ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06573

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 387 del 05/08/2020
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 5/03402
Firmatari
Primo firmatario: DE MARIA ANDREA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 05/08/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 05/08/2020
Stato iter:
04/12/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 04/12/2020
BUFFAGNI STEFANO VICE MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 04/12/2020

CONCLUSO IL 04/12/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06573
presentato da
DE MARIA Andrea
testo di
Mercoledì 5 agosto 2020, seduta n. 387

   DE MARIA. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   da organi di stampa si apprende che l'azienda Poste italiane sta per avviare un progetto di rimodulazione della sua presenza in città ad alta densità abitativa;

   all'interno di questo progetto si apprende la decisione della probabile chiusura dell'ufficio postale di via dell'Industria 13 a Bologna;

   i servizi di prossimità, quali uffici postali, rappresentano un aspetto fondamentale per la qualità della vita nelle comunità locali, poiché svolgono anche una funzione di presidio;

   l'eventualità di questa chiusura provocherebbe disagi molto elevati per i residenti della zona, in particolare per le persone più anziane;

   gli uffici postali che resterebbero in servizio sono distanti e non facilmente raggiungibili dagli utenti di via dell'Industria 13;

   l'area che fa riferimento all'ufficio postale di via dell'Industria 13 è anche caratterizzata da una forte presenza di attività industriali, commerciali e del terziario;

   alcuni cittadini della zona hanno attivato una raccolta di firme contro il progetto di chiusura che sta raccogliendo numerose adesioni proprio a dimostrazione di quanto l'ufficio postale sia considerato punto di riferimento e parte integrante della vita quotidiana nel territorio –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;

   quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, al fine di garantire il servizio postale agli utenti di quel territorio.
(4-06573)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 4 dicembre 2020
nell'allegato B della seduta n. 439
4-06573
presentata da
DE MARIA Andrea

  Risposta. — Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo in esame, sentita la direzione generale competente del Ministero dello sviluppo economico, si rappresenta quanto segue.
  In via preliminare, si ricorda che il decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito con legge 22 dicembre 2011, n. 214, ha disposto il trasferimento all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) delle funzioni in materia di regolazione e vigilanza del settore postale, svolte precedentemente dal Ministero dello sviluppo economico. Spetta, dunque, all'Agcom la «adozione di provvedimenti regolatori in materia di qualità e caratteristiche del servizio postale universale» prevista dall'articolo 2, comma 4, del decreto legislativo 22 luglio 1999, n. 261.
  Ciò premesso, con specifico riferimento alle criticità derivanti da chiusure di uffici postali in esito al piano di razionalizzazione dei servizi avviato da Poste Italiane, si evidenzia che Agcom ha regolamentato espressamente la presenza di Poste Italiane sul territorio nazionale con la delibera n. 342/14/CONS. la quale ha integrato le disposizioni del decreto ministeriale 7 ottobre 2008, con la finalità di tutelare le realtà minori e disagiate quali i piccoli comuni, le aree montane e rurali e le isole minori.
  A tal riguardo, si segnala che Poste Italiane, in più occasioni, ha ribadito l'impegno verso i piccoli comuni a mantenere la presenza dei propri uffici. Da ultimo, tale impegno è stato ribadito durante l'evento «Sindaci d'Italia», tenutosi il 28 ottobre 2019 alla presenza degli amministratori locali e delle istituzioni centrali dello Stato.
  In tale occasione, Poste italiane ha rimarcato la scelta di non procedere alla chiusura degli uffici postali nei comuni con meno di 5.000 abitanti, in discontinuità con il precedente orientamento. La Società ha, inoltre, sottolineato che in esito agli impegni assunti, in molti piccoli comuni sono state abbattute le barriere architettoniche, esteso il servizio di
wi-fi gratuito ed installati nuovi sportelli automatici Atm.
  Poste Italiane ha evidenziato di essere tenuta comunque ad adottare interventi di adeguamento dell'offerta all'effettiva domanda di servizio postale universale da parte della clientela, nel rispetto dei criteri di distribuzione degli uffici postali sul territorio per la fornitura del servizio postale universale, di cui al citato decreto 7 ottobre 2008 e alle delibere dell'Agcom in materia.
  D'altro canto la società ha rilevato che, nell'ottica di una maggiore prossimità ai cittadini, è impegnata ad ampliare i canali di offerta dei propri servizi, anche grazie ad accordi che prevedono l'utilizzo di reti terze (come ad esempio i tabaccai). Tra l'altro, Poste Italiane ha anche riferito che il piano di rimodulazione investe solo alcuni uffici postali collocati nelle grandi aree urbane. I criteri di chiusura degli uffici postali sarebbero, peraltro molto stringenti: riguardano solo città con numero di abitanti superiore a centomila, uffici postali con esiguo numero di operazioni giornaliere, seguono l'adeguamento ai processi di trasformazione urbana e prevedono il confronto preventivo con le autorità comunali competenti.
  Quest'ultimo aspetto è di fondamentale importanza, posto che nessun ufficio postale potrà essere chiuso senza una preventiva condivisione con le competenti autorità comunali, al fine di garantire la capillarità della rete, da un lato, e l'efficienza degli investimenti territoriali effettuati, dall'altro.
  Tali iniziative riguardano anche la città di Bologna. In proposito, si osserva che il 18 ottobre 2019 i rappresentanti di Poste Italiane hanno incontrato il sindaco unitamente a due assessori della città, i quali hanno preso atto del progetto e delle posizioni rappresentate da Poste Italiane al fine di delineare la presenza degli uffici postali sul territorio comunale.
  Con specifico riferimento all'ufficio postale di via dell'industria 13, menzionato dall'interrogante, la società ha riferito che la decisione di procedere al relativo intervento di razionalizzazione scaturirebbe, invero, dalla valutazione dell'esiguità dei flussi di traffico, del ridotto numero di operazioni effettuate, nonché dalla presenza, in posizione limitrofa, di uffici in grado di assorbirne l'operatività, senza aggravio.
  Nel comune di Bologna, si passerebbe così a 36 uffici postali: 28 con orario mono-turno e 8 con orario a doppio turno. Inoltre, 28 uffici postali sono dotati di strumenti di gestione delle attese, 35 sono dotati di Atm e 34 di servizio
wi-fi.
  Infine, Poste italiane informa che, nel rispetto della citata delibera dell'Agcom 342/14/CONS, in data 2 dicembre 2019, è stata inviata alle autorità locali comunicazione formale di chiusura dell'ufficio postale in parola, con il preavviso richiesto di 60 giorni. Inoltre, in data 7 gennaio 2020 ai sensi della delibera Agcom 385/13/CONS, sono stati regolarmente affissi gli avvisi al pubblico con il previsto preavviso di 30 giorni, riportanti l'indicazione della data del 10 febbraio 2020 quale data di chiusura e la contestuale indicazione degli uffici postali limitrofi ai quali rivolgersi. Per ogni ufficio postale chiuso, infatti, la clientela ha a disposizione almeno altri due uffici postali limitrofi, aperti 6 giorni alla settimana e dotati di Atm.
  In conclusione, dunque, quello in corso rappresenterebbe un articolato progetto di razionalizzazione organizzativa, innovazione tecnologica ed ammodernamento della rete postale, che comporta la chiusura e la ricollocazione di taluni uffici in zone a maggiore richiesta di servizi, al fine di adeguare i livelli di servizio alle mutate esigenze degli utenti nonché a garantire un servizio postale maggiormente efficiente. Il Ministero dello sviluppo economico, nei limiti delle proprie specifiche competenze in materia, monitorerà affinché gli obiettivi di miglioramento del servizio da parte di Poste italiane, come auspicati dalla medesima azienda, siano raggiunti, prestando, comunque, il dovuto riguardo così che si possano evitare eventuali disagi ai clienti, compresi quelli della città di Bologna.

Il Viceministro dello sviluppo economico: Stefano Buffagni.