ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06522

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 384 del 31/07/2020
Firmatari
Primo firmatario: CIABURRO MONICA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 31/07/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DEIDDA SALVATORE FRATELLI D'ITALIA 31/07/2020
CARETTA MARIA CRISTINA FRATELLI D'ITALIA 31/07/2020
BUTTI ALESSIO FRATELLI D'ITALIA 31/07/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 31/07/2020
Stato iter:
27/12/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 27/12/2020
MANZELLA GIAN PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 27/12/2020

CONCLUSO IL 27/12/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06522
presentato da
CIABURRO Monica
testo di
Venerdì 31 luglio 2020, seduta n. 384

   CIABURRO, DEIDDA, CARETTA e BUTTI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   in Italia sono oltre 1.200 i comuni nei quali si registrano difficoltà nella ricezione di segnale di rete, e dove, con almeno uno o più operatori effettuare telefonate, inviare messaggi di testo o connettersi ad internet mediante uno smartphone risulta difficoltoso se non impossibile;

   le misure di contenimento dell'emergenza da COVID-19 predisposte dal Governo hanno messo in luce tutte le inadeguatezze delle infrastrutture di rete digitale sul territorio nazionale, con interi territori rimasti impossibilitati dall'usufruire dei vari servizi messi a disposizione della cittadinanza in forma digitale;

   sono circa 3 milioni gli studenti tra i 6 ed i 17 anni che, per carenza di strumenti informatici in famiglia o per inadeguatezze infrastrutturali, sono stati esclusi dalla didattica a distanza; il 13 per cento degli studenti italiani non ha potuto usufruire della didattica a distanza;

   sono numerosi i comuni dove la velocità di connessione alla rete internet è totalmente inadeguata per far fronte alle sopravvenute necessità di connettività e di lavoro da remoto, o di banale accesso a moderni servizi per privati o della pubblica amministrazione;

   nonostante i vari obblighi di adozione ed utilizzo di strumenti digitali a carico di enti pubblici, imprese, artigiani e cittadini, solo il 40 per cento delle imprese italiane, secondo l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), può contare su una connessione a banda ultralarga stabilmente utilizzata;

   nel 2015 il Governo ha predisposto il piano banda ultra larga (Bul) per colmare il divario digitale che divide le aree periferiche da quelle centrali in tutta Italia, ma ad oggi, nel 2020, la presente situazione di divario digitale persiste, colpendo in modo determinante più di 1.000 comuni italiani;

   nel solo Piemonte sono tuttavia 8 i comuni che si sono trovati esclusi dal piano nazionale Bul: Argentera, Bruino, Castelspina, Moiola, Molino dei Torti, Pietraporzio, Sambuco e Susa;

   secondo comunicazioni della regione Piemonte e Infratel, sulla base della revisione del programma Bul, recentemente redatta da OpenFiber, risulterebbe infatti che i predetti comuni siano stati esclusi in quanto «si è rivelato che la copertura dei privati nelle aree più densamente abitate superi il 95 per cento delle unità immobiliari in tali aree»;

   come evidenziato dall'Unione nazionale comuni comunità enti montani (Uncem), la situazione descritta non corrisponde alla realtà, trattandosi anzi di aree particolarmente afflitte dal fenomeno del cosiddetto digital divide;

   la motivazione dell'esclusione è da ricondursi al fatto che tali aree siano considerate coperte da privati anche quando questi non hanno portato a termine la costruzione di alcuna infrastruttura di rete, con il risultato che questi comuni si trovano esclusi sia dalla copertura richiesta dal piano Bul che da quella che dovrebbe essere garantita dai privati;

   secondo il rapporto sullo stato di avanzamento del Piano Bul redatto dal Comitato Bul, in Italia sarebbero, ad oggi, 293 i comuni esclusi, poiché già coperti, numero che include anche i predetti casi –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative, se del caso, intenda predisporre per:

    a) utilizzare il Piano Bul per raggiungere con tempi certi tutte le abitazioni sul territorio nazionale, inclusi i rifugi alpini, attraverso segnali su fibra o wireless entro il 2022;

    b) fornire il numero di comuni esclusi per motivazioni analoghe a quelle già esposte in premessa e favorire tutte le iniziative utili a garantire la totale copertura in termini di infrastrutture di rete, anche in quelle aree teoricamente coperte da operatori privati, in tempo utile;

    c) fornire tutti i dettagli relativi alle tempistiche di attuazione del Piano Bul, della costruzione delle infrastrutture di rete a banda larga ed, in generale, per garantire una piena attuazione del Piano entro il 2023, con misure sanzionatorie verso gli operatori inadempienti.
(4-06522)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Domenica 27 dicembre 2020
nell'allegato B della seduta n. 446
4-06522
presentata da
CIABURRO Monica

  Risposta. — Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo in esame, sentita la direzione generale competente del Ministero dello sviluppo economico, si rappresenta quanto segue.
  Gli interroganti fanno riferimento alle inadeguatezze delle infrastrutture di rete digitale sul territorio nazionale e all'utilizzo del piano banda ultralarga al fine di colmare i divari ancora esistenti in alcune aree del Paese.
  A riguardo, occorre premettere che le criticità di ricezione del segnale di rete sono indubbiamente più estese in quei territori morfologicamente svantaggiati, come i comuni montani, dove sono ubicati i rifugi alpini.
  L'autorità per le garanzie nelle comunicazioni, sentita sul punto, ha riferito di essersi attivata nei confronti degli operatori di telefonia mobile sin dal luglio 2018, inoltrando agli stessi le segnalazioni dell'unione nazionale comuni, comunità ed enti montani (Uncem). L'analisi effettuata – in effetti – ha mostrato, in ragione della morfologia e scarsa densità abitativa di tali aree, un'inferiore copertura del territorio nei piccoli comuni,
in primis, montani, compresa tra il 77 e l'80 per cento circa, sebbene la copertura della popolazione risulti mediamente del 97-98 per cento. Un fattivo riscontro è stato fornito a Uncem a fine 2019, in relazione a segnalazioni che hanno interessato 531 comuni, di cui 498 sotto i 20.000 abitanti. A tale riguardo, l'autorità ha avviato uno specifico focus richiedendo agli operatori mobili dati aggiornati sulla copertura dei comuni più critici in termini di connettività e sui siti pianificati.
  In particolare, con delibera n. 231/18/CONS, l'Agcom ha inteso indirizzare la copertura con servizi mobili in tecnologia 5G verso una serie di aree a cosiddetto
deep digital divide, ovvero generalmente prive di servizi di comunicazione a larga banda e contemporaneamente prive di copertura mobile con tecnologie di tipo 4G. A tal fine, gli aggiudicatari delle licenze per l'utilizzo delle suddette frequenze devono includere, all'interno della popolazione coperta nell'ambito degli obblighi connessi alle licenze, almeno il 90 per cento della popolazione che risiede in ciascuno degli specifici comuni identificati sulla base di un'analisi condotta mediante l'impiego della broadband map realizzata dall'autorità. Tra i 120 comuni individuati, circa 30 sono in Piemonte e, tra questi, risulta anche il comune di Sambuco.
  La medesima delibera Agcom prevede, inoltre, obblighi di copertura in capo agli aggiudicatari dei diritti d'uso nella banda 3600-3800 MHz, garantendo la fornitura dei servizi ai richiedenti che risiedono in aree anche remote o disagiate, non ancora raggiunte dalla copertura BUL.
  Con riferimento, in particolare, al
digital divide, le aree del territorio nazionale non raggiunte neanche dalla banda larga, Adsl o Fwa, in termini di indirizzi civici, hanno un'incidenza prossima all'1,5 per cento. A tale riguardo, l'Agcom ha realizzato un censimento dei comuni italiani interessati dai suddetti indirizzi senza banda larga mettendolo a disposizioni delle istituzioni governative che stanno valutando azioni per contribuire a colmare tale divario. Si rappresenta, inoltre, che nell'ambito del progetto Bul, anche per raggiungere con tempi certi tutte le abitazioni sul territorio nazionale, la scelta tecnologica adottata in sede di offerta tecnica per talune aree del territorio prevede tecnologie wireless Fwa, che coprono circa il 20 per cento dell'intero piano tecnico.
  Gli interroganti hanno, comunque, evidenziato una fragilità nello sviluppo delle infrastrutture di rete digitale che tocca alcune aree considerate coperte da operatori privati, pur non avendo questi portato a termine la costruzione di alcuna infrastruttura di rete, con il risultato che i comuni coinvolti si trovano esclusi anche dalla copertura del piano Bul.
  A tal proposito, occorre rilevare che la società Infratel Italia, soggetto attuatore del piano Bul, aggiorna periodicamente la mappatura delle aree cosiddette «bianche» – ossia quelle dove non arriva l'intervento privato – proprio al fine di tarare l'intervento pubblico, focalizzandolo di volta in volta ove si rende necessario.
  Sentita riguardo alle criticità espresse, Infratel Italia ha riferito che tutti i comuni richiamati dagli interroganti non sono più oggetto di intervento pubblico a banda ultralarga, in quanto alcuni operatori hanno dichiarato copertura con interventi privati per oltre il 95 per cento dei civici comunali.
  Tuttavia, in riscontro a tale dichiarazione, nella consultazione completata a luglio 2020 da Infratel, risulterebbe che in alcuni dei suddetti comuni piemontesi – Molino dei Torti (Alessandria), Argentera, Moiola, Pietra Porzio e Sambuco (Cuneo) – quanto dichiarato dagli operatori non sia stato realizzato nel corso del 2019 e che gli stessi comuni non siano interessati da interventi privati entro la fine del 2020. Alla luce di ciò, si potrà procedere, per i comuni indicati, alla revisione del piano Bul e alla loro integrazione.
  Come giustamente evidenziato dagli interroganti, la necessità di copertura in banda ultralarga in tutto il territorio nazionale è diventata ancor più evidente, a seguito dell'emergenza Covid-19 e delle misure restrittive che l'intera popolazione ha dovuto affrontare prima con il
lockdown e per fronteggiare la seconda ondata della pandemia.
  Misure di isolamento che hanno portato, tra l'altro, a un balzo immediato dello
smart working e della didattica a distanza, rendendo essenziali gli interventi infrastrutturali volti a rendere il Paese resiliente a emergenze come quella attuale, nei suoi settori più strategici.
  In tale direzione, proprio al fine di assecondare lo sviluppo e la diffusione della banda ultralarga, si evidenzia che in ambito CoBul, si è dato il via libera a una rimodulazione del piano Bul per favorire la connettività di imprese, famiglie e scuole, in considerazione del fatto che i collegamenti internet a banda ultralarga costituiscano il presupposto per l'esercizio di diritti essenziali, costituzionalmente garantiti, come i diritti allo studio e al lavoro.
  In particolare, il piano di incentivi per la domanda (Piano
Voucher), approvato il 5 maggio 2020, prevede un totale di 1.146 milioni di euro per consentire a famiglie (546 milioni) e imprese (600 milioni) di beneficiare di un contributo per l'acquisto di servizi di connettività. Per le famiglie meno abbienti (reddito Isee inferiore ai 20.000 euro), il contributo è di 500 euro, oltre alla connettività è infatti previsto un Tablet o PC. Si stima che ne potranno beneficiare a livello nazionale oltre 2 milioni di famiglie (circa il 16 per cento delle famiglie in Italia). La Commissione europea ha autorizzato in data 4 agosto 2020 l'intervento per le famiglie meno abbienti e i decreti del Ministro dello sviluppo economico recanti rispettivamente «Piano voucher sulle famiglie a basso reddito» e «Piano Scuola» – firmati in data 7 agosto 2020 – sono stati pubblicati entrambi sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 243 del 1° ottobre 2020, in seguito alla loro avvenuta registrazione da parte dell'organo controllante (Corte dei conti).
  Sin dalla data del 7 agosto 2020, il Ministero dello sviluppo economico si è attivato per la realizzazione dei piani in parola, in cooperazione con la società Infratel Italia. Dal 9 novembre 2020 sono disponibili le diverse offerte messe a disposizione dagli operatori di telecomunicazione e i consumatori possono riscattare i
voucher. Nei prossimi mesi i voucher per la connettività saranno estesi alle famiglie con Isee fino a 50.000 euro e alle micro, piccole e medie imprese.
  Oltre al Piano
voucher, nel contesto emergenziale attuale, altri incentivi e agevolazioni sono stati destinati a cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni per sostenere esigenze specifiche, quali la mobilità sostenibile e la didattica a distanza.
  In considerazione delle risorse disponibili, alcune regioni hanno stabilito – nell'adozione di tale misura – di dare priorità all'abbattimento del
digital divide nelle zone rurali e montane, limitando l'erogazione dei voucher ai soli comuni montani o ad aree interne caratterizzate da una bassa densità di abbonamenti ai servizi di connettività e di digitalizzazione.
  Riguardo alla trasparenza sullo stato di avanzamento del piano Bul, da giugno 2020 il Ministero dello sviluppo economico ed Infratel Italia hanno reso operativa una piattaforma
online completamente rinnovata (http://bandaultralarga.italia.it), attraverso la quale è possibile verificare in tempo reale lo stato di avanzamento dei cantieri e consultare tutta la documentazione relativa al piano Bul, in un'ottica di piena trasparenza e apertura nei confronti dei cittadini e delle tante comunità locali coinvolte nel progetto. Dal 15 novembre 2020, la mappa interattiva consente di visualizzare le sezioni sub-comunali delle città italiane più grandi, per una precisa individuazione delle aree interessate dall'intervento pubblico e i tracciati, la posizione delle tratte fibra e le unità immobiliari da collegare, per i comuni con progetto esecutivo consegnato al concessionario. Per verificare l'evolversi del Piano Bul, è online una sezione del sito dedicata, in cui sono illustrati i risultati conseguiti e gli obiettivi di completamento del piano. Sul sito Bul è anche disponibile la relazione mensile sullo stato di avanzamento del piano Bul. Attraverso la nuova pagina web l'utente ha la possibilità di effettuare una ricerca sulla copertura dei servizi a banda ultra larga per ciascun numero civico, attuando così un controllo diffuso e capillare sull'azione del concessionario e del concedente.
  In conclusione, rappresento che il Ministero dello sviluppo economico continuerà a vigilare sulla società Infratel e sull'avanzamento del piano Bul nonché a monitorare costantemente le fasi attuative poste in essere dal concessionario
Open Fiber in tutto il Paese, compresi i territori in argomento. Il Governo, infatti, sente fortemente la necessità di giungere in tempi rapidi alla creazione di una infrastruttura digitale nazionale in grado di assicurare al sistema Paese di superare i divari tecnologici esistenti e raggiungere l'obiettivo europeo di una società digitale pienamente inclusiva.
Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico: Gian Paolo Manzella.