 392 del 03/09/2020
Firmatari
Primo firmatario: CIRIELLI EDMONDO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 03/09/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 03/09/2020
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 03/09/2020
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 09/09/2020
Stato iter:
04/12/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 04/12/2020
SCALFAROTTO IVAN SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 04/12/2020

CONCLUSO IL 04/12/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06727
presentato da
CIRIELLI Edmondo
testo di
Giovedì 3 settembre 2020, seduta n. 392

   CIRIELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   organi di stampa nazionali e internazionali, tra cui il «The Telegraph», riportano la notizia che il Governo turco, guidato dal presidente Erdogan, avrebbe concesso la cittadinanza a taluni agenti di Hamas;

   si tratterebbe di persone che erano detenute in carcere in Israele per gravi reati e che farebbero parte dei prigionieri palestinesi che vennero liberati in cambio della libertà del soldato israeliano Gilad Shalit nel 2011;

   il «The Telegraph» dichiarerebbe di essere in possesso della documentazione comprovante il rilascio di carte di identità e passaporti turchi nei confronti di «senior members» di Hamas, mentre altri sarebbero in attesa di riceverli;

   l'accordo tra la Turchia e Hamas sarebbe scaturito da una serie di incontri avvenuti durante il mese di agosto e, in particolare, in data 22 agosto 2020 il Governo turco avrebbe incontrato una delegazione di Hamas, guidata dal capo politico Ismail Haniyeh e tra i componenti sarebbe stato presente anche Saleh al-Arouri, vice capo di Hamas, inserito dagli Stati Uniti nella lista dei terroristi;

   siffatta vicenda comproverebbe ulteriormente il sostegno del Governo turco, a guida Erdogan, nei confronti di Hamas, organizzazione palestinese considerata di matrice terroristica dall'Unione europea e dagli Stati Uniti e che, invece, viene ritenuta legittima dalla Turchia;

   le azioni descritte, unitamente ad altre che il Governo di Erdogan sta promuovendo, preoccupano il mondo occidentale, poiché destabilizzano e cancellano quell'impronta laica che nel tempo la Turchia aveva assunto, anche in vista della sua adesione all'Unione europea;

   negli ultimi anni è divenuta lampante la volontà di Erdogan di attestarsi non solo quale presidente della Repubblica turca, ma altresì quale leader della fratellanza mussulmana espandendo rapidamente e concretamente il suo progetto di islamizzazione della società turca;

   del resto, già nel mese di dicembre 2019, il «The Telegraph» rivelò che la Turchia ospiterebbe da tempo cellule del movimento di Hamas, permettendo loro di pianificare attacchi terroristici da Istanbul contro Israele, compreso un complotto contro il sindaco di Gerusalemme;

   quella di Erdogan sarebbe di tutta evidenza una politica rivolta al radicalismo ed estremismo islamico che ha effetti dirompenti sia all'interno del Paese turco, calpestando i più basilari e fondamentali diritti politici e civili dei cittadini, sia all'esterno, veicolando azioni in grado di destabilizzare la pace internazionale e fomentare il terrorismo;

   basti ricordare, tra l'altro, quanto accaduto in relazione alla storica ex basilica cristiana, già museo di Santa Sofia che di recente, per scelta di Erdogan, è stata riconvertita in moschea cristallizzando quella politica panislamica tanto invocata dal Capo di Stato;

   se quanto riferito dal «The Telegraph» venisse confermato ci si troverebbe di fronte ad un Governo, quello turco, in grado di ostacolare e danneggiare le politiche di contrasto che la coalizione internazionale, Stati Uniti e Unione europea, ha compiuto contro le organizzazioni terroristiche e, in particolare, nei confronti di Hamas;

   la cittadinanza turca che sarebbe stata concessa a più componenti di Hamas consentirebbe agli stessi di dirigersi liberamente in molti Paesi, in alcuni anche senza la necessità del visto, celandosi dietro false identità idonee per non essere correttamente identificati dalle autorità preposte dei Paesi esteri;

   tali circostanze consentiranno ad Hamas di espandere con maggiore facilità le sue manovre terroristiche, incrementando la propria rete con gravi conseguenze per la sicurezza interna dei Paesi, in articolare dell'Italia –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, considerata la gravità degli stessi, quali urgenti iniziative di competenza intenda intraprendere per contrastare nelle sedi opportune le azioni del Governo di Erdogan in favore di Hamas e intensificare la sicurezza della nostra Nazione anche incrementando i controlli frontalieri nei confronti di cittadini turchi o comunque in possesso di passaporto turco.
(4-06727)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 4 dicembre 2020
nell'allegato B della seduta n. 439
4-06727
presentata da
CIRIELLI Edmondo

  Risposta. — La vicenda della concessione da parte delle autorità turche della cittadinanza ad alcuni esponenti di Hamas è nota al Governo italiano, che ne segue gli sviluppi anche al fine di prevenire l'eventuale infiltrazione di individui che possano rappresentare un rischio per la sicurezza nazionale. Appare opportuno ricordare che la determinazione dei criteri relativi alla concessione della cittadinanza rientra nella sfera di competenze dello Stato (in questo caso, turco); mentre la materia della liberalizzazione dei visti ricade nell'ambito dei rapporti tra Unione europea e Turchia. Più specificamente, l'Unione europea ha avviato nel 2013 un dialogo sulla liberalizzazione dei visti di entrata per i cittadini turchi, basato su una «roadmap» che stabilisce alcuni requisiti che la Turchia deve soddisfare per consentire ai propri cittadini di viaggiare senza visto per soggiorni brevi. I negoziati si erano intensificati in seguito alla dichiarazione sulla cooperazione migratoria Unione europea-Turchia del 18 marzo 2016. Ma, ad oggi, il processo ha subìto un rallentamento e resta condizionato al rispetto da parte turca di tutti i parametri relativi all'adeguamento normativo e alla corretta applicazione delle procedure, nonché agli sviluppi nel Mediterraneo orientale.
  Il tema della protezione delle frontiere italiane riveste carattere prioritario per il Ministero degli esteri e della cooperazione internazionale, che agisce in costante raccordo con il competente Ministero dell'interno. Il Governo italiano continuerà a monitorare con particolare attenzione l'evoluzione della situazione e a vegliare affinché sia tutelata la sicurezza nazionale, operando tanto sul piano bilaterale, quanto a livello di Unione europea, in stretto coordinamento con i
partner europei.
  

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale: Ivan Scalfarotto.